18 aprile 2012

La nostra “visione” di futuro della città


Le nostre sfide prioritarie

Le nostre sfide prioritarie


Nel nostro programma alcune sfide sono prioritarie e imprescindibili :

v    Il ripristino della legalità e la lotta alla corruzione in ogni sua forma;
v    la tutela della salute e la lotta ad ogni forma di inquinamento;
v    correzione della programmazione urbanistica e nuova politica del territorio;
v    Il contrasto alla disoccupazione e alla precarietà e il sostegno a nuove opportunità di lavoro;
v    Il diritto alla casa
v    La sicurezza per le persone e la messa in sicurezza del territorio
v    La solidarietà, la tutela e il sostegno alle fasce più deboli, le pari opportunità

Legalità, onestà e competenza


Rappresentano i presupposti stessi dell’operato dell’amministrazione che vogliamo e quindi del programma, la base non negoziabile prima ancora che un obiettivo.

Un impegno specifico dell’amministrazione sarà la lotta alla criminalità ed alla corruzione. Sarà istituita una specifica commissione supportata da esperti e dalle associazioni impegnate nella lotta al crimine organizzato, che dovrà vigilare sugli appalti e sulla destinazione dei finanziamenti erogati, nonché sviluppare strategie atte a contrastare la malavita sul territorio. L’affidamento degli appalti, gestiti tramite stazione unica appaltante in collaborazione con la Provincia di Roma, sarà reso completamente trasparente, pubblicizzato, controllabile; ogni singola società che avrà contatti con il comune sarà in precedenza sottoposta alle verifiche di specifica commissione antimafia e dovrà essere sempre possibile per l’amministrazione comunale conoscere la reale composizione societaria dei suoi interlocutori;

Per quanto riguarda gli eletti in Consiglio Comunale e quanti saranno chiamati a ricoprire ruoli nella Giunta, è stata stilata una “Carta dei Principi” (allegata al nostro programma), vincolante per tutto il mandato e sarà istituito un comitato di garanti per monitorarne l’operato, così come saranno resi pubblici gli emolumenti e le dichiarazioni dei redditi degli amministratori ed eliminate forme di privilegio e vantaggio per chi amministra;

La scelta delle persone che rappresenteranno l’amministrazione e ne concretizzeranno l’indirizzo politico e di gestione sarà fondata sul criterio della provata competenza, oltre che sulla capacità di favorire e praticare nel migliore dei modi l’attuazione della gestione partecipata.

Amministrazione efficace e trasparente dei soldi pubblici

È anch’essa presupposto fondamentale del programma e dell’amministrazione che proponiamo.
Sarà riorganizzato e razionalizzato il lavoro degli assessorati in modo da consentire la massima integrazione tra gli stessi, l’efficienza e la riduzione degli sprechi, la visibilità del loro operato; inoltre saranno misurati e resi noti periodicamente i risultati operativi.
Saranno contenuti i costi dei servizi pubblici e dei consumi della città razionalizzandone il funzionamento, creando sinergie, ricorrendo anche alle alternative dell’economia ambientale (illuminazione della città, incremento del fotovoltaico, ecc. ) e disponendo il passaggio all’utilizzo del software libero negli uffici comunali e l’introduzione dei servizi Voce Tramite Protocollo Internet (Voip) in sostituzione dei tradizionali collegamenti telefonici;

Saranno rigidamente regolamentati e controllati gli appalti pubblici, eliminando il criterio del massimo ribasso, verificando la corrispondenza dei materiali usati a quella prevista nel capitolato, richiamando alla responsabilità civile e penale chi è incaricato del controllo dell’esecuzione dei lavori, eliminando i subappalti per determinati lavori, concertando con i gestori dei sottoservizi i rifacimenti del manto stradale e le responsabilità del ripristino dello stato dei luoghi per interventi ordinari;
Saranno utilizzate al meglio le risorse, in questi anni totalmente ignorate, che l’Unione europea mette a disposizione direttamente o tramite la Regione e con cui sarà possibile dare vita a progetti innovativi;
Saranno ricercate intese progettuali con gli altri comuni del comprensorio per razionalizzare la spesa pubblica su obiettivi convergenti.

Territorio e partecipazione


Territorio e partecipazione

Non è più rimandabile un’azione del Comune volta a correggere i danni provocati, nel passato più o meno recente, al territorio. L’esistenza di un Piano Regolatore dal 1968 costituisce per una città un fatto qualificante ma negli anni sono diventati evidenti gli effetti negativi prodotti nella sua applicazione.
Le Amministrazioni succedutesi non hanno avuto né la volontà né la capacità di gestire il territorio attraverso la programmazione degli interventi per lo sviluppo organico della città. Il quinquennio amministrativo della maggioranza moscheriniana si è esaurito nello sterile perseguimento di finalità episodiche distanti da una seria e coerente politica del territorio e la situazione urbanistica di Civitavecchia si è dimostrata totalmente fuori controllo. I numerosi cantieri di opere pubbliche e private sospesi dal Ministero per i Beni Culturali o sequestrati dall’autorità giudiziaria sono l’aspetto più evidente di un caos che l’amministrazione uscente ha certamente amplificato a livelli inaccettabili ma che ha radici più profonde, a livello cittadino e nazionale.
Il rispetto delle normative si è dimostrato ben lontano dall’essere la regola ed è sempre più chiaro che ogni progetto ha privilegiato la rendita parassitaria ed una gestione clientelare del territorio.
Intendiamo favorire la diffusione di una coscienza urbanistica, intesa come rapporto consapevole con lo spazio nel quale viviamo, per avviare la partecipazione attiva e democratica alle scelte di pianificazione in funzione della visione del “futuro” della città. La riaffermazione della centralità del pubblico, del concetto di programmazione, in un quadro normativo di regole certe, saranno gli aspetti di un’attività volta alla riqualificazione del centro abitato e alla tutela del patrimonio naturale e paesaggistico. Il tema fondamentale è ristabilire il corretto bilanciamento tra spazi pubblici e spazi privati realizzando le attrezzature ed i servizi sociali rimasti sulla carta. L’obiettivo è il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini attraverso la creazione degli ambiti urbani in cui vengono incoraggiate e si sviluppano relazioni sociali e culturali.

Assessorato al Territorio e Laboratorio permanente

Sarà istituito un assessorato al Territorio, comprendente le competenze di Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente, che si occuperà in maniera organica delle politiche relative al rapporto tra cittadini e territorio.
Sarà creato un Laboratorio Permanente di urbanistica e bioedilizia attraverso corsi, conferenze, dibattiti e una fiera Klimahouse del Mediterraneo per la promozione dei sistemi per l’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia.

