18 aprile 2012
Le nostre sfide prioritarie
Le nostre sfide prioritarie
Nel nostro programma alcune sfide sono prioritarie e
imprescindibili :
v
Il ripristino
della legalità e la lotta alla corruzione in ogni sua forma;
v
la tutela della
salute e la lotta ad ogni forma di inquinamento;
v correzione della
programmazione urbanistica e nuova politica del territorio;
v
Il contrasto
alla disoccupazione e alla precarietà e il sostegno a nuove opportunità di
lavoro;
v
Il diritto alla
casa
v
La sicurezza per
le persone e la messa in sicurezza del territorio
v
La solidarietà,
la tutela e il sostegno alle fasce più deboli, le pari opportunità
Legalità, onestà e competenza
Rappresentano i presupposti stessi dell’operato
dell’amministrazione che vogliamo e quindi del programma, la base non
negoziabile prima ancora che un obiettivo.
Un impegno specifico dell’amministrazione sarà la lotta
alla criminalità ed alla corruzione. Sarà istituita una specifica
commissione supportata da esperti e dalle associazioni impegnate nella lotta al
crimine organizzato, che dovrà vigilare sugli appalti e sulla
destinazione dei finanziamenti erogati, nonché sviluppare strategie atte a
contrastare la malavita sul territorio. L’affidamento degli appalti, gestiti
tramite stazione unica appaltante in collaborazione con la Provincia di Roma,
sarà reso completamente trasparente, pubblicizzato, controllabile; ogni singola
società che avrà contatti con il comune sarà in precedenza sottoposta alle
verifiche di specifica commissione antimafia e dovrà essere sempre possibile
per l’amministrazione comunale conoscere la reale composizione societaria dei
suoi interlocutori;
Per quanto riguarda gli eletti in Consiglio Comunale
e quanti saranno chiamati a ricoprire ruoli nella Giunta, è stata stilata una “Carta
dei Principi” (allegata al nostro programma), vincolante per tutto il
mandato e sarà istituito un comitato di garanti per monitorarne l’operato,
così come saranno resi pubblici gli emolumenti e le dichiarazioni dei redditi
degli amministratori ed eliminate forme di privilegio e vantaggio per chi
amministra;
La scelta delle persone che rappresenteranno
l’amministrazione e ne concretizzeranno l’indirizzo politico e di gestione sarà
fondata sul criterio della provata competenza, oltre che sulla capacità
di favorire e praticare nel migliore dei modi l’attuazione della gestione
partecipata.
Amministrazione efficace e trasparente dei soldi pubblici
È anch’essa presupposto fondamentale del programma e
dell’amministrazione che proponiamo.
Sarà riorganizzato e razionalizzato il lavoro degli
assessorati in modo da consentire la massima integrazione tra gli stessi,
l’efficienza e la riduzione degli sprechi, la visibilità del loro operato;
inoltre saranno misurati e resi noti periodicamente i risultati operativi.
Saranno contenuti i costi dei servizi pubblici e dei
consumi della città razionalizzandone il funzionamento, creando sinergie,
ricorrendo anche alle alternative dell’economia ambientale (illuminazione della
città, incremento del fotovoltaico, ecc. ) e disponendo il passaggio
all’utilizzo del software libero negli uffici comunali e l’introduzione dei
servizi Voce Tramite Protocollo Internet (Voip) in sostituzione dei
tradizionali collegamenti telefonici;
Saranno rigidamente regolamentati e controllati gli
appalti pubblici, eliminando il criterio del massimo ribasso, verificando
la corrispondenza dei materiali usati a quella prevista nel capitolato,
richiamando alla responsabilità civile e penale chi è incaricato del controllo
dell’esecuzione dei lavori, eliminando i subappalti per determinati lavori,
concertando con i gestori dei sottoservizi i rifacimenti del manto stradale e
le responsabilità del ripristino dello stato dei luoghi per interventi
ordinari;
Saranno utilizzate al meglio le risorse, in questi
anni totalmente ignorate, che l’Unione europea mette a disposizione
direttamente o tramite la Regione e con cui sarà possibile dare vita a progetti
innovativi;
Saranno ricercate intese progettuali con gli altri
comuni del comprensorio per razionalizzare la spesa pubblica su obiettivi
convergenti.
Territorio e partecipazione
Territorio e partecipazione
Non è più rimandabile un’azione del Comune volta a
correggere i danni provocati, nel passato più o meno recente, al territorio.
L’esistenza di un Piano Regolatore dal 1968 costituisce per una città un fatto
qualificante ma negli anni sono diventati evidenti gli effetti negativi
prodotti nella sua applicazione.
Le Amministrazioni succedutesi non hanno avuto né la
volontà né la capacità di gestire il territorio attraverso la programmazione
degli interventi per lo sviluppo organico della città. Il quinquennio
amministrativo della maggioranza moscheriniana si è esaurito nello sterile
perseguimento di finalità episodiche distanti da una seria e coerente politica
del territorio e la situazione urbanistica di Civitavecchia si è dimostrata
totalmente fuori controllo. I numerosi cantieri di opere pubbliche e private
sospesi dal Ministero per i Beni Culturali o sequestrati dall’autorità
giudiziaria sono l’aspetto più evidente di un caos che l’amministrazione
uscente ha certamente amplificato a livelli inaccettabili ma che ha radici più
profonde, a livello cittadino e nazionale.
Il rispetto delle normative si è dimostrato ben
lontano dall’essere la regola ed è sempre più chiaro che ogni progetto ha
privilegiato la rendita parassitaria ed una gestione clientelare del
territorio.
Intendiamo favorire la diffusione di una coscienza
urbanistica, intesa come rapporto consapevole con lo spazio nel quale viviamo,
per avviare la partecipazione attiva e democratica alle scelte di
pianificazione in funzione della visione del “futuro” della città. La
riaffermazione della centralità del pubblico, del concetto di programmazione,
in un quadro normativo di regole certe, saranno gli aspetti di un’attività
volta alla riqualificazione del centro abitato e alla tutela del patrimonio
naturale e paesaggistico. Il tema fondamentale è ristabilire il corretto
bilanciamento tra spazi pubblici e spazi privati realizzando le attrezzature ed
i servizi sociali rimasti sulla carta. L’obiettivo è il miglioramento delle
condizioni di vita dei cittadini attraverso la creazione degli ambiti urbani in
cui vengono incoraggiate e si sviluppano relazioni sociali e culturali.
Assessorato al Territorio e
Laboratorio permanente
Sarà istituito un assessorato al Territorio, comprendente
le competenze di Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente, che si occuperà in
maniera organica delle politiche relative al rapporto tra cittadini e
territorio.
Sarà creato un Laboratorio Permanente di urbanistica
e bioedilizia attraverso corsi, conferenze, dibattiti e una fiera Klimahouse
del Mediterraneo per la promozione dei sistemi per l’efficienza energetica e la
sostenibilità in edilizia.
Nuova politica del territorio
Ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente,
salvaguardando il patrimonio storico, artistico, paesaggistico e naturale, sarà
l’obiettivo strategico.
