Elezioni
Amministrative del Comune di Civitavecchia
6 e 7 maggio 2012
PROGRAMMA AMMINISTRATIVO
Candidato Sindaco: SIMONA RICOTTI
Lista collegata: “Civitavecchia è TUA - Simona Ricotti Sindaco”
APRILE 2012
Premessa
Quello contenuto in questo programma è un altro
sguardo sulla città, è l’insieme dei tanti sguardi, nostri e dei tanti che
abbiamo incontrato nel nostro stare tra la gente, nelle vertenze territoriali per l’ambiente, per il
lavoro, per la legalità, sempre seduti “dalla parte del torto”. Un torto, però,
che dava ragione ai tanti senza voce, che era l’anelito dei rassegnati, che
rispondeva all’esigenza di un territorio, la nostra terra che, giorno dopo
giorno, abbiamo visto ripiegarsi su se stessa, soggiogata sotto i colpi di
speculazioni e di interessi estranei a quelli della collettività, sino a
rischiare di non essere più riconoscibile. È un lavoro aperto, scritto a tante
mani; un lavoro che si modificherà e arricchirà ulteriormente con il contributo
di quanti incontreremo nel nostro percorso di difesa del territorio e di
perseguimento di un’altra idea di città, che ritrovando il proprio passato sia
capace di tornare a sperare un futuro.
Simona Ricotti
Una lista civica perché…
Vogliamo riappropriarci di una vera democrazia, di cui ci
sentiamo defraudati, vogliamo partecipare alle scelte per la città e
controllare l’operato dei nostri rappresentanti, incaricati da noi per essere
al “servizio” della collettività e non viceversa.
Vogliamo
che le scelte per la nostra città siano la risposta ai reali interessi dei
cittadini per la qualità della loro vita e non più il conseguimento di
vantaggi, interessi, benefici per pochi, per corporazioni, lobby e potentati,
vogliamo comportamenti trasparenti e onesti tesi esclusivamente al vantaggio
della città.
Vogliamo decidere come devono essere spesi i nostri soldi
per avere una città vivibile, con i servizi necessari, con l’occupazione per i
nostri giovani, con un’aria respirabile. Vogliamo rimettere al centro
dell’interesse la persona e la “vivibilità” di questa città, per tutti.
Vogliamo decidere chi, cosa, come.
Vogliamo essere responsabili e impegnarci direttamente,
vogliamo smettere di lamentarci o subire rassegnati perché democrazia non sia
più solo mettere una crocetta su un foglio.
Se non ci riconosciamo nelle attuali coalizioni non è
perché siamo qualunquisti, ma perché è qualunquista questa classe politica.
Per questo diciamo “basta” ai politicanti, a quei
politici e a quegli amministratori che hanno fatto della politica non un
servizio e una responsabilità, ma uno strumento per esercitare un loro potere,
per garantire amici e fedeli, per averne vantaggi e privilegi.
La democrazia vera è la forza che permette di
contrastare il pensiero unico dominante secondo cui “non c’è alternativa ai
sacrifici che dobbiamo fare per salvarci dal disastro economico e sociale”. La
tirannia dei mercati e della finanza sta mettendo fuori gioco la politica che
accoglie questo dogma. Praticare la nuova democrazia vuol dire riappropriarci
della politica per dire che esiste un’alternativa.
Il nostro progetto nasce dalla volontà di restituire senso
e dignità alla partecipazione democratica, perché i cittadini di Civitavecchia
si riapproprino di ciò che è loro.
Un progetto come risposta e reazione agli intrecci
tra politica e affari al limite della legalità, alle scelte errate e dannose
conseguenti a sudditanza/connivenza con lobby, potentati, corporazioni
economiche.
Un progetto che nasce per dare voce a chi crede che una
politica diversa sia possibile e sia possibile credere nelle idee e nella loro
realizzazione e non in un capo accentratore, per chi ha voglia di fiducia e la
speranza in un diverso modello economico e sociale più equo e a misura dei
cittadini.
Cosa proponiamo
Proponiamo di instaurare un metodo di lavoro
dell’amministrazione che dia voce ai cittadini per il ritorno ad una democrazia
partecipativa, attraverso una prassi costante di consultazione e di ascolto
della cittadinanza, momenti ricorrenti e istituzionalizzati di
partecipazione alle scelte dell’amministrazione.
Proponiamo una mobilitazione di proposta; una
mobilitazione per assumersi la responsabilità di scelte e di soluzioni,
riflettute e condivise tra chi ogni giorno vive problemi e disagi e tra chi
vuole ripristinare una cultura della legalità, dei diritti, del merito.
Proponiamo un sistema di monitoraggio e verifica
sull’operato degli eletti che costituisca una difesa dai compromessi
affaristici, dalla furbizia e dalla disonestà, dalla svendita dell’interesse di
tutti per il guadagno di pochi.
Proponiamo partecipazione e democrazia per
un’ottica nuova con cui guardare al futuro della città e ridisegnarne il
progetto, trasformando in opportunità di cambiamento l’attuale momento di
crisi, ripensando il modello sociale quanto quello economico e quello degli
investimenti e della spesa.
La nostra “visione” di futuro della città
Vogliamo fare di Civitavecchia un bel posto dove
vivere, un buon posto dove crescere i propri figli, una città accogliente
tanto per i giovani quanto per gli anziani, per i lavoratori, per gli
immigrati, per chi vuole fare impresa e per i diversamente abili, per tutti, un
posto bello da visitare venendo da fuori ma anche dove restare.
Vogliamo che a Civitavecchia si possa lavorare senza compromettere
la propria salute, vivere e respirare, senza mettere a rischio i polmoni
dei nostri bambini.
Vogliamo una Civitavecchia ripulita dall’illegalità,
dalla corruzione, dalle connivenze con la malavita e il malaffare, una città
rispettosa delle leggi e delle persone. Una città pulita, in tutti i
sensi, con uguali opportunità per tutti e per tutti uguali diritti e dignità.
Vogliamo una Civitavecchia città vivace, dove
si superi il senso di impotenza e quindi la rassegnazione, lo scetticismo,
l’apatia, il mugugno e ci si riappropri del senso civico,
dell’appartenenza alla stessa comunità e si partecipi attivamente alla gestione
della “cosa pubblica”, che è nostra, come è la nostra vita, ogni giorno.
Vogliamo una Civitavecchia “umana”, una città
aperta, sensibile e solidale, dove nessuno si senta solo e abbandonato,
nell’egoismo e nell’indifferenza. Una città accogliente dove sia semplice
vivere insieme, nel rispetto reciproco.
Vogliamo una città “rispettosa” del
territorio, della sua storia e delle sue tradizioni, della sua cultura, del
patrimonio ambientale e di quello archeologico, del verde, dell’aria, del mare,
degli spazi sociali, dei beni comuni.
.
Vogliamo che Civitavecchia sia anche un bel posto
da regalare alle generazioni future, gettare oggi le basi e creare le
condizioni per lasciare loro una città dove vivere bene, orgogliosi di essere
di Civitavecchia. La città è nostra, ma non da consumare ed estinguere con noi,
è quella che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi e vorremmo che fosse
una buona eredità.
Vogliamo una visione di futuro per la città,
un progetto di rilancio, organico e coerente, che rappresenti la città che
vogliamo per la qualità della vita dei suoi abitanti; vogliamo una “visione” di
questa città e non solo un elenco di cose da fare, non solo un
tamponamento temporaneo dei problemi, un inseguire sempre nuove emergenze “per
tappare i buchi”.
Una visione di futuro per la città - da cominciare a
realizzare ora - rappresenta la direzione chiara di tutti gli interventi,
rappresenta l’obiettivo cui tendere, è il contenitore dove devono convergere
tutti i tasselli dell’azione amministrativa. La crisi globale sta scardinando
tutti i meccanismi tradizionali di crescita e sviluppo e bisogna trovare
anche localmente risposte di “nuova economia”, che veda possibilità
di occupazione nei servizi alla persona, nella qualità della vita e
nell’ambiente, nella tutela e messa in sicurezza del territorio, nelle
strutture e negli interventi per le fasce deboli, nella promozione della cultura,
nelle “piccole opere” edili di restauro, manutenzione, riutilizzo e veda nei
giovani e nelle donne risorse ed energie creative da non sprecare.
La tutela dell’ambiente, il rispetto e la
valorizzazione del territorio, il sostegno dell’occupazione, la cultura, la
promozione della formazione, il potenziamento dei servizi, sono tra loro
connessi e al tempo stesso incidono tanto sulla salute quanto sull’assetto
urbanistico, tanto sulla sicurezza del territorio quanto su quella dei
cittadini, sulla crescita culturale quanto sulla convivenza e l’integrazione,
rappresentando opportunità di lavoro, “nuovo” perché, finora, volutamente
negato, in un’alternativa di economia sostenibile.
Rimettiamo al centro del programma la vita quotidiana
delle persone e le loro prospettive per individuare, integrare e collegare ogni
azione, ogni progetto e ogni parte e struttura dell’attività amministrativa.
La partecipazione dal basso è quella che meglio può
attivare e mettere a frutto le risorse più vive della città per un’ottica nuova
delle soluzioni. Vogliamo tradurre in pratica idee e progetti “nuovi”,
nella forma e nella sostanza.
Impegni
Ci impegniamo ad attuare una concreta democrazia
partecipativa valorizzando le competenze e le proposte di tutti, attingendo
alle esperienze già realizzate nei comuni virtuosi che pure esistono nel nostro
Paese, per interventi di tutela dell’ambiente e della salute, per servizi e
progetti sociali utili alla vita quotidiana delle persone, alla loro sicurezza,
alla convivenza civile e solidale.
Ci impegniamo a realizzare un’amministrazione
virtuosa, sobria ed economica, eliminando privilegi e sprechi collegati
alla politica e alla macchina amministrativa, migliorandone l’efficienza e
l’efficacia, recuperando l’evasione, inserendo nelle previsioni di bilancio
esclusivamente opere utili e razionali (basti pensare, in negativo, all’esempio
dell’amministrazione uscente con gli otto milioni di euro di mutuo che
graveranno sui cittadini per la realizzazione del villaggio “temporaneo” in
legno di San Liborio e per la progettazione di un irrealizzabile quanto
grottesco Pirgo multipiano con piscina pensile, fondi questi ultimi dirottati
su interventi altrettanto irrealizzabili: i tristemente noti “negozi alla
Marina” e la “Cittadella della danza” all’area Feltrinelli).