Nuova politica del territorio
Ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente, salvaguardando il patrimonio storico, artistico, paesaggistico e naturale, sarà l’obiettivo strategico.
Alcune azioni saranno, in tal senso, prioritarie, in particolare:

v    revoca dei provvedimenti di falsa pianificazione adottati dall’amministrazione Moscherini, in particolare la cosiddetta “Variante della Variante 29” e tutti gli atti ad essa collegati, ovvero i Programmi Integrati e i Piani di Zona, strumenti basati sulla ridicola previsione di un incremento della popolazione di quasi 10.000 unità dal 2009 al 2018 e che vorrebbero riversare, in maniera immotivata, quasi un milione e mezzo di metri cubi di cemento su aree agricole o destinate a verde pubblico, sulla base di una scelta delegata, per giunta, ai privati;
v    revisione del Piano Regolatore Generale adeguandolo al Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) e al D.M. 1444/1968;
v    censimento degli immobili sfitti e/o invenduti di Civitavecchia per avere una precisa fotografia della situazione attuale e adesione alla Campagna Nazionale Stop al Consumo di Territorio;
v    censimento delle opere di urbanizzazione che riporti su carta lo stato di fatto delle opere, i tracciati, le caratteristiche, i dati dimensionali di ogni infrastruttura a rete e delle attrezzature e servizi (strade, rete idrica e fognaria, impianti di illuminazione, verde, scuole, edifici di culto, strutture sanitarie e per pubblici servizi);
v    difesa del suolo, attraverso la “cementificazione zerodelle zone agricole e il recupero di aree dismesse, la maggiore cura del verde urbano e periurbano come nel caso del Fosso di Fiumaretta, Fosso di Zampa d’Agnello, Fosso di Scarpatosta, Fosso Malpasso e Fosso del Marangone;
v    partecipazione nella gestione del territorio, intesa come informazione e confronto costante con i cittadini sulle proposte di interventi, da attuarsi prima ancora dell’attivazione delle procedure previste dalla normativa europea e nazionale in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dei Piani e Programmi e anche nei casi esclusi dalla stessa VAS. In pratica l’esatto contrario di quanto si è verificato finora: è inaccettabile, tanto più con le tecnologie oggi disponibili, che sulle questioni che riguardano l’utilizzo del territorio ci siano “sorprese” confezionate nel chiuso degli uffici e calate sulla vita delle persone. Ciò vale per la costruzione di singoli edifici, come per gli atti di pianificazione;
v    Creazione di un sistema di database geografici (GIS, Sistemi Informativi Geografici) per la raccolta, l’organizzazione e l’utilizzo di dati riguardanti il Catasto, l’urbanistica, i beni ambientali e paesaggistici, il sistema delle infrastrutture e delle reti tecnologiche e di trasporto. La raccolta di tutte le informazioni in un unico sistema informativo integrato sarà di libera consultazione e rappresenterà uno strumento indispensabile per la gestione del territorio in totale trasparenza;


Regolamento Edilizio Comunale e Delibere Consiliari in materia urbanistica

Il Regolamento Edilizio Comunale rappresenta uno strumento di compendio alle vigenti leggi urbanistiche nazionali e regionali di fondamentale importanza. Insieme alle Norme Tecniche del PRG, costituisce lo strumento più utilizzato per la corretta progettazione. L’attuale regolamento, annunciato dall’amministrazione uscente come una svolta epocale, presenta al contrario parti in netto contrasto con la normativa di PRG, leggi regionali e nazionali che reclamano l’urgente correzione per potere ottenere il riallineamento alla normativa vigente. Il metodo di calcolo della volumetria edificabile con gli articoli riguardo i “volumi da computarsi a tutti gli effetti” e “volumi e spazi da escludere dal computo delle volumetrie”, rappresentano l’esempio di come annebbiare il quadro normativo. Il principio di trasparenza segue di pari passo il principio della certezza delle regole che deve affermarsi attraverso la semplice interpretazione dei testi normativi. La necessità di eliminare contraddizioni e riletture “creative” delle norme, attuata anche attraverso l’adozione di delibere evidentemente illegittime, comporta la revisione dei testi e, in alcuni casi, l’annullamento in autotutela delle delibere incongruenti così come delle delibere in contrasto con la normativa vigente. Il R.E. approvato presenta molti difetti primo fra tutti il rischio di rimanere su carta e non essere attuato con la dovuta attenzione e perentorietà. Questo ha impedito ad oggi l’applicazione della corretta progettazione rispetto alle norme del Risparmio Energetico e la dotazione minima di produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili. Il processo di realizzazione dell’edificio richiede la costituzione di un ufficio deputato al controllo non solo della progettazione ma delle singole fasi di realizzazione durante le quali si può verificare la c.d. esecuzione a regola d’arte. Sarà istituito un gruppo di vigilanza urbanistica non solo finalizzato al controllo del territorio ma anche alla verifica del rispetto delle norme di corretta progettazione per il risparmio energetico, il contenimento dei consumi idrici, isolamento acustico e tutto quanto comporta la classificazione qualitativa dell’immobile. Sarà adottato un sistema locale di Certificazione della qualità dell’immobile per garantire il miglioramento delle prestazioni dell’involucro abitativo e i cittadini al momento dell’acquisto.

Civitavecchia senza “periferie”

Il centro e la periferia sono le due categorie urbane d’uso comune. Due sono le famiglie di periferie: quelle “pianificate” e quelle “spontanee”.
Le “periferie pianificate” attuate con i Piani di Zona di Campo dell’Oro, Faro, San Gordiano, Bandita delle mortelle, San Liborio, ognuno con la puntuale identificazione delle aree e dei servizi pubblici da realizzare. Le “periferie spontanee”, c.d. “Zone compromesse”, ovvero aree con bassa densità abitativa, prive dei servizi urbani basilari quali ad esempio le zone del Casaletto rosso e Campo dell’Oro alto, che esemplificano l’evidente incompiutezza dei processi insediativi non pianificati. In entrambe le situazioni sarà necessario ed urgente puntare alla realizzazione di tutte le “utilities” indispensabili allo svolgimento della vita quotidiana. L’obiettivo sarà per le pianificazioni già attuate, quello di fare rispettare gli accordi convenzionali diffidando all’assolvimento degli accordi sottoscritti con la P.A.; per le zone oramai compromesse, prive delle infrastrutture primarie, reti e servizi, oltre che degli spazi pubblici, l’obiettivo sarà la formazione di un programma di nuova pianificazione concordata per il riassetto delle periferie, attraverso una prima fase destinata alla integrazione delle opere di urbanizzazione primaria ed una seconda fase destinata alla realizzazione degli spazi pubblici di relazione.
Gli spostamenti periferia–centro che si verificano nelle ore del tempo libero non sono obbligati ma denunciano la ricerca di “qualità urbana”, per questo una qualità che si trova nella città tradizionale è molto importante che sia offerta anche nella periferia.

Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA) (PISU)


Il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA), è uno strumento di programmazione settoriale che ogni Comune deve elaborare e attuare per affrontare il tema dell'eliminazione delle barriere architettoniche. Oltre al PEBA i Comuni devono attivarsi per predisporre il PISU, Piani Integrati per gli Spazi Urbani, con l’obiettivo specifico dell’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi urbani per migliorarne accessibilità e percorribilità. La facilità e la sicurezza dei percorsi di adduzione ai luoghi di interesse pubblico sono condizioni fondamentali per tutti i cittadini, non solo per i disabili. Il concetto di “accessibilità diffusa” deve essere inculcato nella cultura progettuale perché finalmente si comprenda che rendere accessibili spazi e strutture pubbliche non vuol dire solamente abbattere le barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai disabili, ma vuole dire soprattutto migliorare la fruibilità per tutti i cittadini, in qualsiasi condizione fisica o psichica temporanea o permanente si trovino.
La pianificazione si rivolgerà alle persone con disabilità motoria o sensoriale (provvisoria o permanente), ma anche ad altri soggetti, come bambini ed anziani. Dovranno essere affrontate e risolte le problematiche connesse alla mobilità, prendendo in esame i temi relativi all'accessibilità pedonale (passaggi pedonali, fermate mezzi pubblici, incroci, etc.) coordinandoli con quelli relativi alla sicurezza stradale.
Si procederà ad una prima fase di “Censimento” delle barriere architettoniche in edifici e spazi d’interesse collettivo attraverso la schedatura di edifici pubblici ed il rilievo delle condizioni dell’accessibilità. La seconda fase si compirà con la formazione del PEBA e del PISU che congiuntamente condurranno alla definitiva programmazione degli interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Una quota degli oneri di urbanizzazione sarà dedicata a questo scopo.