Alcune azioni saranno, in tal senso, prioritarie, in
particolare:
v
revoca dei
provvedimenti di falsa pianificazione adottati dall’amministrazione Moscherini, in particolare la cosiddetta “Variante della
Variante 29” e
tutti gli atti ad essa collegati, ovvero i Programmi Integrati e i Piani di
Zona, strumenti basati sulla ridicola previsione di un incremento della
popolazione di quasi 10.000 unità dal 2009 al 2018 e che vorrebbero riversare,
in maniera immotivata, quasi un milione e mezzo di metri cubi di cemento su
aree agricole o destinate a verde pubblico, sulla base di una scelta delegata,
per giunta, ai privati;
v
revisione del
Piano Regolatore Generale adeguandolo al Piano Territoriale Provinciale
Generale (PTPG) e al D.M. 1444/1968;
v
censimento
degli immobili sfitti e/o invenduti di Civitavecchia per avere una precisa fotografia della situazione
attuale e adesione alla Campagna Nazionale Stop al Consumo di Territorio;
v
censimento
delle opere di urbanizzazione che
riporti su carta lo stato di fatto delle opere, i tracciati, le
caratteristiche, i dati dimensionali di ogni infrastruttura a rete e delle
attrezzature e servizi (strade, rete idrica e fognaria, impianti di
illuminazione, verde, scuole, edifici di culto, strutture sanitarie e per
pubblici servizi);
v
difesa del
suolo, attraverso la “cementificazione zero” delle zone agricole
e il recupero di aree dismesse, la maggiore cura del verde urbano e periurbano
come nel caso del Fosso di Fiumaretta, Fosso di Zampa d’Agnello, Fosso di
Scarpatosta, Fosso Malpasso e Fosso del Marangone;
v
partecipazione
nella gestione del territorio,
intesa come informazione e confronto costante con i cittadini sulle proposte di
interventi, da attuarsi prima ancora dell’attivazione delle procedure previste
dalla normativa europea e nazionale in materia di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) dei Piani e Programmi e anche nei casi esclusi dalla stessa
VAS. In pratica l’esatto contrario di quanto si è verificato finora: è
inaccettabile, tanto più con le tecnologie oggi disponibili, che sulle
questioni che riguardano l’utilizzo del territorio ci siano “sorprese”
confezionate nel chiuso degli uffici e calate sulla vita delle persone. Ciò
vale per la costruzione di singoli edifici, come per gli atti di
pianificazione;
v
Creazione di
un sistema di database geografici
(GIS, Sistemi Informativi Geografici) per la raccolta, l’organizzazione e
l’utilizzo di dati riguardanti il Catasto, l’urbanistica, i beni ambientali e
paesaggistici, il sistema delle infrastrutture e delle reti tecnologiche e di
trasporto. La raccolta di tutte le informazioni in un unico sistema informativo
integrato sarà di libera consultazione e rappresenterà uno strumento
indispensabile per la gestione del territorio in totale trasparenza;
Regolamento Edilizio
Comunale e Delibere Consiliari in materia urbanistica
Il Regolamento Edilizio
Comunale rappresenta uno strumento di compendio alle vigenti leggi urbanistiche
nazionali e regionali di fondamentale importanza. Insieme alle Norme Tecniche
del PRG, costituisce lo strumento più utilizzato per la corretta progettazione.
L’attuale regolamento, annunciato dall’amministrazione uscente come una svolta
epocale, presenta al contrario parti in netto contrasto con la normativa di
PRG, leggi regionali e nazionali che reclamano l’urgente correzione per potere
ottenere il riallineamento alla normativa vigente. Il metodo di calcolo della
volumetria edificabile con gli articoli riguardo i “volumi da computarsi a
tutti gli effetti” e “volumi e spazi da escludere dal computo delle
volumetrie”, rappresentano l’esempio di come annebbiare il quadro normativo. Il
principio di trasparenza segue di pari passo il principio della certezza delle
regole che deve affermarsi attraverso la semplice interpretazione dei testi
normativi. La necessità di eliminare contraddizioni e riletture “creative”
delle norme, attuata anche attraverso l’adozione di delibere evidentemente
illegittime, comporta la revisione dei testi e, in alcuni casi, l’annullamento
in autotutela delle delibere incongruenti così come delle delibere in contrasto
con la normativa vigente. Il R.E. approvato presenta molti difetti primo fra
tutti il rischio di rimanere su carta e non essere attuato con la dovuta
attenzione e perentorietà. Questo ha impedito ad oggi l’applicazione della
corretta progettazione rispetto alle norme del Risparmio Energetico e la dotazione
minima di produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili. Il processo di
realizzazione dell’edificio richiede la costituzione di un ufficio deputato al
controllo non solo della progettazione ma delle singole fasi di realizzazione
durante le quali si può verificare la c.d. esecuzione a regola d’arte. Sarà
istituito un gruppo di vigilanza urbanistica non solo finalizzato al controllo
del territorio ma anche alla verifica del rispetto delle norme di corretta
progettazione per il risparmio energetico, il contenimento dei consumi idrici,
isolamento acustico e tutto quanto comporta la classificazione qualitativa
dell’immobile. Sarà adottato un sistema locale di Certificazione della qualità
dell’immobile per garantire il miglioramento delle prestazioni dell’involucro
abitativo e i cittadini al momento dell’acquisto.
Civitavecchia senza
“periferie”
Il centro e la periferia sono le due categorie
urbane d’uso comune. Due sono le famiglie di periferie: quelle “pianificate” e
quelle “spontanee”.
Le “periferie pianificate” attuate con i Piani di
Zona di Campo dell’Oro, Faro, San Gordiano, Bandita delle mortelle, San
Liborio, ognuno con la puntuale identificazione delle aree e dei servizi
pubblici da realizzare. Le “periferie spontanee”, c.d. “Zone compromesse”,
ovvero aree con bassa densità abitativa, prive dei servizi urbani basilari
quali ad esempio le zone del Casaletto rosso e Campo dell’Oro alto, che
esemplificano l’evidente incompiutezza dei processi insediativi non
pianificati. In entrambe le situazioni sarà necessario ed urgente puntare alla
realizzazione di tutte le “utilities” indispensabili allo svolgimento della
vita quotidiana. L’obiettivo sarà per le pianificazioni già attuate, quello di
fare rispettare gli accordi convenzionali diffidando all’assolvimento degli
accordi sottoscritti con la P.A.; per le zone oramai compromesse, prive delle
infrastrutture primarie, reti e servizi, oltre che degli spazi pubblici,
l’obiettivo sarà la formazione di un programma di nuova pianificazione
concordata per il riassetto delle periferie, attraverso una prima fase
destinata alla integrazione delle opere di urbanizzazione primaria ed una
seconda fase destinata alla realizzazione degli spazi pubblici di relazione.
Gli spostamenti periferia–centro che si verificano nelle ore del tempo
libero non sono obbligati ma denunciano la ricerca di “qualità urbana”, per
questo una qualità che si trova nella città tradizionale è molto importante che
sia offerta anche nella periferia.
Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA) (PISU)
Il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche
(PEBA), è uno strumento di programmazione settoriale che ogni Comune deve
elaborare e attuare per affrontare il tema dell'eliminazione delle barriere
architettoniche. Oltre al PEBA i Comuni devono attivarsi per predisporre il
PISU, Piani Integrati per gli Spazi Urbani, con l’obiettivo specifico
dell’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi urbani per
migliorarne accessibilità e percorribilità. La facilità e la sicurezza dei
percorsi di adduzione ai luoghi di interesse pubblico sono condizioni
fondamentali per tutti i cittadini, non solo per i disabili. Il concetto di
“accessibilità diffusa” deve essere inculcato nella cultura progettuale perché
finalmente si comprenda che rendere accessibili spazi e strutture pubbliche non
vuol dire solamente abbattere le barriere architettoniche che impediscono
l’accesso ai disabili, ma vuole dire soprattutto migliorare la fruibilità per
tutti i cittadini, in qualsiasi condizione fisica o psichica temporanea o
permanente si trovino.
La pianificazione si rivolgerà alle persone con disabilità
motoria o sensoriale (provvisoria o permanente), ma anche ad altri soggetti,
come bambini ed anziani. Dovranno essere affrontate e risolte le problematiche
connesse alla mobilità, prendendo in esame i temi relativi all'accessibilità
pedonale (passaggi pedonali, fermate mezzi pubblici, incroci, etc.)
coordinandoli con quelli relativi alla sicurezza stradale.
Si procederà ad una prima fase di “Censimento” delle
barriere architettoniche in edifici e spazi d’interesse collettivo attraverso
la schedatura di edifici pubblici ed il rilievo delle condizioni
dell’accessibilità. La seconda fase si compirà con la formazione del PEBA e del
PISU che congiuntamente condurranno alla definitiva programmazione degli
interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Una quota degli oneri di urbanizzazione sarà dedicata
a questo scopo.