Ma vogliamo anche disegnare e realizzare una diversa
idea di economia, in grado di produrre opportunità di lavoro, una reale
alternativa a quella che Civitavecchia è stata costretta a subire finora e il
cui fallimento è sotto gli occhi di tutti, con conseguenze che ricadono oggi
drammaticamente sulla vita quotidiana. Non prometteremo posti di lavoro per
sollecitare il voto, né i “pochi” immediatamente disponibili nelle campagne
elettorali del pessimo politico tradizionale, con assunzioni nelle
municipalizzate o nelle società di amici personali o di amici del partito, né
le migliaia di posti di lavoro che solo chi è privo di vergogna e di rispetto
per la vita reale delle persone si ostina a millantare. Al contrario ci
impegneremo per la creazione di reali, concrete, occasioni di occupazione, in
misura proporzionale alle potenzialità e alle caratteristiche inespresse di una
città, come la nostra, di cinquantamila abitanti e alle opportunità offerte
dalla tradizione e dall’innovazione.
Gestione partecipata
La partecipazione sarà concretizzata tramite bilanci e
piani di gestione partecipati, i consigli comunali e la gestione delle
municipalizzate saranno aperti alla partecipazione fattiva dei cittadini,
l’intera attività del Comune sarà resa accessibile a tutti on line, così come
sarà data la massima pubblicità alle sedute del consiglio comunale; saranno
istituzionalizzate consulte corrispondenti a macroaree tematiche
riconducibili alle singole competenze assessorili, che opereranno sia nell’assunzione
delle decisioni sia per la verifica dell’operato dell’amministrazione. Saranno
sollecitate “le comunità di utenti e di lavoratori” previste dall’art. 43 della
Costituzione per la gestione dei beni comuni.
Le nostre sfide prioritarie
Nel nostro programma alcune sfide sono prioritarie e
imprescindibili :
v
Il ripristino
della legalità e la lotta alla corruzione in ogni sua forma;
v
la tutela della
salute e la lotta ad ogni forma di inquinamento;
v correzione della
programmazione urbanistica e nuova politica del territorio;
v
Il contrasto
alla disoccupazione e alla precarietà e il sostegno a nuove opportunità di
lavoro;
v
Il diritto alla
casa
v
La sicurezza per
le persone e la messa in sicurezza del territorio
v
La solidarietà,
la tutela e il sostegno alle fasce più deboli, le pari opportunità
Legalità, onestà e competenza
Rappresentano i presupposti stessi dell’operato
dell’amministrazione che vogliamo e quindi del programma, la base non
negoziabile prima ancora che un obiettivo.
Un impegno specifico dell’amministrazione sarà la lotta
alla criminalità ed alla corruzione. Sarà istituita una specifica
commissione supportata da esperti e dalle associazioni impegnate nella lotta al
crimine organizzato, che dovrà vigilare sugli appalti e sulla
destinazione dei finanziamenti erogati, nonché sviluppare strategie atte a
contrastare la malavita sul territorio. L’affidamento degli appalti, gestiti
tramite stazione unica appaltante in collaborazione con la Provincia di Roma,
sarà reso completamente trasparente, pubblicizzato, controllabile; ogni singola
società che avrà contatti con il comune sarà in precedenza sottoposta alle
verifiche di specifica commissione antimafia e dovrà essere sempre possibile
per l’amministrazione comunale conoscere la reale composizione societaria dei
suoi interlocutori;
Per quanto riguarda gli eletti in Consiglio Comunale
e quanti saranno chiamati a ricoprire ruoli nella Giunta, è stata stilata una “Carta
dei Principi” (allegata al nostro programma), vincolante per tutto il
mandato e sarà istituito un comitato di garanti per monitorarne l’operato,
così come saranno resi pubblici gli emolumenti e le dichiarazioni dei redditi
degli amministratori ed eliminate forme di privilegio e vantaggio per chi
amministra;
La scelta delle persone che rappresenteranno
l’amministrazione e ne concretizzeranno l’indirizzo politico e di gestione sarà
fondata sul criterio della provata competenza, oltre che sulla capacità
di favorire e praticare nel migliore dei modi l’attuazione della gestione
partecipata.
Amministrazione efficace e trasparente dei soldi pubblici
È anch’essa presupposto fondamentale del programma e
dell’amministrazione che proponiamo.
Sarà riorganizzato e razionalizzato il lavoro degli
assessorati in modo da consentire la massima integrazione tra gli stessi,
l’efficienza e la riduzione degli sprechi, la visibilità del loro operato;
inoltre saranno misurati e resi noti periodicamente i risultati operativi.
Saranno contenuti i costi dei servizi pubblici e dei
consumi della città razionalizzandone il funzionamento, creando sinergie,
ricorrendo anche alle alternative dell’economia ambientale (illuminazione della
città, incremento del fotovoltaico, ecc. ) e disponendo il passaggio
all’utilizzo del software libero negli uffici comunali e l’introduzione dei
servizi Voce Tramite Protocollo Internet (Voip) in sostituzione dei
tradizionali collegamenti telefonici;
Saranno rigidamente regolamentati e controllati gli
appalti pubblici, eliminando il criterio del massimo ribasso, verificando
la corrispondenza dei materiali usati a quella prevista nel capitolato,
richiamando alla responsabilità civile e penale chi è incaricato del controllo
dell’esecuzione dei lavori, eliminando i subappalti per determinati lavori,
concertando con i gestori dei sottoservizi i rifacimenti del manto stradale e
le responsabilità del ripristino dello stato dei luoghi per interventi
ordinari;
Saranno utilizzate al meglio le risorse, in questi
anni totalmente ignorate, che l’Unione europea mette a disposizione
direttamente o tramite la Regione e con cui sarà possibile dare vita a progetti
innovativi;
Saranno ricercate intese progettuali con gli altri
comuni del comprensorio per razionalizzare la spesa pubblica su obiettivi
convergenti.
Le azioni del nostro programma
Di seguito un elenco delle iniziative che riteniamo sia
indispensabile adottare, con i principi informatori sopra descritti, tutte
riconducibili alla visione di futuro della città e finalizzate alla tutela e
valorizzazione del territorio, dell’ambiente, dei beni comuni e alla creazione
di un diverso sistema economico in grado di generare occupazione stabile in una
città a misura umana.
Territorio e partecipazione
Non è più rimandabile un’azione del Comune volta a
correggere i danni provocati, nel passato più o meno recente, al territorio.
L’esistenza di un Piano Regolatore dal 1968 costituisce per una città un fatto
qualificante ma negli anni sono diventati evidenti gli effetti negativi
prodotti nella sua applicazione.
Le Amministrazioni succedutesi non hanno avuto né la
volontà né la capacità di gestire il territorio attraverso la programmazione
degli interventi per lo sviluppo organico della città. Il quinquennio
amministrativo della maggioranza moscheriniana si è esaurito nello sterile
perseguimento di finalità episodiche distanti da una seria e coerente politica
del territorio e la situazione urbanistica di Civitavecchia si è dimostrata
totalmente fuori controllo. I numerosi cantieri di opere pubbliche e private
sospesi dal Ministero per i Beni Culturali o sequestrati dall’autorità
giudiziaria sono l’aspetto più evidente di un caos che l’amministrazione
uscente ha certamente amplificato a livelli inaccettabili ma che ha radici più
profonde, a livello cittadino e nazionale.
Il rispetto delle normative si è dimostrato ben
lontano dall’essere la regola ed è sempre più chiaro che ogni progetto ha
privilegiato la rendita parassitaria ed una gestione clientelare del
territorio.
Intendiamo favorire la diffusione di una coscienza
urbanistica, intesa come rapporto consapevole con lo spazio nel quale viviamo,
per avviare la partecipazione attiva e democratica alle scelte di
pianificazione in funzione della visione del “futuro” della città. La
riaffermazione della centralità del pubblico, del concetto di programmazione,
in un quadro normativo di regole certe, saranno gli aspetti di un’attività
volta alla riqualificazione del centro abitato e alla tutela del patrimonio
naturale e paesaggistico. Il tema fondamentale è ristabilire il corretto
bilanciamento tra spazi pubblici e spazi privati realizzando le attrezzature ed
i servizi sociali rimasti sulla carta. L’obiettivo è il miglioramento delle
condizioni di vita dei cittadini attraverso la creazione degli ambiti urbani in
cui vengono incoraggiate e si sviluppano relazioni sociali e culturali.
Assessorato al Territorio e
Laboratorio permanente
Sarà istituito un assessorato al Territorio, comprendente
le competenze di Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente, che si occuperà in
maniera organica delle politiche relative al rapporto tra cittadini e
territorio.
Sarà creato un Laboratorio Permanente di urbanistica
e bioedilizia attraverso corsi, conferenze, dibattiti e una fiera Klimahouse
del Mediterraneo per la promozione dei sistemi per l’efficienza energetica e la
sostenibilità in edilizia.
Nuova politica del territorio
Ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente,
salvaguardando il patrimonio storico, artistico, paesaggistico e naturale, sarà
l’obiettivo strategico.
Alcune azioni saranno, in tal senso, prioritarie, in
particolare:
v
revoca dei
provvedimenti di falsa pianificazione adottati dall’amministrazione Moscherini, in particolare la cosiddetta “Variante della
Variante 29” e
tutti gli atti ad essa collegati, ovvero i Programmi Integrati e i Piani di
Zona, strumenti basati sulla ridicola previsione di un incremento della
popolazione di quasi 10.000 unità dal 2009 al 2018 e che vorrebbero riversare,
in maniera immotivata, quasi un milione e mezzo di metri cubi di cemento su
aree agricole o destinate a verde pubblico, sulla base di una scelta delegata,
per giunta, ai privati;
v
revisione del
Piano Regolatore Generale adeguandolo al Piano Territoriale Provinciale
Generale (PTPG) e al D.M. 1444/1968;
v
censimento
degli immobili sfitti e/o invenduti di Civitavecchia per avere una precisa fotografia della situazione
attuale e adesione alla Campagna Nazionale Stop al Consumo di Territorio;
v
censimento
delle opere di urbanizzazione che
riporti su carta lo stato di fatto delle opere, i tracciati, le
caratteristiche, i dati dimensionali di ogni infrastruttura a rete e delle
attrezzature e servizi (strade, rete idrica e fognaria, impianti di
illuminazione, verde, scuole, edifici di culto, strutture sanitarie e per
pubblici servizi);
v
difesa del
suolo, attraverso la “cementificazione zero” delle zone agricole
e il recupero di aree dismesse, la maggiore cura del verde urbano e periurbano
come nel caso del Fosso di Fiumaretta, Fosso di Zampa d’Agnello, Fosso di
Scarpatosta, Fosso Malpasso e Fosso del Marangone;
v
partecipazione
nella gestione del territorio,
intesa come informazione e confronto costante con i cittadini sulle proposte di
interventi, da attuarsi prima ancora dell’attivazione delle procedure previste
dalla normativa europea e nazionale in materia di Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) dei Piani e Programmi e anche nei casi esclusi dalla stessa
VAS. In pratica l’esatto contrario di quanto si è verificato finora: è
inaccettabile, tanto più con le tecnologie oggi disponibili, che sulle
questioni che riguardano l’utilizzo del territorio ci siano “sorprese”
confezionate nel chiuso degli uffici e calate sulla vita delle persone. Ciò
vale per la costruzione di singoli edifici, come per gli atti di
pianificazione;
v
Creazione di
un sistema di database geografici
(GIS, Sistemi Informativi Geografici) per la raccolta, l’organizzazione e
l’utilizzo di dati riguardanti il Catasto, l’urbanistica, i beni ambientali e
paesaggistici, il sistema delle infrastrutture e delle reti tecnologiche e di
trasporto. La raccolta di tutte le informazioni in un unico sistema informativo
integrato sarà di libera consultazione e rappresenterà uno strumento
indispensabile per la gestione del territorio in totale trasparenza;
Regolamento Edilizio
Comunale e Delibere Consiliari in materia urbanistica
Il Regolamento Edilizio
Comunale rappresenta uno strumento di compendio alle vigenti leggi urbanistiche
nazionali e regionali di fondamentale importanza. Insieme alle Norme Tecniche
del PRG, costituisce lo strumento più utilizzato per la corretta progettazione.
