La città dei diritti
Un’amministrazione comunale
degna di essere chiamata tale ha il dovere di farsi carico delle esigenze della
collettività, iniziando dai bisogni primari tramite interventi che non siano di
mera “assistenza”, quanto piuttosto di “promozione sociale” e di “tutela”.
Le Politiche sociali devono
concorrere a migliorare la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini,
dare risposte concrete al disagio e favorire la coesione e l’inclusione
sociale.
L’attuale crisi economica
ha determinato una modifica della platea del disagio; occorre, quindi, ampliare
e diversificare la gamma degli interventi, sulla base d i un puntuale ascolto
dei bisogni, avviando
un’attività programmatoria che consenta di ottenere una rete di servizi
stabili, di qualità, facilmente accessibili alla popolazione, conosciuti,
pubblicizzati e correttamente utilizzati.
Anche e soprattutto in
questo campo, come su tutte le altre tematiche, il confronto e la possibilità
di arrivare a scelte condivise rappresenti la base di partenza
metodologicamente indispensabile.
Diritto di cittadinanza
Per un reale diritto di
cittadinanza è indispensabile porre un’attenzione nuova alle fasce più deboli,
costruendo in modo sistematico politiche per gli svantaggiati, per i
diversamente abili, per gli anziani.
In tale ambito, ruolo
fondamentale ma complementare deve avere il volontariato ed il settore del
no-profit, ormai un vero e proprio settore economico (terzo settore).
I problemi della disabilità
rappresentano il terreno di massima integrazione tra i diversi settori
d'intervento sociale e tra le diverse problematiche ad esso legate in tutte le
dimensioni di vita: la sfera degli affetti, la vita relazionale, la dimensione
lavorativa, le esigenze abitative, i bisogni di conoscenza ed istruzione, la
dimensione comunicativa e molto altro.
A ciascuno di questi
aspetti corrispondono altrettanti diritti, riconosciuti e sanciti socialmente,
scientificamente e giuridicamente, al cui soddisfacimento deve tendere una
buona Amministrazione pubblica.
La partecipazione sociale
delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da
affrontare perché in essa si sommano problematiche derivanti non solo dalla
condizione di disabilità, ma, soprattutto e principalmente, dal contesto
ambientale e culturale.
Le persone con disabilità
sono caratterizzate da due aspetti: l'essere persona e l'essere disabile dove
l'essere disabile non deve costituire un problema personale, ma essere assunto
come problematica sociale all’interno di un sistema non alla portata di tutti.
Ed è su questo sistema
sociale "per pochi" che una buona Amministrazione raccoglie la sfida
rendendo fruibile l'accesso al proprio sistema di servizi, impiegando risorse
economiche sufficienti alla creazione degli stessi, oltre che all'abbattimento
delle barriere architettoniche e cercando di fare emergere le situazioni
sommerse che difficilmente verrebbero alla luce in assenza di interventi
mirati, puntuali e costanti: interventi che tendano ad un'integrazione
paritaria senza alcuna forma di esclusione, accogliendo e non respingendo.
È necessario invertire
l'attuale metodo del “tagliare” a chi già poco possiede attraverso una politica
che, al contrario rafforzi ed investa, occorre un'Amministrazione che dia
sostegno alle famiglie per non determinare situazioni di svantaggio e attenuare
l'incertezza che si crea all'interno delle stesse, anche in previsione di un
"dopo di noi", problema che rende difficile e, a volte, perfino
penalizzante il dialogo tra famiglie e servizi.
Verrà attivato, in
collaborazione con le associazioni di volontariato, uno Sportello per i
cittadini stranieri, al fine di fornire informazioni, consulenza, orientamento
alle persone immigrate nel territorio cittadino e per sostenerle nel percorso
di integrazione sociale.