Riqualificazione del centro urbano e Recupero delle aree dismesse
Il PRG di Civitavecchia è da tempo oggetto di
critiche per essere ormai “datato” e per le innumerevoli Varianti succedutesi
nel tempo. È sufficiente un lieve approfondimento per rendersi conto di come si
tratti, in realtà, di critiche parziali e pretestuose, volte, per lo più, a
giustificare l’emanazione di atti illegittimi, chiamando in causa la
complessità della materia urbanistica dietro cui nascondere le interpretazioni
di comodo.
Il PRG di Civitavecchia è uno strumento “aperto” che pone
il minimo di prescrizioni generali alla base della pianificazione attuativa. Il
PRG costituisce un valido quadro di riferimento, la base di programmazione a
lungo termine propria dei Piani Regolatori che, per legge, non sono soggetti a
decadenza ed ammettono la possibilità di Variante. Il problema di Civitavecchia
è stato ed è ancora la costante presenza della pressione politica in campo
urbanistico che ha violentato e piegato ai propri interessi le regole e le
norme di pianificazione. Ne sono un esempio le innumerevoli proposte di
Varianti respinte dalla Regione Lazio per la loro inapplicabilità.
La centralità della Pubblica Amministrazione sarà la
regola, la proposta di pianificazione partecipata il metodo. La città deve
essere riqualificata attraverso il ridisegno del tessuto urbano dei quartieri
che non sono stati mai attuati attraverso la corretta pianificazione. Le nuove
edificazioni nel centro urbano, preso atto del mancato rispetto del limite
inderogabile di densità edilizia e dei rapporti degli standard urbanistici,
saranno impedite. Le aree a standards e le volumetrie private non realizzabili,
saranno delocalizzate in aree da individuare nello strumento Generale da
adeguare al PTPG. Le zone o sottozone di PRG non ancora attuate verranno
pianificate con lo strumento del Piano Particolareggiato di iniziativa
comunale. Questo Piano con le norme attuative rappresenterà lo schema
planivolumetrico e normativo di riferimento per l’intervento privato, da
attuarsi, ove necessario, in consorzio con altri proprietari e per comparti
edificatori.
Le aree dismesse saranno oggetto di recupero e
riqualificazione. La loro individuazione e la scelta degli interventi sarà
diretta conseguenza della “pianificazione partecipata” avviata per
l’adeguamento del PRG alla normativa vigente. Saranno privilegiate le attività
e le destinazioni d’uso che meglio risponderanno alle reali esigenze, emerse
durante l’attività di elaborazione e discussione.
Verde urbano
L’adeguamento del PRG al PTPG avrà come effetto
l’individuazione e delimitazione di tutte le aree della Rete Ecologica
Provinciale (REP). Le aree “Buffer”, individuate e protette per la presenza di
biodiversità e caratterizzate dalla presenza di flora, fauna e vegetazione di
notevole interesse biogeografico e conservazionistico, insieme alle “aree di
connessione primaria”, verranno destinate alla costituzione di verde pubblico
naturale o attrezzato. Le zone della città in cui risulterà insufficiente la
dotazione di spazi pubblici da destinare a verde di standard, secondo i limiti
inderogabili del D.M. 1444/1968, potranno quindi contare sulla disponibilità di
zone da destinare a parco potendo in questo modo recuperare le area a verde di
quartiere da destinare ad attrezzature per il gioco, le attività ricreative,
culturali e per lo sport.
Il verde sarà lo strumento utile per il recupero
delle condizioni di degrado presenti in alcuni quartieri periferici della
città. L’azione amministrativa punterà alla realizzazione del verde pubblico
presente nel PRG vigente attraverso la realizzazione, per esempio, di un parco
urbano nella zona al di sotto del Faro, la realizzazione del verde di
quartiere, come definito nella Variante 7 di PRG, per le zone a nord di San
Gordiano e la fascia compresa tra San Gordiano e Boccelle.
La dotazione del verde di standard sarà norma
imprescindibile per la futura pianificazione.
Tutela e valorizzazione dei beni storici, archeologici e
paesaggistici
È necessario ricostruire il rapporto con i beni culturali,
paesaggistici e naturali presenti nella nostra città e nel territorio; sia
quelli più noti e meglio conservati, sia, soprattutto, quelli dimenticati o
sconosciuti e attualmente relegati a una condizione di semi-abbandono o di
degrado. In tal senso sarà fondamentale il contributo delle associazioni che,
raramente considerate dall’amministrazione comunale, hanno continuato a
mantenere in vita l’interesse per questo aspetto essenziale dell’ambiente
urbano e periurbano.
La valorizzazione delle testimonianze storiche e
archeologiche deve essere intesa non soltanto come opportunità per qualificare
l’offerta turistica, ma anche come occasione per i civitavecchiesi di
riscoprire la piacevole sensazione di abitare in una città millenaria, da
riavvicinare con rispetto e ammirazione, avendo allo stesso tempo la
consapevolezza di esserne parte integrante.
Sotto questo aspetto, il Comune:
v
garantirà la sua
collaborazione nella tutela e valorizzazione delle testimonianze archeologiche
della Frasca, attualmente oggetto di ricerca da parte della Soprintendenza
nell’ambito della riqualificazione dell’area che dovrà essere realizzata
dall’Autorità Portuale;
v
valuterà, di
concerto con la Soprintendenza, la possibilità di aprire al pubblico la
necropoli de La Scaglia;
v
si impegna a
rendere possibile l’accesso alle testimonianze della città romana di
Centumcellae esistenti nei sotterranei di Corso Marconi;
v
procederà alla
revoca delle delibere dell’amministrazione uscente che prevedono
l’inaccettabile cementificazione delle aree limitrofe all’ospedale e,
contestualmente, pianificherà nell’area in questione un parco urbano che
preveda, con le risorse destinate alla realizzazione dell’opera pubblica, la
giusta valorizzazione della villa romana del Belvedere, in località Vigna De
Filippi, già aggredita, in un passato relativamente recente, dall’ottusità del
cemento e dall’ingiustificabile silenzio del comune e delle autorità
competenti;
v
proporrà al
Corpo Forestale dello Stato la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa
finalizzato alla corretta individuazione delle aree colpite da incendi boschivi
nel 2006 e nel 2007 in zona Ficoncella-Sferracavallo e inserite, grazie
anche alla compiacenza della Regione Lazio, nella Variante al PRG falsamente
definita “termale” e che ha avuto il principale effetto di incrementare in
maniera esponenziale il valore di terreni ai quali è stata attribuita una nuova
destinazione residenziale e commerciale. Si provvederà, a seguito di tale
individuazione, all’adozione di un’opportuna variante di salvaguardia che
possa, nelle more dell’adeguamento del PRG al PTPG, ripristinare l’originaria
visione dell’area come “parco archeologico-termale”, dove le terme pubbliche,
la cui procedura di realizzazione e gestione, iniziata in maniera palesemente
scorretta dall’amministrazione uscente, dovrà essere azzerata e ripetuta, saranno
circondate da un contesto naturale, per il quale si propone la forma del “parco
archeologico e culturale” previsto dalla L.R. 24/98.
v
porrà in essere gli interventi necessari per
restituire alla Rocca una condizione dignitosa;
v
proseguirà e implementerà la collaborazione con
l’Università della Tuscia finalizzata al restauro e alla valorizzazione degli
affreschi presenti a Palazzo Manzi;
v
individuerà tra
gli immobili esistenti degli spazi da destinare alla ricostituzione del Museo
Civico e all’istituzione della Galleria Calamatta;
v
recupererà il
rudere del palazzo in Via Trieste distrutto nella II guerra mondiale,
trasformando il sito in Luogo della Memoria con annessa mostra permanente degli
effetti dei bombardamenti sulla città storica.
Il Comune, nel rispetto dell’art. 9 della
Costituzione, promuoverà la diffusione di una cultura del Paesaggio, anche al
fine di rimediare alle distorsioni causate dall’amministrazione Moscherini che
ha ripetutamente e ingiustamente additato come un incubo il sistema dei vincoli
esistente sul nostro territorio.