Riqualificazione del centro urbano e Recupero delle aree dismesse


Il PRG di Civitavecchia è da tempo oggetto di critiche per essere ormai “datato” e per le innumerevoli Varianti succedutesi nel tempo. È sufficiente un lieve approfondimento per rendersi conto di come si tratti, in realtà, di critiche parziali e pretestuose, volte, per lo più, a giustificare l’emanazione di atti illegittimi, chiamando in causa la complessità della materia urbanistica dietro cui nascondere le interpretazioni di comodo.
Il PRG di Civitavecchia è uno strumento “aperto” che pone il minimo di prescrizioni generali alla base della pianificazione attuativa. Il PRG costituisce un valido quadro di riferimento, la base di programmazione a lungo termine propria dei Piani Regolatori che, per legge, non sono soggetti a decadenza ed ammettono la possibilità di Variante. Il problema di Civitavecchia è stato ed è ancora la costante presenza della pressione politica in campo urbanistico che ha violentato e piegato ai propri interessi le regole e le norme di pianificazione. Ne sono un esempio le innumerevoli proposte di Varianti respinte dalla Regione Lazio per la loro inapplicabilità.
La centralità della Pubblica Amministrazione sarà la regola, la proposta di pianificazione partecipata il metodo. La città deve essere riqualificata attraverso il ridisegno del tessuto urbano dei quartieri che non sono stati mai attuati attraverso la corretta pianificazione. Le nuove edificazioni nel centro urbano, preso atto del mancato rispetto del limite inderogabile di densità edilizia e dei rapporti degli standard urbanistici, saranno impedite. Le aree a standards e le volumetrie private non realizzabili, saranno delocalizzate in aree da individuare nello strumento Generale da adeguare al PTPG. Le zone o sottozone di PRG non ancora attuate verranno pianificate con lo strumento del Piano Particolareggiato di iniziativa comunale. Questo Piano con le norme attuative rappresenterà lo schema planivolumetrico e normativo di riferimento per l’intervento privato, da attuarsi, ove necessario, in consorzio con altri proprietari e per comparti edificatori.
Le aree dismesse saranno oggetto di recupero e riqualificazione. La loro individuazione e la scelta degli interventi sarà diretta conseguenza della “pianificazione partecipata” avviata per l’adeguamento del PRG alla normativa vigente. Saranno privilegiate le attività e le destinazioni d’uso che meglio risponderanno alle reali esigenze, emerse durante l’attività di elaborazione e discussione.

Verde urbano

 

L’adeguamento del PRG al PTPG avrà come effetto l’individuazione e delimitazione di tutte le aree della Rete Ecologica Provinciale (REP). Le aree “Buffer”, individuate e protette per la presenza di biodiversità e caratterizzate dalla presenza di flora, fauna e vegetazione di notevole interesse biogeografico e conservazionistico, insieme alle “aree di connessione primaria”, verranno destinate alla costituzione di verde pubblico naturale o attrezzato. Le zone della città in cui risulterà insufficiente la dotazione di spazi pubblici da destinare a verde di standard, secondo i limiti inderogabili del D.M. 1444/1968, potranno quindi contare sulla disponibilità di zone da destinare a parco potendo in questo modo recuperare le area a verde di quartiere da destinare ad attrezzature per il gioco, le attività ricreative, culturali e per lo sport.
Il verde sarà lo strumento utile per il recupero delle condizioni di degrado presenti in alcuni quartieri periferici della città. L’azione amministrativa punterà alla realizzazione del verde pubblico presente nel PRG vigente attraverso la realizzazione, per esempio, di un parco urbano nella zona al di sotto del Faro, la realizzazione del verde di quartiere, come definito nella Variante 7 di PRG, per le zone a nord di San Gordiano e la fascia compresa tra San Gordiano e Boccelle.
La dotazione del verde di standard sarà norma imprescindibile per la futura pianificazione.

Tutela e valorizzazione dei beni storici, archeologici e paesaggistici

È necessario ricostruire il rapporto con i beni culturali, paesaggistici e naturali presenti nella nostra città e nel territorio; sia quelli più noti e meglio conservati, sia, soprattutto, quelli dimenticati o sconosciuti e attualmente relegati a una condizione di semi-abbandono o di degrado. In tal senso sarà fondamentale il contributo delle associazioni che, raramente considerate dall’amministrazione comunale, hanno continuato a mantenere in vita l’interesse per questo aspetto essenziale dell’ambiente urbano e periurbano.
La valorizzazione delle testimonianze storiche e archeologiche deve essere intesa non soltanto come opportunità per qualificare l’offerta turistica, ma anche come occasione per i civitavecchiesi di riscoprire la piacevole sensazione di abitare in una città millenaria, da riavvicinare con rispetto e ammirazione, avendo allo stesso tempo la consapevolezza di esserne parte integrante.
Sotto questo aspetto, il Comune:

v    garantirà la sua collaborazione nella tutela e valorizzazione delle testimonianze archeologiche della Frasca, attualmente oggetto di ricerca da parte della Soprintendenza nell’ambito della riqualificazione dell’area che dovrà essere realizzata dall’Autorità Portuale;
v    valuterà, di concerto con la Soprintendenza, la possibilità di aprire al pubblico la necropoli de La Scaglia;
v    si impegna a rendere possibile l’accesso alle testimonianze della città romana di Centumcellae esistenti nei sotterranei di Corso Marconi;
v    procederà alla revoca delle delibere dell’amministrazione uscente che prevedono l’inaccettabile cementificazione delle aree limitrofe all’ospedale e, contestualmente, pianificherà nell’area in questione un parco urbano che preveda, con le risorse destinate alla realizzazione dell’opera pubblica, la giusta valorizzazione della villa romana del Belvedere, in località Vigna De Filippi, già aggredita, in un passato relativamente recente, dall’ottusità del cemento e dall’ingiustificabile silenzio del comune e delle autorità competenti;
v    proporrà al Corpo Forestale dello Stato la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa finalizzato alla corretta individuazione delle aree colpite da incendi boschivi nel 2006 e nel 2007 in zona Ficoncella-Sferracavallo e inserite, grazie anche alla compiacenza della Regione Lazio, nella Variante al PRG falsamente definita “termale” e che ha avuto il principale effetto di incrementare in maniera esponenziale il valore di terreni ai quali è stata attribuita una nuova destinazione residenziale e commerciale. Si provvederà, a seguito di tale individuazione, all’adozione di un’opportuna variante di salvaguardia che possa, nelle more dell’adeguamento del PRG al PTPG, ripristinare l’originaria visione dell’area come “parco archeologico-termale”, dove le terme pubbliche, la cui procedura di realizzazione e gestione, iniziata in maniera palesemente scorretta dall’amministrazione uscente, dovrà essere azzerata e ripetuta, saranno circondate da un contesto naturale, per il quale si propone la forma del “parco archeologico e culturale” previsto dalla L.R. 24/98.
v    porrà in essere gli interventi necessari per restituire alla Rocca una condizione dignitosa;
v    proseguirà e implementerà la collaborazione con l’Università della Tuscia finalizzata al restauro e alla valorizzazione degli affreschi presenti a Palazzo Manzi;
v    individuerà tra gli immobili esistenti degli spazi da destinare alla ricostituzione del Museo Civico e all’istituzione della Galleria Calamatta;
v    recupererà il rudere del palazzo in Via Trieste distrutto nella II guerra mondiale, trasformando il sito in Luogo della Memoria con annessa mostra permanente degli effetti dei bombardamenti sulla città storica.

Il Comune, nel rispetto dell’art. 9 della Costituzione, promuoverà la diffusione di una cultura del Paesaggio, anche al fine di rimediare alle distorsioni causate dall’amministrazione Moscherini che ha ripetutamente e ingiustamente additato come un incubo il sistema dei vincoli esistente sul nostro territorio.