Verrà inoltre istituita una
Consulta dei Cittadini Stranieri al fine di affrontare insieme le problematiche
derivanti dal fenomeno migratorio e valorizzarne la risorsa e fare delle tante
diversità un’opportunità di crescita per la comunità locale.
Civitavecchia è una città
con presenze religiose molteplici e articolate. Dai cattolici agli ortodossi,
dagli evangelici ai testimoni di Geova, dai buddisti, agli islamici. Queste
minoranze, ormai anche numericamente, sono significative e in crescita
(soprattutto per via dell’immigrazione). Facilitare l’incontro di queste
diversità significa investire per la sicurezza e per scongiurare tensioni
etniche o religiose. Ma anche fare della differenza una forza di sviluppo
civile e sociale.
Diritto all’abitare
La casa è un diritto di
ogni cittadino, di ogni uomo e di ogni donna.
Di fonte all’aggravarsi
della crisi sociale e abitativa non sono più sufficienti le solite promesse a
lungo termine, né tantomeno le indecenti quanto dispendiose soluzioni
temporanee quali le tristi sistemazioni emergenziali in stanze d’albergo o in
casette di legno e le inadeguate e mai sufficienti erogazioni a sostegno degli
affitti, che, peraltro, concorrono a far lievitare in città il livello dei
canoni alimentando il circolo vizioso dell’emergenza abitativa.
Riteniamo che vada invece
messa urgentemente sul tappeto una politica abitativa degna di questo nome e
all'altezza della situazione corrente che abbia i suo pilastri fondanti in:
v
Avvio di un
percorso di trasparenza relativamente al bando di assegnazione di case popolari
con regole certe e facilmente fruibili, anche per il tramite di uno sportello
telematico dedicato;
v
Monitoraggio
degli appartamenti del patrimonio pubblico (Ater/Comune) sfitti e
velocizzazione dell’iter di assegnazione con definizione di tempi certi;
v
Realizzazione
degli ormai più volte annunciati nuovi alloggi popolari, fino ad oggi bloccati
da polemiche ed inefficienze, nonostante vi siano i fondi stanziati da anni;
v
Avvio di un
tavolo di concertazione con gli organismi di categoria per stipulare, se
possibile, accordi che mettano a disposizione alloggi a canone concordato, a
fronte di precise garanzie, secondo gli accordi territoriali previsti dalla
legge 431/98, per assegnarli a tutti quegli inquilini che versano in uno stato
di necessità;
v
la pratica
dell'autorecupero a fini abitativi degli edifici dimessi, che la Regione Lazio
ha fatto propria con la legge regionale 55/1998 e che lo stesso Comune ha
inserito tra le strade praticabili con l’approvazione in Consiglio Comunale
della delibera 6 del 17 gennaio 2008 alla quale, però, non si è mai dato seguito
concreto. Una pratica che ha il pregio di prevedere la riqualificazione di
spazi inutilizzati sottraendoli al degrado ed evitando di ricorrere a nuove
costruzioni e, quindi, ad un ulteriore consumo e cementificazione del già
devastato territorio cittadino.
Il percorso delineato
sarebbe facilmente perseguibile e, oltre a dare una risposta al grave disagio
abitativo del territorio con costi esigui, colmerebbe l’insopportabile
contraddizione in termini di “gente senza casa e case senza gente”.
Diritto alla salute
L'insieme delle manovre messe a
punto dal Governo Berlusconi e confermate dal Governo Monti incide sulla sanità
pubblica per circa otto miliardi di euro da qui al 2014, che vanno ad
aggiungersi ai tagli già effettuati negli anni precedenti.
La sanità deve essere
considerata un bene comune e come tale non può e non deve essere considerata
solo un costo; peraltro, qualora volessimo utilizzare gli stessi indicatori che
orientano tradizionalmente i sostenitori dei tagli orizzontali, se da un lato
la spesa sanitaria pubblica incide attorno al 7% del prodotto interno lordo,
contemporaneamente la sanità, con tutto il suo insieme di variegate attività,
fornisce quasi il 13% del PIL stesso, con un saldo decisamente in attivo.