Economia sostenibile, occupazione, formazione
Economia sostenibile, occupazione, formazione
Fino ad oggi la gran parte della produzione di beni
materiali si è fondata sui consumi e sulla sequenza “usa e getta e riacquista”.
In fase economica recessiva, e, più in generale, in
un approccio razionale al pianeta, non si può continuare a comprare beni non
essenziali, mancano le basi (lavoro e soldi, ossia benessere) per “consumare” a
oltranza.
Al contrario aumentano i fabbisogni immateriali per
l’aumento degli anziani, delle fasce sociali deboli, dei fabbisogni di
assistenza e cura e sono sempre più evidenti e devastanti i problemi causati
dal dissesto idrogeologico e dall’inquinamento, dall’erosione delle coste;
aumenta la necessità di sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio e di
quello architettonico e archeologico.
Inoltre la competizione connessa alla globalizzazione
costringe a investire in ricerca, qualità e innovazione, ma anche a individuare
nel territorio peculiarità e risorse uniche e non riproducibili altrove, per
cui la rivalutazione dei beni artistici, archeologici, ambientali,
l’artigianato locale, le produzioni originali tipiche, il turismo e la cultura
costituiscono rinnovate occasioni di lavoro.
L’economia si va spostando dalla produzione di soli beni
di consumo su altri beni che rappresentano oggi un mercato ancora aperto
rispetto al mercato dei beni materiali, ossia:
v
Servizi
v
Tutela/messa in
sicurezza del territorio
v
Ambiente
v
Cultura
v
Produzioni
locali e artigianato
v
Turismo
E queste rappresentano non tanto scelte ideologiche
quanto logiche.
La città ha bisogno di una nuova visione del modello
economico fondata non più su mega-opere inutili quali il Terminal Cina, quanto
piuttosto sulle sue risorse tradizionali da una parte e sulle nuove forme di
economia dall’altra, che creino occasioni stabili di occupazione.
L’amministrazione comunale dovrà sostenere una politica occupazionale rivolta
alla cosiddetta “green economy”, alle risorse locali tradizionali, al turismo,
alla promozione culturale, al recupero edilizio, alle “piccole opere” di messa
in sicurezza del territorio, all’innovazione tecnologica, alla rimodulazione dei
servizi e all’integrazione sociale.
La città ha come vettori potenziali del suo tessuto
economico il porto, le terme e una posizione invidiabile dal punto di vista
dell’offerta culturale, sia per le sottovalutate risorse presenti in città sia
per la posizione intermedia tra Cerveteri e Tarquinia. Questi fattori, se
valorizzati, rappresentano importanti opportunità di occupazione, intercettando
anche i flussi turistici che arrivano dal porto. Ma di più si può fare
proponendo Civitavecchia come polo di scambi culturali con le regioni del
Mediterraneo, per costituire un centro di incontro interculturale tra
continenti e tra diverse economie, così come sostengono specifiche misure e
finanziamenti comunitari, in modo tale da produrre economia turistico-culturale
internazionale, ma anche tale da allargare l’ottica e la cultura locali in
visioni più ampie e stimolanti.
Il porto andrebbe riorganizzato in molti dei suoi
aspetti potenziando il settore “commerciale”, troppo penalizzato, secondo le
direttive dell’allora Presidente dell’Autorità Portuale e oggi Sindaco uscente
Moscherini, a favore del “passeggeri” e
del “crocieristico”.
Il “commerciale” è un settore che può dare lavoro concreto ed avere ricadute economiche
ed occupazionali tangibili sul territorio.
Spazi utili ai traffici portuali ed alle attività
connesse dovranno essere recuperati in quelli attualmente occupati dai depositi
costieri che dovranno essere, come previsto, dismessi a scadenza naturale della
concessione, a totale carico dei concessionari.
Riteniamo indispensabile che l’Amministrazione Comunale si
riappropri del proprio ruolo di promotore dell’economia locale e pretenda di
avere voce in capitolo sulla relativa programmazione, confrontandosi con
l’Autorità Portuale da una posizione non di sudditanza ma da quella di chi ha
la consapevolezza di avere il diritto/dovere di pianificare, anche
economicamente, il futuro del territorio e, quindi, anche del porto che dello
stesso è parte integrante.
In tale ottica non si può prescindere da un monitoraggio
delle concessioni portuali verificando il pieno rispetto dei piani
occupazionali presentati congiuntamente alla richiesta di concessione e dando
priorità, nel caso di nuove concessioni, a quelle che presentano maggiori
garanzie in termini di posti di lavoro.
La sinergia tra i due Enti, piuttosto che vagheggiare di
pericolose cattedrali nel deserto, come Terminal China o Piattaforma Italia che
dir si voglia, deve invece prendere in considerazione l’analisi e la
risoluzione delle reali carenze infrastrutturali che penalizzano lo scalo
cittadino impedendogli di sfruttare a pieno le proprie potenzialità.
L’interporto, ad esempio, dovrà assumere la funzione per cui è stato pensato,
ovvero quella di manipolazione, lavorazione e transito delle merci da e per lo
scalo, anche ritagliandosi un ruolo, in virtù della posizione centrale dello
scalo cittadino, in ambito di traffici finora non intercettati come quelli
umanitari.
Nel confronto tra Comune e Autorità Portuale vanno,
inoltre, gettate le basi per l’attivazione di veri e propri percorsi formativi
tesi alla creazione di tutte quelle figure professionali tipiche della vita
portuale. Solo così la città potrà ritornare a vivere il porto come parte di se
stessa e non percepirlo come realtà avulsa dal territorio, terreno indisturbato
di poteri forti e ricche signorie.
La riappropriazione del porto, ed in particolare
della sua parte monumentale, da parte della città, non può prescindere
dall’interruzione dell’iter di concessione novantannovennale dell’intero porto
storico alla Società “Porto del Tirreno srl.” per la realizzazione di una
“marina yachting” per imbarcazioni oltre i 30 metri, che esproprierebbe i diportisti locali, ed i
cittadini tutti, dal diritto di vivere il proprio porto. La nautica da diporto,
e le attività d’indotto, possono e dovranno essere fonte di occupazione
inserendole in un circuito che preveda risposte alle varie esigenze del settore
anche recuperando antichi mestieri, come il
mastro d’ascia, che rischiano di scomparire, e conquistando fette di mercato
cosiddetto di nicchia (es. restauro imbarcazioni d’epoca). Peraltro tale ambito
ben si presta ad una riconversione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo,
cosi come all’inclusione di quanti vengono definiti socialmente svantaggiati.
Altra risorsa di nuova occupazione deve essere
individuata nella “green economy” e nella ricerca. In tal senso
l’amministrazione comunale verificherà con l’Università di Roma Tor Vergata la
possibilità di partecipare concretamente al progetto relativo al “fotovoltaico
organico” da fibra vegetale e alle sue applicazioni produttive;
Altre azioni saranno intraprese verso il collegamento
con l’industria di trasformazione rilanciando la mai realizzata catena del
freddo.
L’area industriale, ad oggi mai decollata, dovrà essere
razionalizzata, riorganizzata e sottoposta a stringenti procedure di verifica
da parte dell’Amministrazione Comunale, sottraendola alle trame speculative di
compravendita e subappalti di capannoni da parte di società fantasma, per
renderla realmente fruibile a chi voglia fare impresa, restituendole una reale
funzione di area di insediamenti produttivi tangibili e verificabili..
Si favorirà la creazione di punti pubblici di
telelavoro.
In sintesi tutte le politiche settoriali del nostro
programma potranno avere importanti ricadute occupazionali.
Per sostenere e accompagnare l’economia cittadina e
l’occupazione sarà però necessario per l’amministrazione prevedere e misurare
per ogni progetto le sue ricadute occupazionali, per dare priorità di investimenti
a quelli di maggiore garanzia.
In tempi di crisi economica, inoltre, tornerà il
bisogno di beni durevoli nel tempo, e all’ “usa e getta” si sostituirà
“l’aggiusta e il riusa”, quindi tornerà l’attenzione alla qualità più che alla
quantità. Torneranno “di moda” gli artigiani e la serietà e competenza del
lavoro.