Economia sostenibile, occupazione, formazione


Economia sostenibile, occupazione, formazione

Fino ad oggi la gran parte della produzione di beni materiali si è fondata sui consumi e sulla sequenza “usa e getta e riacquista”.
In fase economica recessiva, e, più in generale, in un approccio razionale al pianeta, non si può continuare a comprare beni non essenziali, mancano le basi (lavoro e soldi, ossia benessere) per “consumare” a oltranza.
Al contrario aumentano i fabbisogni immateriali per l’aumento degli anziani, delle fasce sociali deboli, dei fabbisogni di assistenza e cura e sono sempre più evidenti e devastanti i problemi causati dal dissesto idrogeologico e dall’inquinamento, dall’erosione delle coste; aumenta la necessità di sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio e di quello architettonico e archeologico.
Inoltre la competizione connessa alla globalizzazione costringe a investire in ricerca, qualità e innovazione, ma anche a individuare nel territorio peculiarità e risorse uniche e non riproducibili altrove, per cui la rivalutazione dei beni artistici, archeologici, ambientali, l’artigianato locale, le produzioni originali tipiche, il turismo e la cultura costituiscono rinnovate occasioni di lavoro.
L’economia si va spostando dalla produzione di soli beni di consumo su altri beni che rappresentano oggi un mercato ancora aperto rispetto al mercato dei beni materiali, ossia:

v    Servizi

v    Tutela/messa in sicurezza del territorio

v    Ambiente

v    Cultura

v    Produzioni locali e artigianato

v    Turismo

E queste rappresentano non tanto scelte ideologiche quanto logiche.

La città ha bisogno di una nuova visione del modello economico fondata non più su mega-opere inutili quali il Terminal Cina, quanto piuttosto sulle sue risorse tradizionali da una parte e sulle nuove forme di economia dall’altra, che creino occasioni stabili di occupazione. L’amministrazione comunale dovrà sostenere una politica occupazionale rivolta alla cosiddetta “green economy”, alle risorse locali tradizionali, al turismo, alla promozione culturale, al recupero edilizio, alle “piccole opere” di messa in sicurezza del territorio, all’innovazione tecnologica, alla rimodulazione dei servizi e all’integrazione sociale.
La città ha come vettori potenziali del suo tessuto economico il porto, le terme e una posizione invidiabile dal punto di vista dell’offerta culturale, sia per le sottovalutate risorse presenti in città sia per la posizione intermedia tra Cerveteri e Tarquinia. Questi fattori, se valorizzati, rappresentano importanti opportunità di occupazione, intercettando anche i flussi turistici che arrivano dal porto. Ma di più si può fare proponendo Civitavecchia come polo di scambi culturali con le regioni del Mediterraneo, per costituire un centro di incontro interculturale tra continenti e tra diverse economie, così come sostengono specifiche misure e finanziamenti comunitari, in modo tale da produrre economia turistico-culturale internazionale, ma anche tale da allargare l’ottica e la cultura locali in visioni più ampie e stimolanti.

Il porto andrebbe riorganizzato in molti dei suoi aspetti potenziando il settore “commerciale”, troppo penalizzato, secondo le direttive dell’allora Presidente dell’Autorità Portuale e oggi Sindaco uscente Moscherini, a favore del “passeggeri” e  del “crocieristico”.
Il “commerciale” è un settore che può dare  lavoro concreto ed avere ricadute economiche ed occupazionali tangibili sul territorio.
Spazi utili ai traffici portuali ed alle attività connesse dovranno essere recuperati in quelli attualmente occupati dai depositi costieri che dovranno essere, come previsto, dismessi a scadenza naturale della concessione, a totale carico dei concessionari.

Riteniamo indispensabile che l’Amministrazione Comunale si riappropri del proprio ruolo di promotore dell’economia locale e pretenda di avere voce in capitolo sulla relativa programmazione, confrontandosi con l’Autorità Portuale da una posizione non di sudditanza ma da quella di chi ha la consapevolezza di avere il diritto/dovere di pianificare, anche economicamente, il futuro del territorio e, quindi, anche del porto che dello stesso è parte integrante.
In tale ottica non si può prescindere da un monitoraggio delle concessioni portuali verificando il pieno rispetto dei piani occupazionali presentati congiuntamente alla richiesta di concessione e dando priorità, nel caso di nuove concessioni, a quelle che presentano maggiori garanzie in termini di posti di lavoro.
La sinergia tra i due Enti, piuttosto che vagheggiare di pericolose cattedrali nel deserto, come Terminal China o Piattaforma Italia che dir si voglia, deve invece prendere in considerazione l’analisi e la risoluzione delle reali carenze infrastrutturali che penalizzano lo scalo cittadino impedendogli di sfruttare a pieno le proprie potenzialità. L’interporto, ad esempio, dovrà assumere la funzione per cui è stato pensato, ovvero quella di manipolazione, lavorazione e transito delle merci da e per lo scalo, anche ritagliandosi un ruolo, in virtù della posizione centrale dello scalo cittadino, in ambito di traffici finora non intercettati come quelli umanitari.
Nel confronto tra Comune e Autorità Portuale vanno, inoltre, gettate le basi per l’attivazione di veri e propri percorsi formativi tesi alla creazione di tutte quelle figure professionali tipiche della vita portuale. Solo così la città potrà ritornare a vivere il porto come parte di se stessa e non percepirlo come realtà avulsa dal territorio, terreno indisturbato di poteri forti e ricche signorie.

La riappropriazione del porto, ed in particolare della sua parte monumentale, da parte della città, non può prescindere dall’interruzione dell’iter di concessione novantannovennale dell’intero porto storico alla Società “Porto del Tirreno srl.” per la realizzazione di una “marina yachting” per imbarcazioni oltre i 30 metri, che esproprierebbe i diportisti locali, ed i cittadini tutti, dal diritto di vivere il proprio porto. La nautica da diporto, e le attività d’indotto, possono e dovranno essere fonte di occupazione inserendole in un circuito che preveda risposte alle varie esigenze del settore anche recuperando antichi mestieri, come il mastro d’ascia, che rischiano di scomparire, e conquistando fette di mercato cosiddetto di nicchia (es. restauro imbarcazioni d’epoca). Peraltro tale ambito ben si presta ad una riconversione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, cosi come all’inclusione di quanti vengono definiti socialmente svantaggiati.

Altra risorsa di nuova occupazione deve essere individuata nella “green economy” e nella ricerca. In tal senso l’amministrazione comunale verificherà con l’Università di Roma Tor Vergata la possibilità di partecipare concretamente al progetto relativo al “fotovoltaico organico” da fibra vegetale e alle sue applicazioni produttive;
Altre azioni saranno intraprese verso il collegamento con l’industria di trasformazione rilanciando la mai realizzata catena del freddo.
L’area industriale, ad oggi mai decollata, dovrà essere razionalizzata, riorganizzata e sottoposta a stringenti procedure di verifica da parte dell’Amministrazione Comunale, sottraendola alle trame speculative di compravendita e subappalti di capannoni da parte di società fantasma, per renderla realmente fruibile a chi voglia fare impresa, restituendole una reale funzione di area di insediamenti produttivi tangibili e verificabili..
Si favorirà la creazione di punti pubblici di telelavoro.
In sintesi tutte le politiche settoriali del nostro programma potranno avere importanti ricadute occupazionali.
Per sostenere e accompagnare l’economia cittadina e l’occupazione sarà però necessario per l’amministrazione prevedere e misurare per ogni progetto le sue ricadute occupazionali, per dare priorità di investimenti a quelli di maggiore garanzia.
In tempi di crisi economica, inoltre, tornerà il bisogno di beni durevoli nel tempo, e all’ “usa e getta” si sostituirà “l’aggiusta e il riusa”, quindi tornerà l’attenzione alla qualità più che alla quantità. Torneranno “di moda” gli artigiani e la serietà e competenza del lavoro.