L’attuale regolamento, annunciato dall’amministrazione uscente come una svolta
epocale, presenta al contrario parti in netto contrasto con la normativa di
PRG, leggi regionali e nazionali che reclamano l’urgente correzione per potere
ottenere il riallineamento alla normativa vigente. Il metodo di calcolo della
volumetria edificabile con gli articoli riguardo i “volumi da computarsi a
tutti gli effetti” e “volumi e spazi da escludere dal computo delle
volumetrie”, rappresentano l’esempio di come annebbiare il quadro normativo. Il
principio di trasparenza segue di pari passo il principio della certezza delle
regole che deve affermarsi attraverso la semplice interpretazione dei testi
normativi. La necessità di eliminare contraddizioni e riletture “creative”
delle norme, attuata anche attraverso l’adozione di delibere evidentemente
illegittime, comporta la revisione dei testi e, in alcuni casi, l’annullamento
in autotutela delle delibere incongruenti così come delle delibere in contrasto
con la normativa vigente. Il R.E. approvato presenta molti difetti primo fra
tutti il rischio di rimanere su carta e non essere attuato con la dovuta
attenzione e perentorietà. Questo ha impedito ad oggi l’applicazione della
corretta progettazione rispetto alle norme del Risparmio Energetico e la dotazione
minima di produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili. Il processo di
realizzazione dell’edificio richiede la costituzione di un ufficio deputato al
controllo non solo della progettazione ma delle singole fasi di realizzazione
durante le quali si può verificare la c.d. esecuzione a regola d’arte. Sarà
istituito un gruppo di vigilanza urbanistica non solo finalizzato al controllo
del territorio ma anche alla verifica del rispetto delle norme di corretta
progettazione per il risparmio energetico, il contenimento dei consumi idrici,
isolamento acustico e tutto quanto comporta la classificazione qualitativa
dell’immobile. Sarà adottato un sistema locale di Certificazione della qualità
dell’immobile per garantire il miglioramento delle prestazioni dell’involucro
abitativo e i cittadini al momento dell’acquisto.
Civitavecchia senza
“periferie”
Il centro e la periferia sono le due categorie
urbane d’uso comune. Due sono le famiglie di periferie: quelle “pianificate” e
quelle “spontanee”.
Le “periferie pianificate” attuate con i Piani di
Zona di Campo dell’Oro, Faro, San Gordiano, Bandita delle mortelle, San
Liborio, ognuno con la puntuale identificazione delle aree e dei servizi
pubblici da realizzare. Le “periferie spontanee”, c.d. “Zone compromesse”,
ovvero aree con bassa densità abitativa, prive dei servizi urbani basilari
quali ad esempio le zone del Casaletto rosso e Campo dell’Oro alto, che
esemplificano l’evidente incompiutezza dei processi insediativi non
pianificati. In entrambe le situazioni sarà necessario ed urgente puntare alla
realizzazione di tutte le “utilities” indispensabili allo svolgimento della
vita quotidiana. L’obiettivo sarà per le pianificazioni già attuate, quello di
fare rispettare gli accordi convenzionali diffidando all’assolvimento degli
accordi sottoscritti con la P.A.; per le zone oramai compromesse, prive delle
infrastrutture primarie, reti e servizi, oltre che degli spazi pubblici,
l’obiettivo sarà la formazione di un programma di nuova pianificazione
concordata per il riassetto delle periferie, attraverso una prima fase
destinata alla integrazione delle opere di urbanizzazione primaria ed una
seconda fase destinata alla realizzazione degli spazi pubblici di relazione.
Gli spostamenti periferia–centro che si verificano nelle ore del tempo
libero non sono obbligati ma denunciano la ricerca di “qualità urbana”, per
questo una qualità che si trova nella città tradizionale è molto importante che
sia offerta anche nella periferia.
Piano di abbattimento delle barriere architettoniche (PEBA) (PISU)
Il Piano di abbattimento delle barriere architettoniche
(PEBA), è uno strumento di programmazione settoriale che ogni Comune deve
elaborare e attuare per affrontare il tema dell'eliminazione delle barriere
architettoniche. Oltre al PEBA i Comuni devono attivarsi per predisporre il
PISU, Piani Integrati per gli Spazi Urbani, con l’obiettivo specifico
dell’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi urbani per
migliorarne accessibilità e percorribilità. La facilità e la sicurezza dei
percorsi di adduzione ai luoghi di interesse pubblico sono condizioni
fondamentali per tutti i cittadini, non solo per i disabili. Il concetto di
“accessibilità diffusa” deve essere inculcato nella cultura progettuale perché
finalmente si comprenda che rendere accessibili spazi e strutture pubbliche non
vuol dire solamente abbattere le barriere architettoniche che impediscono
l’accesso ai disabili, ma vuole dire soprattutto migliorare la fruibilità per
tutti i cittadini, in qualsiasi condizione fisica o psichica temporanea o
permanente si trovino.
La pianificazione si rivolgerà alle persone con disabilità
motoria o sensoriale (provvisoria o permanente), ma anche ad altri soggetti,
come bambini ed anziani. Dovranno essere affrontate e risolte le problematiche
connesse alla mobilità, prendendo in esame i temi relativi all'accessibilità
pedonale (passaggi pedonali, fermate mezzi pubblici, incroci, etc.)
coordinandoli con quelli relativi alla sicurezza stradale.
Si procederà ad una prima fase di “Censimento” delle
barriere architettoniche in edifici e spazi d’interesse collettivo attraverso
la schedatura di edifici pubblici ed il rilievo delle condizioni
dell’accessibilità. La seconda fase si compirà con la formazione del PEBA e del
PISU che congiuntamente condurranno alla definitiva programmazione degli
interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Una quota degli oneri di urbanizzazione sarà dedicata
a questo scopo.
Riqualificazione del centro urbano e Recupero delle aree dismesse
Il PRG di Civitavecchia è da tempo oggetto di
critiche per essere ormai “datato” e per le innumerevoli Varianti succedutesi
nel tempo. È sufficiente un lieve approfondimento per rendersi conto di come si
tratti, in realtà, di critiche parziali e pretestuose, volte, per lo più, a
giustificare l’emanazione di atti illegittimi, chiamando in causa la
complessità della materia urbanistica dietro cui nascondere le interpretazioni
di comodo.
Il PRG di Civitavecchia è uno strumento “aperto” che pone
il minimo di prescrizioni generali alla base della pianificazione attuativa. Il
PRG costituisce un valido quadro di riferimento, la base di programmazione a
lungo termine propria dei Piani Regolatori che, per legge, non sono soggetti a
decadenza ed ammettono la possibilità di Variante. Il problema di Civitavecchia
è stato ed è ancora la costante presenza della pressione politica in campo
urbanistico che ha violentato e piegato ai propri interessi le regole e le
norme di pianificazione. Ne sono un esempio le innumerevoli proposte di
Varianti respinte dalla Regione Lazio per la loro inapplicabilità.
La centralità della Pubblica Amministrazione sarà la
regola, la proposta di pianificazione partecipata il metodo. La città deve
essere riqualificata attraverso il ridisegno del tessuto urbano dei quartieri
che non sono stati mai attuati attraverso la corretta pianificazione. Le nuove
edificazioni nel centro urbano, preso atto del mancato rispetto del limite
inderogabile di densità edilizia e dei rapporti degli standard urbanistici,
saranno impedite. Le aree a standards e le volumetrie private non realizzabili,
saranno delocalizzate in aree da individuare nello strumento Generale da
adeguare al PTPG. Le zone o sottozone di PRG non ancora attuate verranno
pianificate con lo strumento del Piano Particolareggiato di iniziativa
comunale. Questo Piano con le norme attuative rappresenterà lo schema
planivolumetrico e normativo di riferimento per l’intervento privato, da
attuarsi, ove necessario, in consorzio con altri proprietari e per comparti
edificatori.
Le aree dismesse saranno oggetto di recupero e
riqualificazione. La loro individuazione e la scelta degli interventi sarà
diretta conseguenza della “pianificazione partecipata” avviata per
l’adeguamento del PRG alla normativa vigente. Saranno privilegiate le attività
e le destinazioni d’uso che meglio risponderanno alle reali esigenze, emerse
durante l’attività di elaborazione e discussione.
Verde urbano
L’adeguamento del PRG al PTPG avrà come effetto
l’individuazione e delimitazione di tutte le aree della Rete Ecologica
Provinciale (REP). Le aree “Buffer”, individuate e protette per la presenza di
biodiversità e caratterizzate dalla presenza di flora, fauna e vegetazione di
notevole interesse biogeografico e conservazionistico, insieme alle “aree di
connessione primaria”, verranno destinate alla costituzione di verde pubblico
naturale o attrezzato. Le zone della città in cui risulterà insufficiente la
dotazione di spazi pubblici da destinare a verde di standard, secondo i limiti
inderogabili del D.M. 1444/1968, potranno quindi contare sulla disponibilità di
zone da destinare a parco potendo in questo modo recuperare le area a verde di
quartiere da destinare ad attrezzature per il gioco, le attività ricreative,
culturali e per lo sport.