La competizione, di conseguenza, si misurerà sulla
qualità e sulla affidabilità.
Tornano ad essere fondamentali le risorse umane e la
loro professionalità
Questo significa un diverso peso da dare alla
formazione e qualificazione del personale e alla formazione professionale dei
giovani e dei lavoratori, quanto alla creatività e l’imprenditività.
La formazione professionale e tecnica dovrà legarsi
ai progetti di economia locale ed essere pianificata in funzione delle
professionalità necessarie alle nuove opportunità di lavoro (Università
nautica, professionalità legate alle terme, all’accoglienza dei flussi
turistici e ai percorsi archeologici, professionalità legate alle nuove tecnologie
e all’ambiente, all’artigianato).
Sarà anche necessario accompagnare i giovani a scelte
oculate con servizi efficaci di informazione e orientamento, bilancio di
competenze e orientamento al lavoro autonomo, servizi con personale qualificato
e aggiornato che dovranno essere adeguati anche per gli adulti, temporaneamente
disoccupati od espulsi dai processi produttivi.
Sarà inoltre necessario porre in essere un’incisiva
sinergia con gli organi competenti al fine di rafforzare gli strumenti di
controllo per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro.
L’amministrazione comunale, per quanto di propria
competenza, si occuperà del controllo sull’applicazione della L. 68/99 per
l’inserimento obbligatorio di quote di disabili.
L’amministrazione comunale sosterrà il nuovo modello
economico tramite un costante rapporto con le parti sociali
v
indirizzando le
risorse a favore dei settori e progetti citati, anche ricorrendo a fondi
comunitari specifici;
v
sostenendo e
incentivando reti di imprese, consorzi, cooperative per l’utilizzo di servizi
comuni e la razionalizzazione degli investimenti in ricerca, innovazione,
internazionalizzazione, allo scopo di effettuare economie di scala;
v
favorendo la
piccola distribuzione, il commercio tradizionale, l’artigianato, rispetto alla
grande distribuzione;
v
indirizzando il
sistema formativo verso i nuovi fabbisogni professionali, e adottando il Fondo
Sociale Europeo per progetti formativi mirati alle prospettive economiche
progettate e a specifiche occasioni di lavoro, così come per l’inserimento
lavorativo di categorie deboli o svantaggiate;
v
valorizzando e
qualificando i servizi di orientamento e collocamento, sia per l’inserimento
lavorativo che per il reinserimento, tanto per il lavoro dipendente che
nell’ambito del lavoro autonomo;
v
dando impulso e
sostegno all’imprenditorialità giovanile, in collaborazione con le associazioni
di categoria e le camere di commercio, offrendo servizi di accompagnamento
all’ideazione e progettazione di impresa, destinando gratuitamente siti per incubatori
di impresa e servizi di sostegno allo start-up di microimprese, favorendo il
micro-credito;
v
sostenendo -
anche tramite risorse dei fondi comunitari - il rilancio degli antichi mestieri
e dell’artigianato di qualità, con l’utilizzo dell’apprendistato per i giovani;
v
impegnandosi in
una lotta attiva alla precarietà, dando per primo la priorità al lavoro a tempo
indeterminato per i dipendenti comunali, così come negli enti e nelle società
comunali, compatibilmente con i limiti imposti dalla legislazione;
Come operatore economico il Comune adotterà pratiche
di correttezza e trasparenza per i contratti di fornitura, le prestazioni
professionali, gli appalti, imponendo regole stringenti alle società
controllate e partecipate
Corruzione, connivenze, infiltrazioni della criminalità
organizzata, disonestà e clientelismo generano disoccupazione e
sotto-occupazione, inquinando le regole del mercato del lavoro e distogliendo
gli investimenti sani. Quindi è indispensabile contrastare comportamenti
politici e della gestione della cosa pubblica indifferenti a questa
problematica, se non addirittura complici.
La richiesta di legalità, correttezza e onestà è
funzionale alla creazione del nuovo sistema economico e Il lavoro deve tornare
ad essere un diritto e non un privilegio concesso per fini clientelari.
Infine abbiamo intenzione di rivolgere un’attenzione
particolare al microcredito ed al prestito sociale, due opportunità economiche
rivolte a quella fascia di cittadini che per motivi tecnici rimangono “emarginati” dalle realtà
finanziarie (banche, istituti di credito).
Questo tipo di attività finanziaria è totalmente
inserita nel tessuto sociale e la risposta alla domanda di credito è tanto più
vera, tanto più il servizio si avvale ed è affiancato dalle amministrazioni
comunali, attraverso quei servizi come,
ad esempio, politiche sociali, istruzione e sport, da cui emergono necessità e
richieste da parte di associazioni o singoli non finanziabili per le logiche
tradizionali.
Vogliamo realizzare nella nostra città un servizio di
finanza etica completamente controllata dall’amministrazione comunale e che
faccia fronte alle esigenze delle fasce fuori mercato.
Promozione culturale e dello sport
È necessaria una politica che, rivolta a tutti,
privilegi i giovani sia come destinatari che come protagonisti attivi. I siti
recuperati grazie alla nuova politica urbanistico-edilizia costituiranno il
contenitore di eventi culturali, di incontro tra personalità e maestri con le
scuole e i gruppi giovanili, di luoghi di apprendimento e sperimentazione e
potranno ospitare particolari eventi di portata nazionale.
La promozione culturale sarà interpretata come un
valore aggiunto per migliorare la vivibilità della città, permettendo a tutti
di usufruire di un’offerta che fornisca momenti di svago e, al contempo,
accrescimento di valori e conoscenze. La diffusione di questi momenti
comporterà anche maggiore consapevolezza verso il patrimonio artistico della
città e la sua memoria storica e più in generale maggior rispetto del bene comune.
Si punterà per questo a promuovere iniziative gratuite ed aperte alla
partecipazione di tutti. Saranno promosse consulte delle associazioni culturali
locali - divise per tematica di attività - per la rappresentazione delle
esigenze e l’affermazione delle proposte. Saranno organizzati eventi di scambio
di conoscenze (Skillshare) con l’intento di promuovere lo scambio gratuito di
esperienze e di capacità. Saranno promossi eventi interculturali che
coinvolgeranno e mireranno all’integrazione delle conoscenze delle diverse
realtà culturali ed etniche esistenti in città. Saranno promosse borse di
studio presso le locali scuole medie e superiori per la realizzazione di
progetti per la riscoperta del valori storico culturali della città e
finanziati i progetti risultati migliori.
Lo sport sarà concepito come strumento formativo, da
sostenere e diffondere, come sostegno alla salute per tutti, come evidenziatore
di talenti. Lo sport a Civitavecchia riveste un ruolo sociale rilevante, basti
pensare al grande lavoro delle numerosissime società sportive che rappresentano
Civitavecchia nei vari tornei nazionali e ai tanti campioni locali che si sono
affermati nelle varie discipline. In tale contesto il compito del Comune è
garantire a tutti pari opportunità sia nell’utilizzo dell’impiantistica
pubblica, sia nella suddivisione dei finanziamenti. A tale scopo vogliamo
riunire intorno ad un unico tavolo i rappresentanti delle varie associazioni
per definire i criteri di utilizzo degli impianti e di finanziamento, privilegiando
la presenza di programmi di avviamento allo sport anche per le fasce più deboli
(famiglie a basso reddito, anziani e disabili). Lo sport può offrire
opportunità di occupazione e per questo vogliamo essere vicini
all’associazionismo sportivo per l’organizzazione di eventi, volano per la
crescita del così detto “turismo sportivo” con benefici per le attività
turistiche e commerciali.
Il turismo e i percorsi archeologici
Malgrado la grave crisi
economica mondiale verificatasi negli ultimi anni abbia provocato una
recessione del settore turistico internazionale, il porto di Civitavecchia ha
conosciuto recentemente un costante incremento degli arrivi delle navi da
crociera.