La competizione, di conseguenza, si misurerà sulla qualità e sulla affidabilità.

Tornano ad essere fondamentali le risorse umane e la loro professionalità
Questo significa un diverso peso da dare alla formazione e qualificazione del personale e alla formazione professionale dei giovani e dei lavoratori, quanto alla creatività e l’imprenditività.
La formazione professionale e tecnica dovrà legarsi ai progetti di economia locale ed essere pianificata in funzione delle professionalità necessarie alle nuove opportunità di lavoro (Università nautica, professionalità legate alle terme, all’accoglienza dei flussi turistici e ai percorsi archeologici, professionalità legate alle nuove tecnologie e all’ambiente, all’artigianato).
Sarà anche necessario accompagnare i giovani a scelte oculate con servizi efficaci di informazione e orientamento, bilancio di competenze e orientamento al lavoro autonomo, servizi con personale qualificato e aggiornato che dovranno essere adeguati anche per gli adulti, temporaneamente disoccupati od espulsi dai processi produttivi.

Sarà inoltre necessario porre in essere un’incisiva sinergia con gli organi competenti al fine di rafforzare gli strumenti di controllo per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro.
L’amministrazione comunale, per quanto di propria competenza, si occuperà del controllo sull’applicazione della L. 68/99 per l’inserimento obbligatorio di quote di disabili.
L’amministrazione comunale sosterrà il nuovo modello economico tramite un costante rapporto con le parti sociali

v    indirizzando le risorse a favore dei settori e progetti citati, anche ricorrendo a fondi comunitari specifici;

v    sostenendo e incentivando reti di imprese, consorzi, cooperative per l’utilizzo di servizi comuni e la razionalizzazione degli investimenti in ricerca, innovazione, internazionalizzazione, allo scopo di effettuare economie di scala;


v    favorendo la piccola distribuzione, il commercio tradizionale, l’artigianato, rispetto alla grande distribuzione;

v    indirizzando il sistema formativo verso i nuovi fabbisogni professionali, e adottando il Fondo Sociale Europeo per progetti formativi mirati alle prospettive economiche progettate e a specifiche occasioni di lavoro, così come per l’inserimento lavorativo di categorie deboli o svantaggiate;

v    valorizzando e qualificando i servizi di orientamento e collocamento, sia per l’inserimento lavorativo che per il reinserimento, tanto per il lavoro dipendente che nell’ambito del lavoro autonomo;

v    dando impulso e sostegno all’imprenditorialità giovanile, in collaborazione con le associazioni di categoria e le camere di commercio, offrendo servizi di accompagnamento all’ideazione e progettazione di impresa, destinando gratuitamente siti per incubatori di impresa e servizi di sostegno allo start-up di microimprese, favorendo il micro-credito;

v    sostenendo - anche tramite risorse dei fondi comunitari - il rilancio degli antichi mestieri e dell’artigianato di qualità, con l’utilizzo dell’apprendistato per i giovani;
v    impegnandosi in una lotta attiva alla precarietà, dando per primo la priorità al lavoro a tempo indeterminato per i dipendenti comunali, così come negli enti e nelle società comunali, compatibilmente con i limiti imposti dalla legislazione;

Come operatore economico il Comune adotterà pratiche di correttezza e trasparenza per i contratti di fornitura, le prestazioni professionali, gli appalti, imponendo regole stringenti alle società controllate e partecipate
Corruzione, connivenze, infiltrazioni della criminalità organizzata, disonestà e clientelismo generano disoccupazione e sotto-occupazione, inquinando le regole del mercato del lavoro e distogliendo gli investimenti sani. Quindi è indispensabile contrastare comportamenti politici e della gestione della cosa pubblica indifferenti a questa problematica, se non addirittura complici.
La richiesta di legalità, correttezza e onestà è funzionale alla creazione del nuovo sistema economico e Il lavoro deve tornare ad essere un diritto e non un privilegio concesso per fini clientelari.
Infine abbiamo intenzione di rivolgere un’attenzione particolare al microcredito ed al prestito sociale, due opportunità economiche rivolte a quella fascia di cittadini che per motivi  tecnici rimangono “emarginati” dalle realtà finanziarie (banche, istituti di credito).
Questo tipo di attività finanziaria è totalmente inserita nel tessuto sociale e la risposta alla domanda di credito è tanto più vera, tanto più il servizio si avvale ed è affiancato dalle amministrazioni comunali,  attraverso quei servizi come, ad esempio, politiche sociali, istruzione e sport, da cui emergono necessità e richieste da parte di associazioni o singoli non finanziabili per le logiche tradizionali.
Vogliamo realizzare nella nostra città un servizio di finanza etica completamente controllata dall’amministrazione comunale e che faccia fronte alle esigenze delle fasce fuori mercato.


Promozione culturale e dello sport

È necessaria una politica che, rivolta a tutti, privilegi i giovani sia come destinatari che come protagonisti attivi. I siti recuperati grazie alla nuova politica urbanistico-edilizia costituiranno il contenitore di eventi culturali, di incontro tra personalità e maestri con le scuole e i gruppi giovanili, di luoghi di apprendimento e sperimentazione e potranno ospitare particolari eventi di portata nazionale.
La promozione culturale sarà interpretata come un valore aggiunto per migliorare la vivibilità della città, permettendo a tutti di usufruire di un’offerta che fornisca momenti di svago e, al contempo, accrescimento di valori e conoscenze. La diffusione di questi momenti comporterà anche maggiore consapevolezza verso il patrimonio artistico della città e la sua memoria storica e più in generale maggior rispetto del bene comune. Si punterà per questo a promuovere iniziative gratuite ed aperte alla partecipazione di tutti. Saranno promosse consulte delle associazioni culturali locali - divise per tematica di attività - per la rappresentazione delle esigenze e l’affermazione delle proposte. Saranno organizzati eventi di scambio di conoscenze (Skillshare) con l’intento di promuovere lo scambio gratuito di esperienze e di capacità. Saranno promossi eventi interculturali che coinvolgeranno e mireranno all’integrazione delle conoscenze delle diverse realtà culturali ed etniche esistenti in città. Saranno promosse borse di studio presso le locali scuole medie e superiori per la realizzazione di progetti per la riscoperta del valori storico culturali della città e finanziati i progetti risultati migliori.
Lo sport sarà concepito come strumento formativo, da sostenere e diffondere, come sostegno alla salute per tutti, come evidenziatore di talenti. Lo sport a Civitavecchia riveste un ruolo sociale rilevante, basti pensare al grande lavoro delle numerosissime società sportive che rappresentano Civitavecchia nei vari tornei nazionali e ai tanti campioni locali che si sono affermati nelle varie discipline. In tale contesto il compito del Comune è garantire a tutti pari opportunità sia nell’utilizzo dell’impiantistica pubblica, sia nella suddivisione dei finanziamenti. A tale scopo vogliamo riunire intorno ad un unico tavolo i rappresentanti delle varie associazioni per definire i criteri di utilizzo degli impianti e di finanziamento, privilegiando la presenza di programmi di avviamento allo sport anche per le fasce più deboli (famiglie a basso reddito, anziani e disabili). Lo sport può offrire opportunità di occupazione e per questo vogliamo essere vicini all’associazionismo sportivo per l’organizzazione di eventi, volano per la crescita del così detto “turismo sportivo” con benefici per le attività turistiche e commerciali.