Il verde sarà lo strumento utile per il recupero
delle condizioni di degrado presenti in alcuni quartieri periferici della
città. L’azione amministrativa punterà alla realizzazione del verde pubblico
presente nel PRG vigente attraverso la realizzazione, per esempio, di un parco
urbano nella zona al di sotto del Faro, la realizzazione del verde di
quartiere, come definito nella Variante 7 di PRG, per le zone a nord di San
Gordiano e la fascia compresa tra San Gordiano e Boccelle.
La dotazione del verde di standard sarà norma
imprescindibile per la futura pianificazione.
Tutela e valorizzazione dei beni storici, archeologici e
paesaggistici
È necessario ricostruire il rapporto con i beni culturali,
paesaggistici e naturali presenti nella nostra città e nel territorio; sia
quelli più noti e meglio conservati, sia, soprattutto, quelli dimenticati o
sconosciuti e attualmente relegati a una condizione di semi-abbandono o di
degrado. In tal senso sarà fondamentale il contributo delle associazioni che,
raramente considerate dall’amministrazione comunale, hanno continuato a
mantenere in vita l’interesse per questo aspetto essenziale dell’ambiente
urbano e periurbano.
La valorizzazione delle testimonianze storiche e
archeologiche deve essere intesa non soltanto come opportunità per qualificare
l’offerta turistica, ma anche come occasione per i civitavecchiesi di
riscoprire la piacevole sensazione di abitare in una città millenaria, da
riavvicinare con rispetto e ammirazione, avendo allo stesso tempo la
consapevolezza di esserne parte integrante.
Sotto questo aspetto, il Comune:
v
garantirà la sua
collaborazione nella tutela e valorizzazione delle testimonianze archeologiche
della Frasca, attualmente oggetto di ricerca da parte della Soprintendenza
nell’ambito della riqualificazione dell’area che dovrà essere realizzata
dall’Autorità Portuale;
v
valuterà, di
concerto con la Soprintendenza, la possibilità di aprire al pubblico la
necropoli de La Scaglia;
v
si impegna a
rendere possibile l’accesso alle testimonianze della città romana di
Centumcellae esistenti nei sotterranei di Corso Marconi;
v
procederà alla
revoca delle delibere dell’amministrazione uscente che prevedono
l’inaccettabile cementificazione delle aree limitrofe all’ospedale e,
contestualmente, pianificherà nell’area in questione un parco urbano che
preveda, con le risorse destinate alla realizzazione dell’opera pubblica, la
giusta valorizzazione della villa romana del Belvedere, in località Vigna De
Filippi, già aggredita, in un passato relativamente recente, dall’ottusità del
cemento e dall’ingiustificabile silenzio del comune e delle autorità
competenti;
v
proporrà al
Corpo Forestale dello Stato la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa
finalizzato alla corretta individuazione delle aree colpite da incendi boschivi
nel 2006 e nel 2007 in zona Ficoncella-Sferracavallo e inserite, grazie
anche alla compiacenza della Regione Lazio, nella Variante al PRG falsamente
definita “termale” e che ha avuto il principale effetto di incrementare in
maniera esponenziale il valore di terreni ai quali è stata attribuita una nuova
destinazione residenziale e commerciale. Si provvederà, a seguito di tale
individuazione, all’adozione di un’opportuna variante di salvaguardia che
possa, nelle more dell’adeguamento del PRG al PTPG, ripristinare l’originaria
visione dell’area come “parco archeologico-termale”, dove le terme pubbliche,
la cui procedura di realizzazione e gestione, iniziata in maniera palesemente
scorretta dall’amministrazione uscente, dovrà essere azzerata e ripetuta, saranno
circondate da un contesto naturale, per il quale si propone la forma del “parco
archeologico e culturale” previsto dalla L.R. 24/98.
v
porrà in essere gli interventi necessari per
restituire alla Rocca una condizione dignitosa;
v
proseguirà e implementerà la collaborazione con
l’Università della Tuscia finalizzata al restauro e alla valorizzazione degli
affreschi presenti a Palazzo Manzi;
v
individuerà tra
gli immobili esistenti degli spazi da destinare alla ricostituzione del Museo
Civico e all’istituzione della Galleria Calamatta;
v
recupererà il
rudere del palazzo in Via Trieste distrutto nella II guerra mondiale,
trasformando il sito in Luogo della Memoria con annessa mostra permanente degli
effetti dei bombardamenti sulla città storica.
Il Comune, nel rispetto dell’art. 9 della
Costituzione, promuoverà la diffusione di una cultura del Paesaggio, anche al
fine di rimediare alle distorsioni causate dall’amministrazione Moscherini che
ha ripetutamente e ingiustamente additato come un incubo il sistema dei vincoli
esistente sul nostro territorio.
Qualità dell’Aria
Nonostante i dati pseudorassicuranti che giornalmente
diffondono le centraline del Consorzio di gestione dell’Osservatorio
ambientale, quello della qualità dell’aria è un problema che non solo troverà
difficile risoluzione fino a che esisterà la centrale a carbone, ma che fino ad
oggi le amministrazioni che si sono succedute hanno sistematicamente ignorato,
evitando di agire, se non altro, per mitigarne gli effetti.
I livelli preoccupanti dell’inquinamento atmosferico
trovano, purtroppo, conferma nei dati sanitari ufficiali che registrano un
incremento progressivo negli anni di alcune patologie specifiche correlate alla
qualità dell’aria (che colpiscono in particolare le persone anziane, i malati,
i bambini).
Le ultimissime rilevazioni del Centro di
Epidemiologia Regionale (ASL RME), aggiornate al 2010, parlano di un eccesso di
mortalità, per patologie neoplastiche legate all’apparato respiratorio, di
oltre il 10%.
Le centraline di rilevamento gestite dal “Consorzio
per la gestione dell’Osservatorio Ambientale” sono il paravento per rassicurare
i cittadini e nascondere la realtà di un territorio ad alto rischio ambientale
e sanitario.
La gestione delle centraline, infatti, si regge
grazie al finanziamento annuale dell’ENEL di 1 milione di euro, creando una
paradossale dipendenza del controllore dal controllato.
È evidente che un tale modalità di gestione dei
controlli non dà alcuna garanzia quanto ad autonomia ed indipendenza del suo
operato e dei risultati.
Il Comune dovrà invece attivarsi affinché i
controlli, certificati dall’ARPA Lazio, siano stringenti ed obiettivi,
attraverso un monitoraggio in continuo su tutti gli inquinanti pericolosi per
la salute (comprese le polveri ultrasottili da cui si possa risalire ai diversi
tipi di fonti inquinanti, delle centrali, delle grandi navi, del traffico etc.)
e che i dati da essi provenienti siano resi pubblici in tempo reale per
adottare le necessarie misure precauzionali a tutela dei cittadini più a
rischio.
Medesimi accorgimenti devono essere attivati nei
confronti della centralina di Monitoraggio sita nello scalo cittadino.
Ma un ruolo attivo del Comune in un percorso di
miglioramento della qualità dell’aria non può limitarsi ai controlli, per
quanto stringenti, ma deve prevedere interventi di minimizzazione delle fonti
inquinanti con gli strumenti legislativi a disposizione.
Nello specifico l’amministrazione dovrà:
v
avere un ruolo
chiave nel rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della centrale di
Torrevaldaliga Nord, pretendendo che non sia rilasciate deroghe ai limiti
emissivi (come è attualmente, con il consenso del Comune di Civitavecchia per
il monossido di carbonio) ed anzi si attuino interventi di minimizzazione
basati sull’analisi dell’effetto sommatoria;
v
pretendere
l’immediato smantellamento del IV gruppo di Torrevaldaliga Sud, opponendosi ad
ogni ipotesi di riconversione (metano, biomasse, carbone, rifiuti);
v
pretendere
l’ottemperanza delle prescrizioni VIA contenute nei decreti 2935/97, 6923/2002
e 4/2010 relative alle varianti del Piano Regolatore Portuale, che prevedono
l’elettrificazione delle banchine portuali e concertare con l’Autorità Portuale
incentivi per gli armatori che, in assenza di un obbligo di legge, si
dichiarino disponibili a dotare le navi dei sistemi necessari al collegamento
elettrico in banchina;
v
proporre alla
Regione Lazio l’inserimento nel Piano di Qualità dell’Aria di misure specifiche
per limitare le emissioni delle navi ormeggiate;
v
Attivarsi per la
valorizzazione ed il potenziamento di un Trasporto Pubblico Urbano
ecocompatibile, accompagnandolo con interventi di disincentivazione
dell’utilizzo dell’auto privata;
Il ruolo dell’osservatorio ambientale
In un territorio pesantemente compromesso da numerosi
fonti inquinanti quale quello di Civitavecchia, quello dei controlli della
qualità dell’aria è tema di importanza strategica per la tutela della salute
della popolazione.
In ottemperanza alla prescrizione contenuta nel
decreto di Valutazione d’impatto Ambientale n°680/2003 relativo alla centrale a
carbone di Torrevaldaliga nord è stato istituito dalla Regione Lazio, in
accordo con il Ministero dell’Ambiente, l’Osservatorio Ambientale al fine “di
analizzare lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi dei
livelli complessivi degli inquinanti dell’area provocato dalle diverse fonti e
studiarne le ricadute sulle popolazione; monitorare i parametri di qualità
dell’ambiente derivanti dall’esercizio della centrale; gestire gli eventuali
fenomeni di criticità ambientale derivanti dall’esercizio della centrale;
ricercare soluzioni tecnologiche per l’ulteriore abbattimento degli inquinanti
ed infine, ma non per importanza, informare i cittadini sui risultati degli
studi e delle misure effettuate.”
Il comune di Civitavecchia deve avere in tale ambito
un ruolo di forte determinazione delle scelte e deve garantire la terzietà dei
controlli a tutela della collettività amministrata.
In tale ottica il Comune dovrà nominare il proprio
rappresentante, fino ad oggi assente, in seno all’Osservatorio Ambientale
Regione e dovrà chiedere alla Regione Lazio una maggiore disponibilità di
finanziamenti al fine di consentire a detto organismo di adempiere al proprio
ruolo, effettuando monitoraggio epidemiologici adeguati, monitoraggi e
biomonitoraggi nonché i controlli sul rispetto delle prescrizioni.
In tale ambito, inoltre, il Comune dovrà pretendere
dalla Regione Lazio, l’attuazione dell’informatizzazione dei sistemi di
anatomia patologica al fine di istituire e rendere operativo, in tempi
estremamente brevi, il non più rimandabile Registro dei Tumori.
Il Consorzio per la gestione dell’Osservatorio
Ambientale con sede a Tarquinia, fortemente voluto dal Sindaco Moscherini e
finanziato con fondi ENEL, risulta in quest’ottica solo un inutile carrozzone
teso a creare alibi al gestore elettrico e va quindi sciolto. In ogni caso il
Comune di Civitavecchia non ne farà più parte.