Nel 2012 sono previsti
circa 2.000.000 croceristi in arrivo a Civitavecchia, tra passeggeri in
transito e quelli che iniziano o terminano qui il loro viaggio
È stimato che almeno il 25%
dei passeggeri delle navi da crociera che attraccano al porto rimangono nella
nostra città. Mediamente circa 500.000 croceristi all’anno trascorrono una
giornata nella nostra città e sono sempre più numerosi i passeggeri dei
traghetti che sostano a Civitavecchia. Tutti questi passeggeri, a cui si
aggiungono altri turisti occasionali, spesso non hanno la possibilità di
visitare Civitavecchia in maniera adeguata: sono quasi costretti a trascorrere
qualche ora in città senza avere l’opportunità di apprezzarne le attrazioni e
la storia millenaria.
Un flusso turistico di tali
proporzioni rappresenta potenzialmente un’enorme risorsa economica per
Civitavecchia, una risorsa sicuramente alternativa e preferibile a molte altre.
Per sopperire alle carenze
che attualmente interessano il settore turistico a Civitavecchia sono necessari
alcuni provvedimenti che non comporterebbero spese eccessive.
Innanzitutto bisogna
attuare una precisa politica di accoglienza e assistenza al turista.
L’accoglienza è infatti il
biglietto da visita che Civitavecchia offre ai turisti, che spesso hanno
proprio qui il primo impatto con la nostra nazione.
È necessario quindi
allestire i Punti d’Informazione Turistica (PIT), come previsto dalla vigente
normativa Regionale sul Turismo, possibilmente nei pressi dei luoghi di
maggiore flusso di turisti , cioè la Stazione Ferroviaria, Piazza Vittorio
Emanuele e Viale Garibaldi, unico punto dove attualmente è presente un box
informativo. Questi punti di Informazione naturalmente devono essere dotati di
materiale informativo multilingue sulla città e sul suo territorio e devono
essere condotti da personale altamente qualificato, in modo da poter soddisfare
tutte le esigenze dei turisti.
Bisogna poi installare dei
cartelli almeno in italiano ed inglese che indicano la strada per i punti più
importanti ed interessanti della città, come l’entrata/uscita del porto, il
centro città, l’ufficio informazioni, la stazione ferroviaria, la posta, i
monumenti, il mercato, il lungomare, il Museo Nazionale e le chiese del centro
storico.
È opportuno anche collocare
nei pressi dei monumenti cittadini e degli edifici storici dei pannelli, sempre
in italiano ed inglese, che ne illustrano la storia e le caratteristiche.
In base a questi cartelli e
pannelli si dovrebbero organizzare dei circuiti turistici per agevolare i
turisti nella visita della città.
Devono essere valorizzati i
più importanti monumenti cittadini. In particolare si deve approntare una linea
di trasporto urbano che colleghi il centro con le Terme Taurine, che
rappresenta il principale sito di interesse storico-archeologico di
Civitavecchia.
In intesa con associazioni
ed enti si dovrebbero rendere fruibili alcuni siti di eccezionale interesse
storico, come la Rocca, la Necropoli Etrusca della Scaglia, gli ambienti ipogei
sotto la Chiesa della Stella e i resti della città romana ubicati nei
sotterranei dei palazzi di Corso Marconi e favorire l’organizzazione di visite
guidate della città.
In queste iniziative
andrebbero anche coinvolti gli esercenti e i negozianti di Civitavecchia, in
modo da abbinare lo shopping alla visita alla città. In tal senso si deve
incoraggiare l’apertura dei negozi anche nelle prime ore pomeridiane.
Al fine di promuovere il
territorio occorre sostenere l’organizzazione (diretta o indiretta) di
manifestazioni turistiche eno-gastronomiche, di eventi di carattere culturale
(dibattiti, conferenze, convegni, ecc.) e potenziare le celebrazioni classiche
di Civitavecchia.
Va dato inoltre maggiore
impulso al settore del turismo termale (con l’avvio definitivo degli impianti
della Ficoncella-Terme di Traiano) e a quello del turismo balneare.
Per migliorare la
promozione turistica è necessario anche rafforzare la presenza nostra città
nelle principali fiere e borse turistiche, come la Borsa Internazionale del
Turismo di Milano e la Fiera del Turismo Archeologico di Paestum.
Altri provvedimenti da
adottare per migliorare la ospitalità nei confronti dei turisti, ma che
porterebbero giovamento anche a tutti i cittadini, sono l’abbattimento delle
molte barriere architettoniche presenti in città (considerato che molti turisti
che giungono in città con le navi da crociera hanno difficoltà motorie) e il
potenziamento del trasporto pubblico urbano.
Per favorire un’economia
turistica del territorio è opportuno organizzare un coordinamento tra i vari
soggetti che si occupano a vario titolo di turismo ricettivo: Comune, Autorità
Portuale, Soprintendenza Archeologica, Associazioni Turistiche, strutture
alberghiere, negozianti, agenzie, associazioni, ristoranti, ecc. Sarebbe
opportuno in questo senso creare un organismo di coordinamento tra questi
soggetti per la gestione della promozione di un prodotto turistico locale e di
appositi pacchetti da presentare alle principali fiere e borse del settore. Ciò
permetterebbe di proporre un’offerta turistica organica consona alle
potenzialità della città.
Rapporti
con i grandi insediamenti industriali e produttivi
Uno degli effetti più
subdoli della riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord è
stato quello di drogare il bilancio del Comune: circa 90 milioni di euro sono
stati riversati dall’Enel, a titolo di “compensazione”, nelle casse comunali
dal 2003 a
oggi senza lasciare traccia sulla città. Quei soldi sono stati utilizzati,
soprattutto dall’amministrazione Moscherini, per finanziare la spesa corrente e
una volta finiti hanno lasciato una voragine e l’ansia di riempirla nuovamente.
Si è creato un meccanismo
di dipendenza che, nella pigrizia di quasi tutte le forze politiche, prevede
l’affannosa ricerca del rinnovo delle convenzioni economiche, anche se questo
dovesse comportare l’aumento di un carico inquinante che ormai da anni è insostenibile
o, comunque, continuare ad impedire al Comune un’obiettiva valutazione
dell’impatto delle emissioni sulla salute dei cittadini.
Crediamo che sia necessario
liberarsi di questa dipendenza, rifiutando le politiche di monetizzazione della
salute con cui si compera il consenso degli enti locali e restituendo al Comune
il ruolo di garante della salute e della qualità dell’ambiente e del lavoro.
La questione energetica
continua ad essere centrale per il nostro territorio, ma oggi la nuova economia
che si fa strada utilizza l'energia del sole, del vento e del calore della
terra. I combustibili fossili, dannosi per il clima e per la salute, dovranno
essere abbandonati, sostituiti progressivamente ed inevitabilmente da fonti di
energia rinnovabili, non inquinanti e che non provocano modificazioni
climatiche.
Ciò comporta l’abbandono
del sistema basato sui grandi impianti di produzione d’energia da fonti fossili
e una conversione ecologica costituita da reti energetiche decentrate
alimentate da fonti rinnovabili prodotte il più vicino possibile al luogo di
utilizzo dell’energia. In tal senso, non può che essere considerata un’idiozia,
in termini ambientali ed economici, la produzione di energia da biomasse
vegetali importate dall’Australia, dall’Indonesia o, comunque, da migliaia di
chilometri di distanza, con il relativo contributo in termini di inquinamento
legato al trasporto, oltre che, naturalmente, alla combustione. Grandi impianti
di combustione di questo tipo, per evidenti motivi legati al costo della materia
prima, non sono altro che inceneritori mascherati, perché ben presto il legname
può essere sostituito dai più “economici” rifiuti. Dovrà, pertanto, essere
confermato lo smantellamento, già stabilito dal Ministero dell’Ambiente nel
2011, del IV gruppo della centrale Tirreno Power di Torrevaldaliga Sud ed
evitata qualsiasi forma di riconversione.
D’altra parte offrire alla
città un diverso scenario di attività produttive e di nuova occupazione renderà
più forte e autonoma l’amministrazione comunale nel rapporto con i grandi
insediamenti industriali esistenti, ponendo condizioni che invertano i ruoli
fin qui adottati.