Il turismo e i percorsi archeologici

Malgrado la grave crisi economica mondiale verificatasi negli ultimi anni abbia provocato una recessione del settore turistico internazionale, il porto di Civitavecchia ha conosciuto recentemente un costante incremento degli arrivi delle navi da crociera.
Nel 2012 sono previsti circa 2.000.000 croceristi in arrivo a Civitavecchia, tra passeggeri in transito e quelli che iniziano o terminano qui il loro viaggio
È stimato che almeno il 25% dei passeggeri delle navi da crociera che attraccano al porto rimangono nella nostra città. Mediamente circa 500.000 croceristi all’anno trascorrono una giornata nella nostra città e sono sempre più numerosi i passeggeri dei traghetti che sostano a Civitavecchia. Tutti questi passeggeri, a cui si aggiungono altri turisti occasionali, spesso non hanno la possibilità di visitare Civitavecchia in maniera adeguata: sono quasi costretti a trascorrere qualche ora in città senza avere l’opportunità di apprezzarne le attrazioni e la storia millenaria.
Un flusso turistico di tali proporzioni rappresenta potenzialmente un’enorme risorsa economica per Civitavecchia, una risorsa sicuramente alternativa e preferibile a molte altre.
Per sopperire alle carenze che attualmente interessano il settore turistico a Civitavecchia sono necessari alcuni provvedimenti che non comporterebbero spese eccessive.
Innanzitutto bisogna attuare una precisa politica di accoglienza e assistenza al turista.
L’accoglienza è infatti il biglietto da visita che Civitavecchia offre ai turisti, che spesso hanno proprio qui il primo impatto con la nostra nazione.
È necessario quindi allestire i Punti d’Informazione Turistica (PIT), come previsto dalla vigente normativa Regionale sul Turismo, possibilmente nei pressi dei luoghi di maggiore flusso di turisti , cioè la Stazione Ferroviaria, Piazza Vittorio Emanuele e Viale Garibaldi, unico punto dove attualmente è presente un box informativo. Questi punti di Informazione naturalmente devono essere dotati di materiale informativo multilingue sulla città e sul suo territorio e devono essere condotti da personale altamente qualificato, in modo da poter soddisfare tutte le esigenze dei turisti.
Bisogna poi installare dei cartelli almeno in italiano ed inglese che indicano la strada per i punti più importanti ed interessanti della città, come l’entrata/uscita del porto, il centro città, l’ufficio informazioni, la stazione ferroviaria, la posta, i monumenti, il mercato, il lungomare, il Museo Nazionale e le chiese del centro storico.
È opportuno anche collocare nei pressi dei monumenti cittadini e degli edifici storici dei pannelli, sempre in italiano ed inglese, che ne illustrano la storia e le caratteristiche.
In base a questi cartelli e pannelli si dovrebbero organizzare dei circuiti turistici per agevolare i turisti nella visita della città.
Devono essere valorizzati i più importanti monumenti cittadini. In particolare si deve approntare una linea di trasporto urbano che colleghi il centro con le Terme Taurine, che rappresenta il principale sito di interesse storico-archeologico di Civitavecchia.
In intesa con associazioni ed enti si dovrebbero rendere fruibili alcuni siti di eccezionale interesse storico, come la Rocca, la Necropoli Etrusca della Scaglia, gli ambienti ipogei sotto la Chiesa della Stella e i resti della città romana ubicati nei sotterranei dei palazzi di Corso Marconi e favorire l’organizzazione di visite guidate della città.
In queste iniziative andrebbero anche coinvolti gli esercenti e i negozianti di Civitavecchia, in modo da abbinare lo shopping alla visita alla città. In tal senso si deve incoraggiare l’apertura dei negozi anche nelle prime ore pomeridiane.
Al fine di promuovere il territorio occorre sostenere l’organizzazione (diretta o indiretta) di manifestazioni turistiche eno-gastronomiche, di eventi di carattere culturale (dibattiti, conferenze, convegni, ecc.) e potenziare le celebrazioni classiche di Civitavecchia.
Va dato inoltre maggiore impulso al settore del turismo termale (con l’avvio definitivo degli impianti della Ficoncella-Terme di Traiano) e a quello del turismo balneare.
Per migliorare la promozione turistica è necessario anche rafforzare la presenza nostra città nelle principali fiere e borse turistiche, come la Borsa Internazionale del Turismo di Milano e la Fiera del Turismo Archeologico di Paestum.
Altri provvedimenti da adottare per migliorare la ospitalità nei confronti dei turisti, ma che porterebbero giovamento anche a tutti i cittadini, sono l’abbattimento delle molte barriere architettoniche presenti in città (considerato che molti turisti che giungono in città con le navi da crociera hanno difficoltà motorie) e il potenziamento del trasporto pubblico urbano.
Per favorire un’economia turistica del territorio è opportuno organizzare un coordinamento tra i vari soggetti che si occupano a vario titolo di turismo ricettivo: Comune, Autorità Portuale, Soprintendenza Archeologica, Associazioni Turistiche, strutture alberghiere, negozianti, agenzie, associazioni, ristoranti, ecc. Sarebbe opportuno in questo senso creare un organismo di coordinamento tra questi soggetti per la gestione della promozione di un prodotto turistico locale e di appositi pacchetti da presentare alle principali fiere e borse del settore. Ciò permetterebbe di proporre un’offerta turistica organica consona alle potenzialità della città.

Rapporti con i grandi insediamenti industriali e produttivi

Uno degli effetti più subdoli della riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord è stato quello di drogare il bilancio del Comune: circa 90 milioni di euro sono stati riversati dall’Enel, a titolo di “compensazione”, nelle casse comunali dal 2003 a oggi senza lasciare traccia sulla città. Quei soldi sono stati utilizzati, soprattutto dall’amministrazione Moscherini, per finanziare la spesa corrente e una volta finiti hanno lasciato una voragine e l’ansia di riempirla nuovamente.
Si è creato un meccanismo di dipendenza che, nella pigrizia di quasi tutte le forze politiche, prevede l’affannosa ricerca del rinnovo delle convenzioni economiche, anche se questo dovesse comportare l’aumento di un carico inquinante che ormai da anni è insostenibile o, comunque, continuare ad impedire al Comune un’obiettiva valutazione dell’impatto delle emissioni sulla salute dei cittadini.
Crediamo che sia necessario liberarsi di questa dipendenza, rifiutando le politiche di monetizzazione della salute con cui si compera il consenso degli enti locali e restituendo al Comune il ruolo di garante della salute e della qualità dell’ambiente e del lavoro.
La questione energetica continua ad essere centrale per il nostro territorio, ma oggi la nuova economia che si fa strada utilizza l'energia del sole, del vento e del calore della terra. I combustibili fossili, dannosi per il clima e per la salute, dovranno essere abbandonati, sostituiti progressivamente ed inevitabilmente da fonti di energia rinnovabili, non inquinanti e che non provocano modificazioni climatiche.
Ciò comporta l’abbandono del sistema basato sui grandi impianti di produzione d’energia da fonti fossili e una conversione ecologica costituita da reti energetiche decentrate alimentate da fonti rinnovabili prodotte il più vicino possibile al luogo di utilizzo dell’energia. In tal senso, non può che essere considerata un’idiozia, in termini ambientali ed economici, la produzione di energia da biomasse vegetali importate dall’Australia, dall’Indonesia o, comunque, da migliaia di chilometri di distanza, con il relativo contributo in termini di inquinamento legato al trasporto, oltre che, naturalmente, alla combustione. Grandi impianti di combustione di questo tipo, per evidenti motivi legati al costo della materia prima, non sono altro che inceneritori mascherati, perché ben presto il legname può essere sostituito dai più “economici” rifiuti. Dovrà, pertanto, essere confermato lo smantellamento, già stabilito dal Ministero dell’Ambiente nel 2011, del IV gruppo della centrale Tirreno Power di Torrevaldaliga Sud ed evitata qualsiasi forma di riconversione.
D’altra parte offrire alla città un diverso scenario di attività produttive e di nuova occupazione renderà più forte e autonoma l’amministrazione comunale nel rapporto con i grandi insediamenti industriali esistenti, ponendo condizioni che invertano i ruoli fin qui adottati.
La stessa posizione di indipendenza deve essere mantenuta nei confronti del porto e dei depositi costieri di prodotti petroliferi. Nel caso del porto, un ritorno economico diretto per il Comune dai traffici portuali deve essere considerato come un giusto risarcimento per essere stati sostanzialmente espropriati di una parte così importante della città, piuttosto che una compensazione per continuare a subire in silenzio le emissioni inquinanti delle navi. Al contrario è necessario pretendere il rispetto delle prescrizioni imposte da più di dieci anni dal Ministero dell’Ambiente all’Autorità Portuale e finora insabbiate, come la realizzazione dei collegamenti elettrici per le navi in banchina e la riqualificazione della Frasca.