Il comune deve
riappropriarsi del proprio ruolo di capofila della conferenza dei sindaci ed
agire attivamente per migliorare le condizioni sanitarie nella nostra città e
nell’indotto dei comuni limitrofi; un azione che dovrà ovviamente, basandosi
sulle analisi dei fabbisogni assistenziali, partire, innanzitutto, dalla
razionalizzazione dell’Ospedale e dei servizi offerti dalle strutture
accreditate, dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza territoriale delle ASL
e della gestione dei malati cronici riacutizzati a domicilio, riordinando e
potenziando le attività del CAD in collaborazione stretta con i medici di
famiglia.
Per migliorare le
condizioni sanitarie nella nostra città e nell’indotto dei comuni limitrofi
obiettivo primario è ottimizzare:
v
Riorganizzazione
dell’Ospedale San Paolo, per esempio, non più per patologie ma per aree
mediche, definite in base alle necessità assistenziali del territorio e per
esempio:
Area rossa: ad alta complessità e intensità
con posti letto ( 22% ) tutti attrezzati in telemetria e con il monitoraggio
delle funzioni vitali. Ovviamente l’area rossa gestirà anche il Pronto
Soccorso, tanto bisognoso di rimedi, oggi, nel nostro Ospedale.
Area blu: raccoglie la gran parte dei
pazienti acuti, chirurgici e medici e posti di ostetricia (65%)
Area verde: a bassa intensità clinica, con
posti letto ( 33% ) rivolti alle polipatologie non in fase critica o ai
ricoveri legati anche ad esigenze sociali e ambientali, in attesa di
organizzare il loro ritorno a casa in assistenza territoriale.
v
Riqualificazione
e valorizzazione della professione infermieristica, che ancora viene usata come
30 anni fa, mortificando e sprecando una risorsa utile.
v
Incremento ed
ottimizzazione del servizio del 118 al fine di colmare i frequenti disservizi
nel sistema dell’emergenza, pretendendo, inoltre, l’istituzione della macchina
medica.
v
Valorizzazione e
riappropriazione del ruolo pubblico del Consultorio (secondo le leggi dello
stato) e rilancio del suo ruolo di prevenzione soprattutto tra le giovani
generazioni, ripensandone, se necessario, la collocazione al fine di
migliorarne la fruibilità consentendo anonimato e privacy delle/degli utenti,
soprattutto giovani e predisposizione dei servizi consultoriali per le più
ampie esigenze delle donne immigrate.
v
Osservatorio su
trasparenza dell’organizzazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali
soprattutto ospedaliere, volte a garantire una cospicua presenza di ore
dedicate ai servizi in regime di convenzione, dando respiro al CUP.
v
Promozione
dell’organizzazione dei medici base in associazioni per il miglioramento dei
servizi sanitari territoriali, la riduzione degli accessi al pronto soccorso e
la gestione dei malati cronici riacutizzati.
v
Promozione nella
formazione di una rete informatica socio-sanitaria dove le figure centrali sono
tre: l’Ospedale/ASL, il Comune ed il Medico di Famiglia con un sistema
informatico che vada a creare una banca dati di tipo socio-sanitario per lo
sviluppo di interventi assistenziali in ogni campo:
Sociale:
avere il polso sulle condizioni ed i bisogni della popolazione meno protetta:
anziani, disabili, malati mentali, malati cronici.
Sanitario: una banca dati sia
assistenziale che epidemiologica
Ambientale:
un registro delle patologie da danno ambientale, soprattutto in campo
oncologico.