La stessa posizione di
indipendenza deve essere mantenuta nei confronti del porto e dei depositi
costieri di prodotti petroliferi. Nel caso del porto, un ritorno economico
diretto per il Comune dai traffici portuali deve essere considerato come un
giusto risarcimento per essere stati sostanzialmente espropriati di una parte
così importante della città, piuttosto che una compensazione per continuare a
subire in silenzio le emissioni inquinanti delle navi. Al contrario è
necessario pretendere il rispetto delle prescrizioni imposte da più di dieci
anni dal Ministero dell’Ambiente all’Autorità Portuale e finora insabbiate,
come la realizzazione dei collegamenti elettrici per le navi in banchina e la
riqualificazione della Frasca.
La città dei diritti
La città dei diritti
Un’amministrazione comunale
degna di essere chiamata tale ha il dovere di farsi carico delle esigenze della
collettività, iniziando dai bisogni primari tramite interventi che non siano di
mera “assistenza”, quanto piuttosto di “promozione sociale” e di “tutela”.
Le Politiche sociali devono
concorrere a migliorare la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini,
dare risposte concrete al disagio e favorire la coesione e l’inclusione
sociale.
L’attuale crisi economica
ha determinato una modifica della platea del disagio; occorre, quindi, ampliare
e diversificare la gamma degli interventi, sulla base d i un puntuale ascolto
dei bisogni, avviando
un’attività programmatoria che consenta di ottenere una rete di servizi
stabili, di qualità, facilmente accessibili alla popolazione, conosciuti,
pubblicizzati e correttamente utilizzati.
Anche e soprattutto in
questo campo, come su tutte le altre tematiche, il confronto e la possibilità
di arrivare a scelte condivise rappresenti la base di partenza
metodologicamente indispensabile.
Diritto di cittadinanza
Per un reale diritto di
cittadinanza è indispensabile porre un’attenzione nuova alle fasce più deboli,
costruendo in modo sistematico politiche per gli svantaggiati, per i
diversamente abili, per gli anziani.
In tale ambito, ruolo
fondamentale ma complementare deve avere il volontariato ed il settore del
no-profit, ormai un vero e proprio settore economico (terzo settore).
I problemi della disabilità
rappresentano il terreno di massima integrazione tra i diversi settori
d'intervento sociale e tra le diverse problematiche ad esso legate in tutte le
dimensioni di vita: la sfera degli affetti, la vita relazionale, la dimensione
lavorativa, le esigenze abitative, i bisogni di conoscenza ed istruzione, la
dimensione comunicativa e molto altro.
A ciascuno di questi
aspetti corrispondono altrettanti diritti, riconosciuti e sanciti socialmente,
scientificamente e giuridicamente, al cui soddisfacimento deve tendere una
buona Amministrazione pubblica.
La partecipazione sociale
delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da
affrontare perché in essa si sommano problematiche derivanti non solo dalla
condizione di disabilità, ma, soprattutto e principalmente, dal contesto
ambientale e culturale.
Le persone con disabilità
sono caratterizzate da due aspetti: l'essere persona e l'essere disabile dove
l'essere disabile non deve costituire un problema personale, ma essere assunto
come problematica sociale all’interno di un sistema non alla portata di tutti.
Ed è su questo sistema
sociale "per pochi" che una buona Amministrazione raccoglie la sfida
rendendo fruibile l'accesso al proprio sistema di servizi, impiegando risorse
economiche sufficienti alla creazione degli stessi, oltre che all'abbattimento
delle barriere architettoniche e cercando di fare emergere le situazioni
sommerse che difficilmente verrebbero alla luce in assenza di interventi
mirati, puntuali e costanti: interventi che tendano ad un'integrazione
paritaria senza alcuna forma di esclusione, accogliendo e non respingendo.
È necessario invertire
l'attuale metodo del “tagliare” a chi già poco possiede attraverso una politica
che, al contrario rafforzi ed investa, occorre un'Amministrazione che dia
sostegno alle famiglie per non determinare situazioni di svantaggio e attenuare
l'incertezza che si crea all'interno delle stesse, anche in previsione di un
"dopo di noi", problema che rende difficile e, a volte, perfino
penalizzante il dialogo tra famiglie e servizi.
Verrà attivato, in
collaborazione con le associazioni di volontariato, uno Sportello per i
cittadini stranieri, al fine di fornire informazioni, consulenza, orientamento
alle persone immigrate nel territorio cittadino e per sostenerle nel percorso
di integrazione sociale.
Verrà inoltre istituita una
Consulta dei Cittadini Stranieri al fine di affrontare insieme le problematiche
derivanti dal fenomeno migratorio e valorizzarne la risorsa e fare delle tante
diversità un’opportunità di crescita per la comunità locale.
Civitavecchia è una città
con presenze religiose molteplici e articolate. Dai cattolici agli ortodossi,
dagli evangelici ai testimoni di Geova, dai buddisti, agli islamici. Queste
minoranze, ormai anche numericamente, sono significative e in crescita
(soprattutto per via dell’immigrazione). Facilitare l’incontro di queste
diversità significa investire per la sicurezza e per scongiurare tensioni
etniche o religiose. Ma anche fare della differenza una forza di sviluppo
civile e sociale.
Diritto all’abitare
La casa è un diritto di
ogni cittadino, di ogni uomo e di ogni donna.
Di fonte all’aggravarsi
della crisi sociale e abitativa non sono più sufficienti le solite promesse a
lungo termine, né tantomeno le indecenti quanto dispendiose soluzioni
temporanee quali le tristi sistemazioni emergenziali in stanze d’albergo o in
casette di legno e le inadeguate e mai sufficienti erogazioni a sostegno degli
affitti, che, peraltro, concorrono a far lievitare in città il livello dei
canoni alimentando il circolo vizioso dell’emergenza abitativa.
Riteniamo che vada invece
messa urgentemente sul tappeto una politica abitativa degna di questo nome e
all'altezza della situazione corrente che abbia i suo pilastri fondanti in:
v
Avvio di un
percorso di trasparenza relativamente al bando di assegnazione di case popolari
con regole certe e facilmente fruibili, anche per il tramite di uno sportello
telematico dedicato;
v
Monitoraggio
degli appartamenti del patrimonio pubblico (Ater/Comune) sfitti e
velocizzazione dell’iter di assegnazione con definizione di tempi certi;
v
Realizzazione
degli ormai più volte annunciati nuovi alloggi popolari, fino ad oggi bloccati
da polemiche ed inefficienze, nonostante vi siano i fondi stanziati da anni;
v
Avvio di un
tavolo di concertazione con gli organismi di categoria per stipulare, se
possibile, accordi che mettano a disposizione alloggi a canone concordato, a
fronte di precise garanzie, secondo gli accordi territoriali previsti dalla
legge 431/98, per assegnarli a tutti quegli inquilini che versano in uno stato
di necessità;
v
la pratica
dell'autorecupero a fini abitativi degli edifici dimessi, che la Regione Lazio
ha fatto propria con la legge regionale 55/1998 e che lo stesso Comune ha
inserito tra le strade praticabili con l’approvazione in Consiglio Comunale
della delibera 6 del 17 gennaio 2008 alla quale, però, non si è mai dato seguito
concreto. Una pratica che ha il pregio di prevedere la riqualificazione di
spazi inutilizzati sottraendoli al degrado ed evitando di ricorrere a nuove
costruzioni e, quindi, ad un ulteriore consumo e cementificazione del già
devastato territorio cittadino.
Il percorso delineato
sarebbe facilmente perseguibile e, oltre a dare una risposta al grave disagio
abitativo del territorio con costi esigui, colmerebbe l’insopportabile
contraddizione in termini di “gente senza casa e case senza gente”.
Diritto alla salute
L'insieme delle manovre messe a
punto dal Governo Berlusconi e confermate dal Governo Monti incide sulla sanità
pubblica per circa otto miliardi di euro da qui al 2014, che vanno ad
aggiungersi ai tagli già effettuati negli anni precedenti.