La città dei diritti


La città dei diritti

Un’amministrazione comunale degna di essere chiamata tale ha il dovere di farsi carico delle esigenze della collettività, iniziando dai bisogni primari tramite interventi che non siano di mera “assistenza”, quanto piuttosto di “promozione sociale” e di “tutela”.
Le Politiche sociali devono concorrere a migliorare la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini, dare risposte concrete al disagio e favorire la coesione e l’inclusione sociale.
L’attuale crisi economica ha determinato una modifica della platea del disagio; occorre, quindi, ampliare e diversificare la gamma degli interventi, sulla base d i un puntuale ascolto
dei bisogni, avviando un’attività programmatoria che consenta di ottenere una rete di servizi stabili, di qualità, facilmente accessibili alla popolazione, conosciuti, pubblicizzati e correttamente utilizzati.
Anche e soprattutto in questo campo, come su tutte le altre tematiche, il confronto e la possibilità di arrivare a scelte condivise rappresenti la base di partenza metodologicamente indispensabile.

Diritto di cittadinanza

Per un reale diritto di cittadinanza è indispensabile porre un’attenzione nuova alle fasce più deboli, costruendo in modo sistematico politiche per gli svantaggiati, per i diversamente abili, per gli anziani.
In tale ambito, ruolo fondamentale ma complementare deve avere il volontariato ed il settore del no-profit, ormai un vero e proprio settore economico (terzo settore).
I problemi della disabilità rappresentano il terreno di massima integrazione tra i diversi settori d'intervento sociale e tra le diverse problematiche ad esso legate in tutte le dimensioni di vita: la sfera degli affetti, la vita relazionale, la dimensione lavorativa, le esigenze abitative, i bisogni di conoscenza ed istruzione, la dimensione comunicativa e molto altro.
A ciascuno di questi aspetti corrispondono altrettanti diritti, riconosciuti e sanciti socialmente, scientificamente e giuridicamente, al cui soddisfacimento deve tendere una buona Amministrazione pubblica.
La partecipazione sociale delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da affrontare perché in essa si sommano problematiche derivanti non solo dalla condizione di disabilità, ma, soprattutto e principalmente, dal contesto ambientale e culturale.
Le persone con disabilità sono caratterizzate da due aspetti: l'essere persona e l'essere disabile dove l'essere disabile non deve costituire un problema personale, ma essere assunto come problematica sociale all’interno di un sistema non alla portata di tutti.
Ed è su questo sistema sociale "per pochi" che una buona Amministrazione raccoglie la sfida rendendo fruibile l'accesso al proprio sistema di servizi, impiegando risorse economiche sufficienti alla creazione degli stessi, oltre che all'abbattimento delle barriere architettoniche e cercando di fare emergere le situazioni sommerse che difficilmente verrebbero alla luce in assenza di interventi mirati, puntuali e costanti: interventi che tendano ad un'integrazione paritaria senza alcuna forma di esclusione, accogliendo e non respingendo.
È necessario invertire l'attuale metodo del “tagliare” a chi già poco possiede attraverso una politica che, al contrario rafforzi ed investa, occorre un'Amministrazione che dia sostegno alle famiglie per non determinare situazioni di svantaggio e attenuare l'incertezza che si crea all'interno delle stesse, anche in previsione di un "dopo di noi", problema che rende difficile e, a volte, perfino penalizzante il dialogo tra famiglie e servizi.
Verrà attivato, in collaborazione con le associazioni di volontariato, uno Sportello per i cittadini stranieri, al fine di fornire informazioni, consulenza, orientamento alle persone immigrate nel territorio cittadino e per sostenerle nel percorso di integrazione sociale.
Verrà inoltre istituita una Consulta dei Cittadini Stranieri al fine di affrontare insieme le problematiche derivanti dal fenomeno migratorio e valorizzarne la risorsa e fare delle tante diversità un’opportunità di crescita per la comunità locale.
Civitavecchia è una città con presenze religiose molteplici e articolate. Dai cattolici agli ortodossi, dagli evangelici ai testimoni di Geova, dai buddisti, agli islamici. Queste minoranze, ormai anche numericamente, sono significative e in crescita (soprattutto per via dell’immigrazione). Facilitare l’incontro di queste diversità significa investire per la sicurezza e per scongiurare tensioni etniche o religiose. Ma anche fare della differenza una forza di sviluppo civile e sociale.

Diritto all’abitare

La casa è un diritto di ogni cittadino, di ogni uomo e di ogni donna.
Di fonte all’aggravarsi della crisi sociale e abitativa non sono più sufficienti le solite promesse a lungo termine, né tantomeno le indecenti quanto dispendiose soluzioni temporanee quali le tristi sistemazioni emergenziali in stanze d’albergo o in casette di legno e le inadeguate e mai sufficienti erogazioni a sostegno degli affitti, che, peraltro, concorrono a far lievitare in città il livello dei canoni alimentando il circolo vizioso dell’emergenza abitativa.
Riteniamo che vada invece messa urgentemente sul tappeto una politica abitativa degna di questo nome e all'altezza della situazione corrente che abbia i suo pilastri fondanti in:
v    Avvio di un percorso di trasparenza relativamente al bando di assegnazione di case popolari con regole certe e facilmente fruibili, anche per il tramite di uno sportello telematico dedicato;
v    Monitoraggio degli appartamenti del patrimonio pubblico (Ater/Comune) sfitti e velocizzazione dell’iter di assegnazione con definizione di tempi certi;
v    Realizzazione degli ormai più volte annunciati nuovi alloggi popolari, fino ad oggi bloccati da polemiche ed inefficienze, nonostante vi siano i fondi stanziati da anni;
v    Avvio di un tavolo di concertazione con gli organismi di categoria per stipulare, se possibile, accordi che mettano a disposizione alloggi a canone concordato, a fronte di precise garanzie, secondo gli accordi territoriali previsti dalla legge 431/98, per assegnarli a tutti quegli inquilini che versano in uno stato di necessità;
v    la pratica dell'autorecupero a fini abitativi degli edifici dimessi, che la Regione Lazio ha fatto propria con la legge regionale 55/1998 e che lo stesso Comune ha inserito tra le strade praticabili con l’approvazione in Consiglio Comunale della delibera 6 del 17 gennaio 2008 alla quale, però, non si è mai dato seguito concreto. Una pratica che ha il pregio di prevedere la riqualificazione di spazi inutilizzati sottraendoli al degrado ed evitando di ricorrere a nuove costruzioni e, quindi, ad un ulteriore consumo e cementificazione del già devastato territorio cittadino.

Il percorso delineato sarebbe facilmente perseguibile e, oltre a dare una risposta al grave disagio abitativo del territorio con costi esigui, colmerebbe l’insopportabile contraddizione in termini di “gente senza casa e case senza gente”.