Per una gestione virtuosa del ciclo dei
rifiuti
Per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti
riteniamo si debba dire basta all’improvvisazione, al condizionamento di mille
interessi particolari e all’emergenza e si debba, invece, avviare un piano
complessivo che faccia perno sulla raccolta differenziata Porta a Porta (PaP)
Il nostro obiettivo è arrivare entro il 2013 alla
percentuale minima del 65%.
E’ ormai dimostrato che il PaP é il solo sistema che
permette di recuperare una grande quantità di materiale differenziato dai
rifiuti domestici (umido, plastica, vetro, carta, metalli) e di raggiungere in
breve tempo livelli alti di differenziata. Il materiale differenziato sarà
avviato al riciclo tramite i consorzi di filiera con risparmio di materia e
grandi benefici ambientali.
La città sarà più pulita perché non ci saranno più i
cassonetti filostrada e il comune realizzerà vantaggi economici con la vendita
del materiale raccolto, risparmiando nello stesso tempo sui costi di
conferimento in discarica.
La Consulta per l’ambiente formata da
cittadini, associazioni, comitati ed esperti affiancherà in ogni fase il lavoro
dell’amministrazione.
Non servono dunque altre discariche, che avvelenano
il suolo e le falde acquifere, ammorbano l’aria e deturpano il paesaggio.
Tantomeno servono gli inceneritori cancerogeni e il ricorso a qualsiasi forma
di incenerimento (nei suoi vari sinonimi, il più noto e ridicolo dei quali è
“termovalorizzazione”). Ci opponiamo ora e sempre con ogni mezzo lecito a
chi vorrebbe trasformare il nostro territorio nel mondezzaio di rifiuti
prodotti dall’incapacità e dalla connivenza di altri.
In materia di politica dei rifiuti, aspiriamo
all’eccellenza.
Lavoreremo per entrare nel novero dei comuni virtuosi
che hanno già raggiunto livelli molto alti di raccolta differenziata e si
propongono l’obiettivo finale di Rifiuti zero. Ci proponiamo sin da ora
di arrivare al risultato di ridurre i rifiuti e di riciclare tutto.
L’ecocentro comunale
La realizzazione del nuovo
ecocentro comunale è fra i primi e più urgenti provvedimenti che adotteremo.
Attualmente funge da ecocentro un’area inadeguata,
adattata provvisoriamente. Se entro pochi mesi non sarà pronto una nuova
struttura dedicata, la raccolta differenziata porta a porta, già avviata in
alcuni quartieri cittadini, dovrà fermarsi.
Per migliorare e completare la raccolta differenziata
(oli vegetali usati, rifiuti elettrici, ingombranti, cartoni, ecc.)
provvederemo a collocare isole o piazzole ecologiche nei quartieri cittadini ed
in corrispondenza dei mercati ed esercizi commerciali.
L’impiantistica
Di pari passo con la raccolta differenziata PaP occorre
realizzare e attivare impianti per il recupero della materia organica e per il
trattamento della parte rimanente di rifiuti. Il Comune si doterà delle
seguenti tipologie di impianto:
v
Un impianto di
compostaggio industriale per il trattamento di 10.000 ton/anno della frazione
organica differenziata (che costituisce circa 1/3 dei rifiuti) in grado di
sopperire alle esigenze di Civitavecchia e degli altri comuni del comprensorio.
L’investimento per l’impianto consentirebbe di ridurre notevolmente gli alti
costi di trasferimento in luoghi più lontani e produrrebbe compost di qualità.
v
Gli impianti di
trattamento “a freddo” (senza incenerimento), che recuperano e rendono
riciclabile la parte rimanente di rifiuto indifferenziato. Per questo tipo di
impianti il modello già in funzione da anni con risultati molto positivi dal
punto di vista ambientale ed economico è quello dell’impianto industriale
dell’Azienda - Centro Riciclo Vedelago (TV) che utilizza solo sistemi meccanici
e non gestisce la frazione umida del rifiuto.
Piano per la prevenzione e la riduzione
dei rifiuti
Il Piano operativo sulla raccolta differenziata della
Provincia di Roma persegue l’obiettivo della riduzione dei rifiuti del 5% entro
il 2015.
A Civitavecchia è possibile raggiungere l’obiettivo
con:
La
tariffa “puntuale”
Vogliamo introdurre un sistema
tariffario che punta a riconoscere e premiare i comportamenti virtuosi di chi
riduce i rifiuti indifferenziati, con particolare riferimento agli esercizi
commerciali.
I centri
per la riparazione e il riuso
E’ necessario affiancare
all’isola ecologica in zona industriale, un centro per la riparazione e il
riuso degli oggetti altrimenti destinati alla discarica, articolato in sezioni
specifiche come il meccanico, l’elettromeccanico e l’elettronico, la
falegnameria e il settore edilizio.
Il riuso allunga la vita degli
oggetti, riduce in modo non marginale lo smaltimento dei rifiuti ingombranti,
contribuisce alla costituzione di nuove imprese locali con la creazione di
ulteriori posti di lavoro.
Last Minute Market
L’istituzione del Last Minute
Market (LMM), ovvero la messa a disposizione dei prodotti rimasti invenduti a
favore di chi ha bisogno, ci consentirà di recuperare ciò che è ancora utile,
valorizzandolo e sottraendolo al circuito dello smaltimento. Meno sprechi, meno
rifiuti, meno inquinamento, più sostenibilità, più cibo, più salute, più
risparmi, più investimenti, più solidarietà
Una valorizzazione dei beni
invenduti che contribuisce alla riduzione dello spreco in tutte le sue forme, basti
riflettere sul dato che in Italia, ogni anno, solo riferendoci alla categoria
alimentare, vanno sprecati prodotti ancora perfettamente consumabili per un
ammontare di 1,5 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 4
miliardi di euro.
Il compostaggio
domestico
In
molte zone della città si può praticare facilmente il compostaggio domestico
perché Le abitazioni dispongono di spazi (terrazzi, giardini, piccoli campi)
dove è possibile installare le compostiere. Il compostaggio domestico concorre
alla diminuzione della produzione dei rifiuti organici e al risparmio sui costi
di recupero e di smaltimento degli stessi. Senza menzionare poi gli indubbi
vantaggi sotto il profilo ambientale.
Per incrementare l’uso del
compostaggio domestico, il Comune consegnerà le compostiere in comodato d’uso
gratuito e premierà le famiglie che lo praticano attraverso una riduzione della
parte variabile della Tariffa di Igiene Ambientale pari ad almeno il 10%. In
tale senso sposiamo la proposta di modifica al Regolamento per la Gestione dei
Rifiuti per incentivare il compostaggio domestico, presentata dal comitato
Piazza Pulita al Comune.
Gli accordi di programma
Il Comune realizzerà accordi e
contratti di programma con soggetti privati e associazioni di categoria per
favorire:
v
la limitazione
degli imballaggi;
v
l’introduzione
della pratica delle “ricariche” per bevande e detersivi alla “spina”;
v
l’introduzione
dei “dispenser” per l’acquisto di prodotti sfusi quali pasta, legumi, cereali,
frutta secca, caramelle;
v
l’introduzione
della pratica del “vuoto a rendere” per le bottiglie di vetro, plastiche
multistrato e policarbonato;
v
la vendita dei
pannolini riutilizzabili;
Acquisti
Verdi
Il Comune
orienterà le proprie forniture agli acquisti verdi, privilegiando i beni
con il
minore impatto possibile sull'ambiente lungo l'intero ciclo di vita.
Depurazione delle acque
La non balneabilità
delle acque del litorale cittadino e la sempre più frequente situazione di
invivibilità creata dalle esalazioni provenienti dal depuratore testimoniano
l’evidente l’inadeguatezza dello stesso per vetustà e sottodimensionamento
dell’impianto rispetto al cresciuto carico insediativo.
L’esigenza di tutelare
la qualità della vita di quanti abitano nelle zone circostanti, la qualità delle
acque del litorale e di prevenire eventuali possibili contaminazioni delle aree
limitrofe rendono irrimandabile la predisposizione di un progetto di
ristrutturazione e potenziamento dell’impianto di depurazione delle acque reflue al fine di renderlo idoneo alle
reali necessità.
Elettromagnetismo
Tra le tante forme di
inquinamento che incidono su Civitavecchia, particolarmente pesante è quello
dovuto ai campi elettromagnetici.
L’alta incidenza di elettrodotti ad alta e media
tensione (una ragnatela di circa 180 KM lineari che avvolge il territorio urbano),
unitamente alle antenne per la telefonia che per anni, nonostante la
mobilitazione dei cittadini, hanno proliferato in città, destano profonda impongono la necessità di
applicare il principio di precauzione e di porre in essere chiare azioni tese a
minimizzare i valori generali di esposizione.
Il recentemente approvato “Regolamento comunale
relativo agli impianti per sistemi di telecomunicazione”, a cui il Forum
ambientalista e i comitati dei cittadini hanno apportato il loro contributo, va
in questo senso. Ma sarà importante che le tante azioni di prevenzione e
controllo in esse contenute, quali il monitoraggio in continuo delle emissioni,
la mappatura dei campi elettromagnetici etc., trovino attuazione stringente.
L’amministrazione dovrà monitorare e perseguire
l’iter di delocalizzazione delle antenne poste in siti sensibili e dichiarati
non idonei dal Regolamento (Via San Gordiano, Uliveto, Via Adriana, Via
Stella).
Barriere antirumore
L’esposizione prolungata a fonti di inquinamento
acustico ha ripercussioni gravi sulla salute umana. Il traffico stradale, con particolare riferimento a
quello delle infrastrutture autostradali, é identificato come la principale
causa di rumore nei paesi industrializzati.
La legge prevede che gli enti gestori, come la
Società Autostrade, al fine di minimizzare l’impatto acustico nelle aree
limitrofe alle infrastrutture di propria competenza, debbano porre in essere,
sulla base delle indicazioni fornite da comuni, un piano di contenimento ed
abbattimento del rumore.
Nonostante il problema sia
ben noto, soprattutto nelle zone di San Gordiano alto, Boccelle, Casaletto
Rosso e San Liborio, il Comune non ha inserito finora tale tematica nelle
proprie priorità, agendo, senza efficacia, solo su sollecitazione dei cittadini
che più volte sono stati costretti a mobilitarsi.