La sanità deve essere
considerata un bene comune e come tale non può e non deve essere considerata
solo un costo; peraltro, qualora volessimo utilizzare gli stessi indicatori che
orientano tradizionalmente i sostenitori dei tagli orizzontali, se da un lato
la spesa sanitaria pubblica incide attorno al 7% del prodotto interno lordo,
contemporaneamente la sanità, con tutto il suo insieme di variegate attività,
fornisce quasi il 13% del PIL stesso, con un saldo decisamente in attivo.
Il comune deve
riappropriarsi del proprio ruolo di capofila della conferenza dei sindaci ed
agire attivamente per migliorare le condizioni sanitarie nella nostra città e
nell’indotto dei comuni limitrofi; un azione che dovrà ovviamente, basandosi
sulle analisi dei fabbisogni assistenziali, partire, innanzitutto, dalla
razionalizzazione dell’Ospedale e dei servizi offerti dalle strutture
accreditate, dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza territoriale delle ASL
e della gestione dei malati cronici riacutizzati a domicilio, riordinando e
potenziando le attività del CAD in collaborazione stretta con i medici di
famiglia.
Per migliorare le
condizioni sanitarie nella nostra città e nell’indotto dei comuni limitrofi
obiettivo primario è ottimizzare:
v
Riorganizzazione
dell’Ospedale San Paolo, per esempio, non più per patologie ma per aree
mediche, definite in base alle necessità assistenziali del territorio e per
esempio:
Area rossa: ad alta complessità e intensità
con posti letto ( 22% ) tutti attrezzati in telemetria e con il monitoraggio
delle funzioni vitali. Ovviamente l’area rossa gestirà anche il Pronto
Soccorso, tanto bisognoso di rimedi, oggi, nel nostro Ospedale.
Area blu: raccoglie la gran parte dei
pazienti acuti, chirurgici e medici e posti di ostetricia (65%)
Area verde: a bassa intensità clinica, con
posti letto ( 33% ) rivolti alle polipatologie non in fase critica o ai
ricoveri legati anche ad esigenze sociali e ambientali, in attesa di
organizzare il loro ritorno a casa in assistenza territoriale.
v
Riqualificazione
e valorizzazione della professione infermieristica, che ancora viene usata come
30 anni fa, mortificando e sprecando una risorsa utile.
v
Incremento ed
ottimizzazione del servizio del 118 al fine di colmare i frequenti disservizi
nel sistema dell’emergenza, pretendendo, inoltre, l’istituzione della macchina
medica.
v
Valorizzazione e
riappropriazione del ruolo pubblico del Consultorio (secondo le leggi dello
stato) e rilancio del suo ruolo di prevenzione soprattutto tra le giovani
generazioni, ripensandone, se necessario, la collocazione al fine di
migliorarne la fruibilità consentendo anonimato e privacy delle/degli utenti,
soprattutto giovani e predisposizione dei servizi consultoriali per le più
ampie esigenze delle donne immigrate.
v
Osservatorio su
trasparenza dell’organizzazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali
soprattutto ospedaliere, volte a garantire una cospicua presenza di ore
dedicate ai servizi in regime di convenzione, dando respiro al CUP.
v
Promozione
dell’organizzazione dei medici base in associazioni per il miglioramento dei
servizi sanitari territoriali, la riduzione degli accessi al pronto soccorso e
la gestione dei malati cronici riacutizzati.
v
Promozione nella
formazione di una rete informatica socio-sanitaria dove le figure centrali sono
tre: l’Ospedale/ASL, il Comune ed il Medico di Famiglia con un sistema
informatico che vada a creare una banca dati di tipo socio-sanitario per lo
sviluppo di interventi assistenziali in ogni campo:
Sociale:
avere il polso sulle condizioni ed i bisogni della popolazione meno protetta:
anziani, disabili, malati mentali, malati cronici.
Sanitario: una banca dati sia
assistenziale che epidemiologica
Ambientale:
un registro delle patologie da danno ambientale, soprattutto in campo
oncologico.
Psichiatrico:
un registro degli assistiti psichiatrici cronici coi loro bisogni primari
assistenziali, sia sanitari che sociali, al fine di realizzare un percorso di
sostegno ed integrazione sociale.
v
Organizzazione
di case-famiglia per pazienti psichiatrici, secondo la Legge 180/78 (cosiddetta
legge Basaglia).
v
Organizzazione
di case – famiglia per il “dopo di noi”.
v
Promozione di
progetti di salute e prevenzione rivolti all’intera popolazione, mirata alle
malattie da inquinamento ambientale.
v
Dare seguito al
progetto Hospice oncologico, inquadrandolo in un’ottica di servizio pubblico
essenziale.
v
Promozione e riqualificazione
dei servizi socio-sanitari rivolti alla terza età.
I diritti delle donne
È un dato di fatto che a
tutt’oggi la rappresentanza femminile non è proporzionata all’effettivo impegno
delle donne, questo vale in campo politico, sociale come in quello economico e
lavorativo.
L’amministrazione comunale
si pone l’obiettivo di ribaltare la situazione di subordinazione e di minorità
in cui le donne storicamente vivono ed iniziare una rivoluzione culturale che
veda le donne protagoniste per favorire una effettiva parità di diritti e
migliorare la vivibilità collettiva.
E ciò non potrà non partire
dall’attivazione e dall’incremento di servizi di sostegno alla funzione sociale
di assistenza e cura quali:
v
L’incremento ed
adeguamento degli asili nido e delle scuole materne con orari flessibili a
sostegno delle esigenze delle madri lavoratrici e di quelle in cerca di
occupazione. L’obiettivo è quello di adeguare l’offerta del servizio alla
domanda:non più liste d’attesa e graduatorie.
v
Potenziamento
dei trasporti pubblici, con ampliamento degli orari, anche essi flessibili.
v
Incentivazione
degli orari flessibili per gli esercizi commerciali e per gli uffici che
riguardano la vita quotidiana.
v
Creazione di una
consulta delle donne che sostenga e valorizzi le attività di associazioni già
esistenti sul territorio (es: il Telefono Rosa) e di altre che potranno nascere
a difesa e protezione dei diritti delle donne.
v
Adeguamento
della vivibilità della città alle esigenze delle donne e dei bambini,
incentivando nei locali, sia pubblici che privati (ad esempio biblioteca,
cinema etc), la realizzazione di strutture adatte ai bambini e creando nuovi
luoghi che favoriscano l’aggregazione ed il gioco. Il nostro sogno è una città
a misura di bambino.
v
Potenziamento
dei servizi sociali e garanzia di aiuto ed assistenza domiciliare alle famiglie
che hanno in casa persone malate o disabili per alleviare la fatica delle donne
che si vedono costrette, spesso in solitudine, ad occuparsi delle cure dei
propri cari.
v
Sostegno
economico alle madri sole
v
Predisposizione,
in collaborazione con la ASL RMF, di un piano gratuito di diagnostica per la
prevenzione dei tumori femminili e per le loro cure ampliando l’età e la
tipologia delle patologie già attualmente sotto osservazione.
v
Presenza paritaria
dei generi nelle consulte partecipative.
Diritto alla Sicurezza
La città ha bisogno di
contrasto e prevenzione della micro-criminalità.
Saranno necessarie forme di
prevenzione nelle aree a rischio, potenziando le forme di vigilanza
istituzionali, incrementando l’illuminazione nelle zone periferiche ma,
soprattutto incentivandone la vitalità con iniziative culturali e ludiche.
Diritto alla mobilità
Va garantita una mobilità
sostenibile per i lavoratori pendolari.
Il Comune deve far valere
il proprio ruolo nei confronti di Trenitalia e della Regione Lazio al fine di
ottenere il miglioramento ed il potenziamento del trasporto pendolare,
diversificandolo da quello crocieristico, pretendendo l’elevazione degli
standard di qualità dei treni a servizi.
Va avviata una trattativa
con Trenitalia per una ristrutturazione della Stazione che preveda
l’abbattimento delle barriere architettoniche e la copertura delle banchine di
attesa dei treni.
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