Diritto alla salute

L'insieme delle manovre messe a punto dal Governo Berlusconi e confermate dal Governo Monti incide sulla sanità pubblica per circa otto miliardi di euro da qui al 2014, che vanno ad aggiungersi ai tagli già effettuati negli anni precedenti.
La sanità deve essere considerata un bene comune e come tale non può e non deve essere considerata solo un costo; peraltro, qualora volessimo utilizzare gli stessi indicatori che orientano tradizionalmente i sostenitori dei tagli orizzontali, se da un lato la spesa sanitaria pubblica incide attorno al 7% del prodotto interno lordo, contemporaneamente la sanità, con tutto il suo insieme di variegate attività, fornisce quasi il 13% del PIL stesso, con un saldo decisamente in attivo.
Il comune deve riappropriarsi del proprio ruolo di capofila della conferenza dei sindaci ed agire attivamente per migliorare le condizioni sanitarie nella nostra città e nell’indotto dei comuni limitrofi; un azione che dovrà ovviamente, basandosi sulle analisi dei fabbisogni assistenziali, partire, innanzitutto, dalla razionalizzazione dell’Ospedale e dei servizi offerti dalle strutture accreditate, dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza territoriale delle ASL e della gestione dei malati cronici riacutizzati a domicilio, riordinando e potenziando le attività del CAD in collaborazione stretta con i medici di famiglia.
Per migliorare le condizioni sanitarie nella nostra città e nell’indotto dei comuni limitrofi obiettivo primario è ottimizzare:
v    Riorganizzazione dell’Ospedale San Paolo, per esempio, non più per patologie ma per aree mediche, definite in base alle necessità assistenziali del territorio e per esempio:
Area rossa: ad alta complessità e intensità con posti letto ( 22% ) tutti attrezzati in telemetria e con il monitoraggio delle funzioni vitali. Ovviamente l’area rossa gestirà anche il Pronto Soccorso, tanto bisognoso di rimedi, oggi, nel nostro Ospedale.

Area blu: raccoglie la gran parte dei pazienti acuti, chirurgici e medici e posti di ostetricia (65%)

Area verde: a bassa intensità clinica, con posti letto ( 33% ) rivolti alle polipatologie non in fase critica o ai ricoveri legati anche ad esigenze sociali e ambientali, in attesa di organizzare il loro ritorno a casa in assistenza territoriale.

v    Riqualificazione e valorizzazione della professione infermieristica, che ancora viene usata come 30 anni fa, mortificando e sprecando una risorsa utile.
v    Incremento ed ottimizzazione del servizio del 118 al fine di colmare i frequenti disservizi nel sistema dell’emergenza, pretendendo, inoltre, l’istituzione della macchina medica.
v    Valorizzazione e riappropriazione del ruolo pubblico del Consultorio (secondo le leggi dello stato) e rilancio del suo ruolo di prevenzione soprattutto tra le giovani generazioni, ripensandone, se necessario, la collocazione al fine di migliorarne la fruibilità consentendo anonimato e privacy delle/degli utenti, soprattutto giovani e predisposizione dei servizi consultoriali per le più ampie esigenze delle donne immigrate.
v    Osservatorio su trasparenza dell’organizzazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali soprattutto ospedaliere, volte a garantire una cospicua presenza di ore dedicate ai servizi in regime di convenzione, dando respiro al CUP.
v    Promozione dell’organizzazione dei medici base in associazioni per il miglioramento dei servizi sanitari territoriali, la riduzione degli accessi al pronto soccorso e la gestione dei malati cronici riacutizzati.
v    Promozione nella formazione di una rete informatica socio-sanitaria dove le figure centrali sono tre: l’Ospedale/ASL, il Comune ed il Medico di Famiglia con un sistema informatico che vada a creare una banca dati di tipo socio-sanitario per lo sviluppo di interventi assistenziali in ogni campo:

Sociale: avere il polso sulle condizioni ed i bisogni della popolazione meno protetta: anziani, disabili, malati mentali, malati cronici.
                  Sanitario: una banca dati sia assistenziale che epidemiologica
Ambientale: un registro delle patologie da danno ambientale, soprattutto in campo oncologico.
Psichiatrico: un registro degli assistiti psichiatrici cronici coi loro bisogni primari assistenziali, sia sanitari che sociali, al fine di realizzare un percorso di sostegno ed integrazione sociale.
v    Organizzazione di case-famiglia per pazienti psichiatrici, secondo la Legge 180/78 (cosiddetta legge Basaglia).
v    Organizzazione di case – famiglia per il “dopo di noi”.
v    Promozione di progetti di salute e prevenzione rivolti all’intera popolazione, mirata alle malattie da inquinamento ambientale.
v    Dare seguito al progetto Hospice oncologico, inquadrandolo in un’ottica di servizio pubblico essenziale.
v    Promozione e riqualificazione dei servizi socio-sanitari rivolti alla terza età.

I diritti delle donne

È un dato di fatto che a tutt’oggi la rappresentanza femminile non è proporzionata all’effettivo impegno delle donne, questo vale in campo politico, sociale come in quello economico e lavorativo.
L’amministrazione comunale si pone l’obiettivo di ribaltare la situazione di subordinazione e di minorità in cui le donne storicamente vivono ed iniziare una rivoluzione culturale che veda le donne protagoniste per favorire una effettiva parità di diritti e migliorare la vivibilità collettiva.
E ciò non potrà non partire dall’attivazione e dall’incremento di servizi di sostegno alla funzione sociale di assistenza e cura quali:
v    L’incremento ed adeguamento degli asili nido e delle scuole materne con orari flessibili a sostegno delle esigenze delle madri lavoratrici e di quelle in cerca di occupazione. L’obiettivo è quello di adeguare l’offerta del servizio alla domanda:non più liste d’attesa e graduatorie.
v    Potenziamento dei trasporti pubblici, con ampliamento degli orari, anche essi flessibili.
v    Incentivazione degli orari flessibili per gli esercizi commerciali e per gli uffici che riguardano la vita quotidiana.
v    Creazione di una consulta delle donne che sostenga e valorizzi le attività di associazioni già esistenti sul territorio (es: il Telefono Rosa) e di altre che potranno nascere a difesa e protezione dei diritti delle donne.
v    Adeguamento della vivibilità della città alle esigenze delle donne e dei bambini, incentivando nei locali, sia pubblici che privati (ad esempio biblioteca, cinema etc), la realizzazione di strutture adatte ai bambini e creando nuovi luoghi che favoriscano l’aggregazione ed il gioco. Il nostro sogno è una città a misura di bambino.
v    Potenziamento dei servizi sociali e garanzia di aiuto ed assistenza domiciliare alle famiglie che hanno in casa persone malate o disabili per alleviare la fatica delle donne che si vedono costrette, spesso in solitudine, ad occuparsi delle cure dei propri cari.
v    Sostegno economico alle madri sole
v    Predisposizione, in collaborazione con la ASL RMF, di un piano gratuito di diagnostica per la prevenzione dei tumori femminili e per le loro cure ampliando l’età e la tipologia delle patologie già attualmente sotto osservazione.
v    Presenza paritaria dei generi nelle consulte partecipative.

Diritto alla Sicurezza
La città ha bisogno di contrasto e prevenzione della micro-criminalità.
Saranno necessarie forme di prevenzione nelle aree a rischio, potenziando le forme di vigilanza istituzionali, incrementando l’illuminazione nelle zone periferiche ma, soprattutto incentivandone la vitalità con iniziative culturali e ludiche.

Diritto alla mobilità

Va garantita una mobilità sostenibile per i lavoratori pendolari.
Il Comune deve far valere il proprio ruolo nei confronti di Trenitalia e della Regione Lazio al fine di ottenere il miglioramento ed il potenziamento del trasporto pendolare, diversificandolo da quello crocieristico, pretendendo l’elevazione degli standard di qualità dei treni a servizi.
Va avviata una trattativa con Trenitalia per una ristrutturazione della Stazione che preveda l’abbattimento delle barriere architettoniche e la copertura delle banchine di attesa dei treni.