E’ nostro impegno,
soprattutto in vista dell’ampliamento dell’A12, ennesima opera pensata a
vantaggio di pochi e a danno delle comunità locali, che comporterà, tra
l’altro, un’implementazione del traffico (soprattutto pesante), riaprire una
stringente trattativa con la Regione, deputata al ruolo di mediatore con gli
enti gestori, al fine di chiedere una riprogrammazione degli interventi e dei
relativi tempi di attuazione.
Piano di bonifica dell’amianto
Ad oltre venti anni dalla
messa al bando dell’amianto è necessario portare a compimento una totale
bonifica del territorio dalla presenza di questa sostanza nociva che già così tanti danni ha
recato alla salute della popolazione. A partire dalle scuole, alle tante
strutture abbandonate vicino ai nuclei abitativi per
giungere ai tratti di acquedotto e alle discariche abusive mai sanate presenti
sul territorio. In tale senso si provvederà anche a promuovere, in collaborazione
con gli enti sovracomunali, formule di finanziamento pubblico per quanti,
gravati dalla presenza di manufatti in amianto nelle proprie abitazioni (es.:
cassoni per l’acqua) non abbiano le risorse necessarie per rimuoverli.
Tutela del verde e riqualificazione dei parchi pubblici
Il
patrimonio arboreo è un bene comune fondamentale per una buona qualità della
vita nelle città in quanto assolve a diverse funzioni:
v Migliora
la qualità dell’aria fornendo ossigeno ed eliminando anidride carbonica mitigando,
nel contempo, il clima cittadino;
v
Rimuove
lo smog e contribuisce a ridurre le pericolose polveri sottili;
v
Funge
da barriera fonoassorbente riducendo l’inquinamento acustico;
v
Riduce
il ruscellamento delle acque meteoritiche, migliorando l’assetto idrogeologico
del territorio;
v
Incrementa
il valore del patrimonio immobiliare; un aumento, stimato da indagini di
mercato, attorno al 18%;
v Contribuisce alla biodiversità e alla
salvaguardia degli ecosistemi in città, donando riparo a una numerosa varietà
di specie viventi
v Rende la città più bella favorendo il
benessere fisico e mentale dei suoi abitanti;
L’amministrazione comunale
si doterà di un Regolamento del Verde che oltre alla manutenzione e
gestione dello stesso tenderà anche all’incremento quantitativo e qualitativo
dello stesso. Tale regolamento dettando regole e norme che disciplinino in
maniera inequivocabile, sia in ambito pubblico che in ambito privato, gli
interventi sul verde, garantirà la cura sistematica dello stesso, evitando che si
creino le situazioni emergenziali, quali le potature eccessive o i tagli
indiscriminati, che hanno costretto cittadini ed associazioni ad una
mobilitazione quasi costante.
Nonostante i parchi
assolvano ad una molteplicità di funzioni nell’ambito del sistema urbano, la
loro realizzazione viene spesso vista come un mero onere di urbanizzazione e
quindi rimandata sine die, mentre i parchi esistenti versano in una
desolata e desolante situazione di degrado.
Rigenerare e proteggere i parchi cittadini è elemento
distintivo di una amministrazione che possa e voglia dirsi civile, che abbia
cura della collettività amministrata e coscienza della funzione del patrimonio
naturalistico della città e del suo ruolo, come ben specificato anche da Agenda
21 e dalla Carta di Aalborg, ai fini del miglioramento della qualità della vita
nelle città.
Il sistema parchi non solo
dovrà, quindi, essere valorizzato, ma decisamente incrementato, andando a
ristabilire almeno gli standard minimi di 9 m2 di verde per abitante indicato
dalla normativa vigente.
La gestione dei parchi dovrà partire dalle funzioni
sociali
ricreative, ambientali e culturali rivestite dagli stessi nell’ambito del
tessuto urbano, aspetti che, evidentemente, non possono soggiacere alla logica
del profitto e quindi delegati ai privati. Le forme di gestione saranno decise
nell’ambito di un percorso partecipativo che coinvolgerà, oltre alle specifiche
consulte, gli abitanti e i soggetti sociali dei territori interessati .
Nell’ambito della
riqualificazione dei parchi particolare attenzione verrà riservata:
v
all'accessibilità per i diversamente abili;
v
Alla
realizzazione di aeree ludico/sportive, da individuare nei parchi urbani più
adatti (per dimensioni e caratteristiche), per ragazzi e adolescenti con piste
da skate, pattinaggio, campi sportivi (basket, volley, calcetto), riutilizzando
le strutture e gli spazi già esistenti (come nel caso dell’Uliveto);
v
Alla separazione
delle aree gioco dei piccoli che saranno, ove necessario, saranno riqualificate
con posa di pavimentazione antishock;
v
All’individuazione
di superfici o
altro supporto, all’aperto, a disposizione della creatività giovanile (writers
e altre forme di ricerca artistica);
v
Alla creazione di aree per cani, recintate, affinché gli
animali domestici siano liberi di muoversi e correre in sicurezza. Le aree
saranno fornite di distributori di sacchetti e guanti e saranno posizionati
cartelli “incentivanti” al loro utilizzo, con la segnalazione dell’obbligo di
mantenere l’area pulita;
Il tutto dovrà essere realizzato senza intaccare le
aree verdi ed anzi eseguendo interventi di ripiantumazione e/o incremento del
verde dove necessario e/o possibile.
Gli orti urbani
Saranno individuate aree
pubbliche dove realizzare i cosiddetti “Orti Urbani”, ovvero dei terreni
pubblici nei quali avviare attività di coltivazione di specie ortive e/o di
giardinaggio con la partecipazione attiva dei cittadini.
Il litorale e la pineta della Frasca
L’area de “La Frasca” è un eccezionale concentrato di aree di pregio
naturalistico, paesaggistico e archeologico e rappresenta, nel contempo,
l’unico tratto di costa rimasto fruibile per i cittadini e l’ultimo vero polmone verde della città.
Tale pregio è riconosciuto e confermata dai tanti vincoli apposti
sull’area:
la pineta è inserita, nel Piano
Territoriale Paesistico (PTP) della Regione Lazio, fra le aree boscate “Beni A5
– Boschi di tutela integrale” e sottoposta, relativamente all’entroterra e alla
fascia costiera, a vincolo di inedificabilità ai sensi della L. 431/85;
il tratto marino prospiciente è un Sito d’Interesse Comunitario (SIC
IT6000005 - "Fondali tra Punta Sant'Agostino e Punta della Mattonara);
Dal punto di vista
archeologico, notevolissima è la rilevanza del sito, testimoniata anche dagli
scavi in itinere, tanto che la Sovrintendenza Archeologica all’Etruria
Meridionale, grazie all’azione delle Associazioni Forum ambientalista, Italia
Nostra e WWF, ha provveduto all’apposizione di ben due vincoli archeologici - sia per il settore a terra che per quello a mare - nel dicembre
2008 e nell’aprile 2009;
La riqualificazione della Frasca, bene comune della collettività civitavecchiese, è quindi
obiettivo prioritario da perseguire.
Va quindi rigettato e contrastato ogni progetto teso alla
cementificazione, come ad esempio, Il Terminal China e il megaporticciolo
annesso.
Il Porto e le infrastrutture di servizio non possono e non devono
superare la centrale di Torrevaldaliga Nord.
L’amministrazione comunale, invece, sarà parte attiva nel sostenere la
proposta avanzata dalle associazioni ambientaliste, di istituzione del
Monumento Naturale “La Frasca” che ben si coniuga con il già presentato progetto di riqualificazione
ambientale presentato dall’Autorità Portuale in ottemperanza alle prescrizioni
dei decreti Via 6923/2002 e 2935/97 relativi al piano regolatore portuale e
vigilerà affinché tale progetto rispetti il criterio di evitare l’eccessiva
infrastrutturazione anche in riferimento “alla localizzazione dei previsti
interventi di supporto alla balneazione (aree di sosta, nuclei di servizio,
piattaforme e pontili)” come prescritto nei citati decreti VIA.
Il parco
dei serbatoi (Bosco ENEL)
Va realizzato in tempi
estremamente brevi e, come prescritto, nelle aree limitrofe alla centrale, il
cosiddetto “Parco dei Serbatoi”, ovvero il bosco di 40 h previsto come opera
compensativa nel decreto MAP n°
55/02/2003 del 24 dicembre
2003 di autorizzazione all’esercizio di Torrevaldaliga Nord. Al
fine di velocizzarne l’esecuzione il Comune dovrà ritirare il parere negativo
espresso dal Sindaco Moscherini.
Il
parco delle Antiche Mole
Il Comune promuoverà il Parco
delle Antiche Mole (valle della Fiumaretta), non solo contrastando il
devastante progetto di bretella di collegamento A12 – Porto, ma soprattutto
valorizzandone le caratteristiche ambientali ed archeologiche. Un bene poco
conosciuto e valutato nell’ambito della comunità cittadina, che può costituire
un ritrovato spazio da restituire ai cittadini e una fonte di attrazione
turistica con la promozione di itinerari naturalistico-archeologico da
percorrere anche a cavallo.
Il Parco Canile
Il canile non può essere più una desolata struttura in cemento, né un complesso in batteria ma un luogo in cui prati e alberi prevalgano sul costruito.
Progettare un canile e’ un lavoro
molto particolare, bisogna saper coniugare la conoscenza comportamentale
dell’animale, sia del singolo che in branco, con le esigenze tecnico
costruttive di un vero e proprio “ sistema” di gestione. Il progetto ‘Parco Canile’ che, come dice il
nome, unisce alle capacità di ricovero dei canili previsti dalla legge
l’aspetto e i vantaggi di un parco verde con alberi, verde, fiori e
aiuole, profumato, è piacevole da visitare.
Il Parco canile e’ concepito per
essere una struttura pienamente fruibile dalla cittadinanza di ogni età, un luogo in cui passare
piacevoli momenti di relax con il proprio amico a quattro zampe o senza.
All’interno del parco saranno
progettati degli spazi per attività extra come percorsi jogging, orto
biologico, un roseto dove poter farli visitare dalle scuole elementari e medie,
insomma uno spazio pienamente integrato con tutte quelle attività pro attive
per tutta la città.
Il parco e tutte le sue
strutture sono sviluppate in bio edilizia integrando i sistemi più diffusi ed
avanzati di domotica, produzione di energia, recupero e gestione delle acque
piovane ed il controllo di tutte quelle attività integrate all'interno dei vari
spazi, insomma tutte le strutture ed i servizi sfruttano ed utilizzano le
risorse in maniera centralizzata senza sprechi e/o inefficienza.
Il nostro obiettivo e’ quello di realizzare un parco canile che
sia un’efficiente struttura sanitaria per il territorio, oltre a
essere un punto di ricovero, soggiorno e cura degli animali; noi crediamo che
il benessere degli animali, vada coniugato con la possibilità di rendere le
visite piacevoli e rilassanti.