Psichiatrico:
un registro degli assistiti psichiatrici cronici coi loro bisogni primari
assistenziali, sia sanitari che sociali, al fine di realizzare un percorso di
sostegno ed integrazione sociale.
v
Organizzazione
di case-famiglia per pazienti psichiatrici, secondo la Legge 180/78 (cosiddetta
legge Basaglia).
v
Organizzazione
di case – famiglia per il “dopo di noi”.
v
Promozione di
progetti di salute e prevenzione rivolti all’intera popolazione, mirata alle
malattie da inquinamento ambientale.
v
Dare seguito al
progetto Hospice oncologico, inquadrandolo in un’ottica di servizio pubblico
essenziale.
v
Promozione e riqualificazione
dei servizi socio-sanitari rivolti alla terza età.
I diritti delle donne
È un dato di fatto che a
tutt’oggi la rappresentanza femminile non è proporzionata all’effettivo impegno
delle donne, questo vale in campo politico, sociale come in quello economico e
lavorativo.
L’amministrazione comunale
si pone l’obiettivo di ribaltare la situazione di subordinazione e di minorità
in cui le donne storicamente vivono ed iniziare una rivoluzione culturale che
veda le donne protagoniste per favorire una effettiva parità di diritti e
migliorare la vivibilità collettiva.
E ciò non potrà non partire
dall’attivazione e dall’incremento di servizi di sostegno alla funzione sociale
di assistenza e cura quali:
v
L’incremento ed
adeguamento degli asili nido e delle scuole materne con orari flessibili a
sostegno delle esigenze delle madri lavoratrici e di quelle in cerca di
occupazione. L’obiettivo è quello di adeguare l’offerta del servizio alla
domanda:non più liste d’attesa e graduatorie.
v
Potenziamento
dei trasporti pubblici, con ampliamento degli orari, anche essi flessibili.
v
Incentivazione
degli orari flessibili per gli esercizi commerciali e per gli uffici che
riguardano la vita quotidiana.
v
Creazione di una
consulta delle donne che sostenga e valorizzi le attività di associazioni già
esistenti sul territorio (es: il Telefono Rosa) e di altre che potranno nascere
a difesa e protezione dei diritti delle donne.
v
Adeguamento
della vivibilità della città alle esigenze delle donne e dei bambini,
incentivando nei locali, sia pubblici che privati (ad esempio biblioteca,
cinema etc), la realizzazione di strutture adatte ai bambini e creando nuovi
luoghi che favoriscano l’aggregazione ed il gioco. Il nostro sogno è una città
a misura di bambino.
v
Potenziamento
dei servizi sociali e garanzia di aiuto ed assistenza domiciliare alle famiglie
che hanno in casa persone malate o disabili per alleviare la fatica delle donne
che si vedono costrette, spesso in solitudine, ad occuparsi delle cure dei
propri cari.
v
Sostegno
economico alle madri sole
v
Predisposizione,
in collaborazione con la ASL RMF, di un piano gratuito di diagnostica per la
prevenzione dei tumori femminili e per le loro cure ampliando l’età e la
tipologia delle patologie già attualmente sotto osservazione.
v
Presenza paritaria
dei generi nelle consulte partecipative.
Diritto alla Sicurezza
La città ha bisogno di
contrasto e prevenzione della micro-criminalità.
Saranno necessarie forme di
prevenzione nelle aree a rischio, potenziando le forme di vigilanza
istituzionali, incrementando l’illuminazione nelle zone periferiche ma,
soprattutto incentivandone la vitalità con iniziative culturali e ludiche.
Diritto alla mobilità
Va garantita una mobilità
sostenibile per i lavoratori pendolari.
Il Comune deve far valere
il proprio ruolo nei confronti di Trenitalia e della Regione Lazio al fine di
ottenere il miglioramento ed il potenziamento del trasporto pendolare,
diversificandolo da quello crocieristico, pretendendo l’elevazione degli
standard di qualità dei treni a servizi.
Va avviata una trattativa
con Trenitalia per una ristrutturazione della Stazione che preveda
l’abbattimento delle barriere architettoniche e la copertura delle banchine di
attesa dei treni.
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