Chiaramente all’interno
del parco, una specifica area, con le medesime caratteristiche, sarà invece
dedicata al “Gattile”.
Attuazione del “Regolamento comunale sulla tutela degli animali”
Dovrà essere data piena
attuazione, favorendone un’adeguata diffusione, al “Regolamento comunale sulla
tutela degli animali”, approvato recentemente e che non ha ancora esplicato
effetti significativi.
Ristrutturazione e rilancio dei Servizi Pubblici
I beni che costituiscono le
fondamenta su cui poggia la “casa comune” quali la scuola, la cultura, i
servizi per la salute, il territorio ed il lavoro, così come i beni naturali
(l’acqua, l’aria, il verde, il paesaggio) sono beni e servizi che non
rispondono alla logica del mercato ma costituisco la condizione indispensabile
per l’esercizio effettivo del diritto di cittadinanza e l’affermazione dei
valori di libertà, uguaglianza, solidarietà.
Per questo concepiamo i
Servizi Pubblici come beni di appartenenza collettiva e sociale che devono
rimanere in mano pubblica, come d’altronde sancito dal recente referendum; in
tale contesto riteniamo sbagliata ed irrispettosa della volontà popolare la
delibera di cessione del 60% delle quote societarie delle municipalizzate
cittadine e riteniamo doveroso agire per la revoca della stessa.
Pensiamo, invece, ad una
ristrutturazione profonda dei servizi comunali che sia modulata sui bisogni
concreti delle persone e del territorio, su criteri di efficacia/efficienza e
di rispetto del cittadino-cliente, faccia perno sulla partecipazione effettiva
e la rappresentanza, nelle sedi decisionali, degli utenti e dei lavoratori e
sull'adozione di forme di controllo e garanzie di trasparenza stringenti da
parte della comunità.
Una rivoluzione che ha
tanti avversari, un'esperienza già avviata in molti comuni importanti della
Rete dei Comuni per i beni comuni, una sfida a chi vuole fare affari sui beni
collettivi e i bisogni vitali delle persone e, nel contempo, sui diritti dei
lavoratori; una sfida che manda a casa la cattiva politica e scuote la
rassegnazione, che è possibile vincere solo con il consenso e la partecipazione
di tutti quelli che vogliono salvare la nostra città
In tale contesto le attuali
municipalizzate dovranno essere razionalizzate secondo le seguenti linee guida:
acqua diritto primario di cittadinanza, adesione alla strategia rifiuti zero;
trasporti urbani ecosostenibili, servizi sociosanitari efficienti, servizi e
strutture per gli anziani e le fasce deboli.
Vogliamo aziende dei
servizi locali interamente pubbliche che non siano più carrozzoni clientelari
oggetto di lottizzazione e spartizione partitica, ma amministrate secondo
criteri di efficienza, senza sprechi e privilegi, capaci di fornire servizi di
qualità e buona occupazione.
Primo atto sarà
un’approfondita verifica dello stato patrimoniale delle aziende,
l’individuazione di eventuali responsabilità dirigenziali nello stato di
sofferenza economica (verso cui l’amministrazione comunale non esiterà, qualora
se ne ravvisassero gli estremi, ad attivare azioni di responsabilità) e la
razionalizzazione dell’organizzazione del lavoro eliminando sacche di
inefficienza o di privilegio ingiustificate.
Anche le municipalzzate,
come ogni altra amministrazione pubblica e/o partecipata dal pubblico, dovranno
assumere, anche per le esigenze stagionali e/o transitorie, tramite
concorso/bando pubblico e si dovrà creare una rete che faccia, in maniera
trasparente, incontrare domanda ed offerta.
Il servizio di gestione dei
rifiuti sarà riorganizzato sulla base delle rinnovate esigenze che l’estensione
del servizio porta a porta renderà necessarie.
Il servizio di manutenzione
del verde sarà implementato e dovranno essere stabilizzati definitivamente i
lavoratori addetti, da troppi anni tenuti in un part-time che non ne consente
un livello di vita dignitoso.
Per questi due settori si
darà avvio ad un articolato piano di formazione professionale, sulla base di
diversificate mansioni che i lavoratori si troveranno a ricoprire.
Dovrà essere potenziato e
rilanciato, anche con un’adeguata azione di promozione e comunicazione, il
Trasporto Pubblico Locale, attualmente scarsamente utilizzato, rendendolo
maggiormente efficiente ed appetibile, potenziando e rimodulando le linee,
riducendo i tempi di percorrenza, ampliando gli orari di funzionamento,
installando segnaletica elettronica per l’indicazione costante di orari certi.
Azioni che, per garantire una reale mobilità ecosostenibile, devono essere
inserite in un ormai improcrastinabile Piano del Traffico ed accompagnate da
interventi complementari quali l’introduzione del biglietto a tempo, parcheggi
di scambio serviti da navette per i collegamenti con la zona ZTL, ampliata
all’area compresa tra la trincea ferroviaria, Via S. Fermina, Via Isonzo e il
mare, con abbonamenti scontati per chi lavora all’interno della Z.T.L
Il TPL deve garantire il
diritto alla mobilità e su tali basi va considerato bene comune non
privatizzabile; un servizio che fa bene all'ambiente, alla salute ed ai bilanci
familiari messi a dura prova da tasse ed aumenti di ogni genere.
Sarà, inoltre, avviato, in
sinergia con gli enti sovracomunali, un progetto di ampliamento e miglioramento
del servizio di assistenza ai diversamente abili e/o non autosufficienti, con
interventi quali la continuità del progetto di vita scolastica ed
extrascolastica garantendo tutte le azioni e il personale necessari a
realizzare una positiva continuità nella progressione scolastica degli alunni
con disabilità, in particolare nella delicata transizione al lavoro attraverso
progetti di inserimento lavorativo mirato; assistenza scolastica primaria e
secondaria, assistenza extrascolastica, assistenza domiciliare, campus estivi.
Economia sostenibile, occupazione, formazione
Fino ad oggi la gran parte della produzione di beni
materiali si è fondata sui consumi e sulla sequenza “usa e getta e riacquista”.
In fase economica recessiva, e, più in generale, in
un approccio razionale al pianeta, non si può continuare a comprare beni non
essenziali, mancano le basi (lavoro e soldi, ossia benessere) per “consumare” a
oltranza.
Al contrario aumentano i fabbisogni immateriali per
l’aumento degli anziani, delle fasce sociali deboli, dei fabbisogni di
assistenza e cura e sono sempre più evidenti e devastanti i problemi causati
dal dissesto idrogeologico e dall’inquinamento, dall’erosione delle coste;
aumenta la necessità di sicurezza e manutenzione del patrimonio edilizio e di
quello architettonico e archeologico.
Inoltre la competizione connessa alla globalizzazione
costringe a investire in ricerca, qualità e innovazione, ma anche a individuare
nel territorio peculiarità e risorse uniche e non riproducibili altrove, per
cui la rivalutazione dei beni artistici, archeologici, ambientali,
l’artigianato locale, le produzioni originali tipiche, il turismo e la cultura
costituiscono rinnovate occasioni di lavoro.
L’economia si va spostando dalla produzione di soli beni
di consumo su altri beni che rappresentano oggi un mercato ancora aperto
rispetto al mercato dei beni materiali, ossia:
v
Servizi
v
Tutela/messa in
sicurezza del territorio
v
Ambiente
v
Cultura
v
Produzioni
locali e artigianato
v
Turismo
E queste rappresentano non tanto scelte ideologiche
quanto logiche.
La città ha bisogno di una nuova visione del modello
economico fondata non più su mega-opere inutili quali il Terminal Cina, quanto
piuttosto sulle sue risorse tradizionali da una parte e sulle nuove forme di
economia dall’altra, che creino occasioni stabili di occupazione.
L’amministrazione comunale dovrà sostenere una politica occupazionale rivolta
alla cosiddetta “green economy”, alle risorse locali tradizionali, al turismo,
alla promozione culturale, al recupero edilizio, alle “piccole opere” di messa
in sicurezza del territorio, all’innovazione tecnologica, alla rimodulazione dei
servizi e all’integrazione sociale.
La città ha come vettori potenziali del suo tessuto
economico il porto, le terme e una posizione invidiabile dal punto di vista
dell’offerta culturale, sia per le sottovalutate risorse presenti in città sia
per la posizione intermedia tra Cerveteri e Tarquinia. Questi fattori, se
valorizzati, rappresentano importanti opportunità di occupazione, intercettando
anche i flussi turistici che arrivano dal porto. Ma di più si può fare
proponendo Civitavecchia come polo di scambi culturali con le regioni del
Mediterraneo, per costituire un centro di incontro interculturale tra
continenti e tra diverse economie, così come sostengono specifiche misure e
finanziamenti comunitari, in modo tale da produrre economia turistico-culturale
internazionale, ma anche tale da allargare l’ottica e la cultura locali in
visioni più ampie e stimolanti.
Il porto andrebbe riorganizzato in molti dei suoi
aspetti potenziando il settore “commerciale”, troppo penalizzato, secondo le
direttive dell’allora Presidente dell’Autorità Portuale e oggi Sindaco uscente
Moscherini, a favore del “passeggeri” e
del “crocieristico”.
Il “commerciale” è un settore che può dare lavoro concreto ed avere ricadute economiche
ed occupazionali tangibili sul territorio.
Spazi utili ai traffici portuali ed alle attività
connesse dovranno essere recuperati in quelli attualmente occupati dai depositi
costieri che dovranno essere, come previsto, dismessi a scadenza naturale della
concessione, a totale carico dei concessionari.
Riteniamo indispensabile che l’Amministrazione Comunale si
riappropri del proprio ruolo di promotore dell’economia locale e pretenda di
avere voce in capitolo sulla relativa programmazione, confrontandosi con
l’Autorità Portuale da una posizione non di sudditanza ma da quella di chi ha
la consapevolezza di avere il diritto/dovere di pianificare, anche
economicamente, il futuro del territorio e, quindi, anche del porto che dello
stesso è parte integrante.
In tale ottica non si può prescindere da un monitoraggio
delle concessioni portuali verificando il pieno rispetto dei piani
occupazionali presentati congiuntamente alla richiesta di concessione e dando
priorità, nel caso di nuove concessioni, a quelle che presentano maggiori
garanzie in termini di posti di lavoro.
La sinergia tra i due Enti, piuttosto che vagheggiare di
pericolose cattedrali nel deserto, come Terminal China o Piattaforma Italia che
dir si voglia, deve invece prendere in considerazione l’analisi e la
risoluzione delle reali carenze infrastrutturali che penalizzano lo scalo
cittadino impedendogli di sfruttare a pieno le proprie potenzialità.
L’interporto, ad esempio, dovrà assumere la funzione per cui è stato pensato,
ovvero quella di manipolazione, lavorazione e transito delle merci da e per lo
scalo, anche ritagliandosi un ruolo, in virtù della posizione centrale dello
scalo cittadino, in ambito di traffici finora non intercettati come quelli
umanitari.
Nel confronto tra Comune e Autorità Portuale vanno,
inoltre, gettate le basi per l’attivazione di veri e propri percorsi formativi
tesi alla creazione di tutte quelle figure professionali tipiche della vita
portuale. Solo così la città potrà ritornare a vivere il porto come parte di se
stessa e non percepirlo come realtà avulsa dal territorio, terreno indisturbato
di poteri forti e ricche signorie.
La riappropriazione del porto, ed in particolare
della sua parte monumentale, da parte della città, non può prescindere
dall’interruzione dell’iter di concessione novantannovennale dell’intero porto
storico alla Società “Porto del Tirreno srl.” per la realizzazione di una
“marina yachting” per imbarcazioni oltre i 30 metri, che esproprierebbe i diportisti locali, ed i
cittadini tutti, dal diritto di vivere il proprio porto. La nautica da diporto,
e le attività d’indotto, possono e dovranno essere fonte di occupazione
inserendole in un circuito che preveda risposte alle varie esigenze del settore
anche recuperando antichi mestieri, come il
mastro d’ascia, che rischiano di scomparire, e conquistando fette di mercato
cosiddetto di nicchia (es. restauro imbarcazioni d’epoca). Peraltro tale ambito
ben si presta ad una riconversione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo,
cosi come all’inclusione di quanti vengono definiti socialmente svantaggiati.
Altra risorsa di nuova occupazione deve essere
individuata nella “green economy” e nella ricerca. In tal senso
l’amministrazione comunale verificherà con l’Università di Roma Tor Vergata la
possibilità di partecipare concretamente al progetto relativo al “fotovoltaico
organico” da fibra vegetale e alle sue applicazioni produttive;
Altre azioni saranno intraprese verso il collegamento
con l’industria di trasformazione rilanciando la mai realizzata catena del
freddo.
L’area industriale, ad oggi mai decollata, dovrà essere
razionalizzata, riorganizzata e sottoposta a stringenti procedure di verifica
da parte dell’Amministrazione Comunale, sottraendola alle trame speculative di
compravendita e subappalti di capannoni da parte di società fantasma, per
renderla realmente fruibile a chi voglia fare impresa, restituendole una reale
funzione di area di insediamenti produttivi tangibili e verificabili..
Si favorirà la creazione di punti pubblici di
telelavoro.
In sintesi tutte le politiche settoriali del nostro
programma potranno avere importanti ricadute occupazionali.
Per sostenere e accompagnare l’economia cittadina e
l’occupazione sarà però necessario per l’amministrazione prevedere e misurare
per ogni progetto le sue ricadute occupazionali, per dare priorità di investimenti
a quelli di maggiore garanzia.
In tempi di crisi economica, inoltre, tornerà il
bisogno di beni durevoli nel tempo, e all’ “usa e getta” si sostituirà
“l’aggiusta e il riusa”, quindi tornerà l’attenzione alla qualità più che alla
quantità. Torneranno “di moda” gli artigiani e la serietà e competenza del
lavoro.
La competizione, di conseguenza, si misurerà sulla
qualità e sulla affidabilità.
Tornano ad essere fondamentali le risorse umane e la
loro professionalità
Questo significa un diverso peso da dare alla
formazione e qualificazione del personale e alla formazione professionale dei
giovani e dei lavoratori, quanto alla creatività e l’imprenditività.
La formazione professionale e tecnica dovrà legarsi
ai progetti di economia locale ed essere pianificata in funzione delle
professionalità necessarie alle nuove opportunità di lavoro (Università
nautica, professionalità legate alle terme, all’accoglienza dei flussi
turistici e ai percorsi archeologici, professionalità legate alle nuove tecnologie
e all’ambiente, all’artigianato).
Sarà anche necessario accompagnare i giovani a scelte
oculate con servizi efficaci di informazione e orientamento, bilancio di
competenze e orientamento al lavoro autonomo, servizi con personale qualificato
e aggiornato che dovranno essere adeguati anche per gli adulti, temporaneamente
disoccupati od espulsi dai processi produttivi.
Sarà inoltre necessario porre in essere un’incisiva
sinergia con gli organi competenti al fine di rafforzare gli strumenti di
controllo per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro.
L’amministrazione comunale, per quanto di propria
competenza, si occuperà del controllo sull’applicazione della L. 68/99 per
l’inserimento obbligatorio di quote di disabili.
L’amministrazione comunale sosterrà il nuovo modello
economico tramite un costante rapporto con le parti sociali
v
indirizzando le
risorse a favore dei settori e progetti citati, anche ricorrendo a fondi
comunitari specifici;
v
sostenendo e
incentivando reti di imprese, consorzi, cooperative per l’utilizzo di servizi
comuni e la razionalizzazione degli investimenti in ricerca, innovazione,
internazionalizzazione, allo scopo di effettuare economie di scala;
v
favorendo la
piccola distribuzione, il commercio tradizionale, l’artigianato, rispetto alla
grande distribuzione;
v
indirizzando il
sistema formativo verso i nuovi fabbisogni professionali, e adottando il Fondo
Sociale Europeo per progetti formativi mirati alle prospettive economiche
progettate e a specifiche occasioni di lavoro, così come per l’inserimento
lavorativo di categorie deboli o svantaggiate;
v
valorizzando e
qualificando i servizi di orientamento e collocamento, sia per l’inserimento
lavorativo che per il reinserimento, tanto per il lavoro dipendente che
nell’ambito del lavoro autonomo;
v
dando impulso e
sostegno all’imprenditorialità giovanile, in collaborazione con le associazioni
di categoria e le camere di commercio, offrendo servizi di accompagnamento
all’ideazione e progettazione di impresa, destinando gratuitamente siti per incubatori
di impresa e servizi di sostegno allo start-up di microimprese, favorendo il
micro-credito;
v
sostenendo -
anche tramite risorse dei fondi comunitari - il rilancio degli antichi mestieri
e dell’artigianato di qualità, con l’utilizzo dell’apprendistato per i giovani;
v
impegnandosi in
una lotta attiva alla precarietà, dando per primo la priorità al lavoro a tempo
indeterminato per i dipendenti comunali, così come negli enti e nelle società
comunali, compatibilmente con i limiti imposti dalla legislazione;
Come operatore economico il Comune adotterà pratiche
di correttezza e trasparenza per i contratti di fornitura, le prestazioni
professionali, gli appalti, imponendo regole stringenti alle società
controllate e partecipate
Corruzione, connivenze, infiltrazioni della criminalità
organizzata, disonestà e clientelismo generano disoccupazione e
sotto-occupazione, inquinando le regole del mercato del lavoro e distogliendo
gli investimenti sani. Quindi è indispensabile contrastare comportamenti
politici e della gestione della cosa pubblica indifferenti a questa
problematica, se non addirittura complici.
La richiesta di legalità, correttezza e onestà è
funzionale alla creazione del nuovo sistema economico e Il lavoro deve tornare
ad essere un diritto e non un privilegio concesso per fini clientelari.
Infine abbiamo intenzione di rivolgere un’attenzione
particolare al microcredito ed al prestito sociale, due opportunità economiche
rivolte a quella fascia di cittadini che per motivi tecnici rimangono “emarginati” dalle realtà
finanziarie (banche, istituti di credito).
Questo tipo di attività finanziaria è totalmente
inserita nel tessuto sociale e la risposta alla domanda di credito è tanto più
vera, tanto più il servizio si avvale ed è affiancato dalle amministrazioni
comunali, attraverso quei servizi come,
ad esempio, politiche sociali, istruzione e sport, da cui emergono necessità e
richieste da parte di associazioni o singoli non finanziabili per le logiche
tradizionali.
Vogliamo realizzare nella nostra città un servizio di
finanza etica completamente controllata dall’amministrazione comunale e che
faccia fronte alle esigenze delle fasce fuori mercato.
Promozione culturale e dello sport
È necessaria una politica che, rivolta a tutti,
privilegi i giovani sia come destinatari che come protagonisti attivi. I siti
recuperati grazie alla nuova politica urbanistico-edilizia costituiranno il
contenitore di eventi culturali, di incontro tra personalità e maestri con le
scuole e i gruppi giovanili, di luoghi di apprendimento e sperimentazione e
potranno ospitare particolari eventi di portata nazionale.
La promozione culturale sarà interpretata come un
valore aggiunto per migliorare la vivibilità della città, permettendo a tutti
di usufruire di un’offerta che fornisca momenti di svago e, al contempo,
accrescimento di valori e conoscenze. La diffusione di questi momenti
comporterà anche maggiore consapevolezza verso il patrimonio artistico della
città e la sua memoria storica e più in generale maggior rispetto del bene comune.
Si punterà per questo a promuovere iniziative gratuite ed aperte alla
partecipazione di tutti. Saranno promosse consulte delle associazioni culturali
locali - divise per tematica di attività - per la rappresentazione delle
esigenze e l’affermazione delle proposte. Saranno organizzati eventi di scambio
di conoscenze (Skillshare) con l’intento di promuovere lo scambio gratuito di
esperienze e di capacità. Saranno promossi eventi interculturali che
coinvolgeranno e mireranno all’integrazione delle conoscenze delle diverse
realtà culturali ed etniche esistenti in città. Saranno promosse borse di
studio presso le locali scuole medie e superiori per la realizzazione di
progetti per la riscoperta del valori storico culturali della città e
finanziati i progetti risultati migliori.
Lo sport sarà concepito come strumento formativo, da
sostenere e diffondere, come sostegno alla salute per tutti, come evidenziatore
di talenti. Lo sport a Civitavecchia riveste un ruolo sociale rilevante, basti
pensare al grande lavoro delle numerosissime società sportive che rappresentano
Civitavecchia nei vari tornei nazionali e ai tanti campioni locali che si sono
affermati nelle varie discipline. In tale contesto il compito del Comune è
garantire a tutti pari opportunità sia nell’utilizzo dell’impiantistica
pubblica, sia nella suddivisione dei finanziamenti. A tale scopo vogliamo
riunire intorno ad un unico tavolo i rappresentanti delle varie associazioni
per definire i criteri di utilizzo degli impianti e di finanziamento, privilegiando
la presenza di programmi di avviamento allo sport anche per le fasce più deboli
(famiglie a basso reddito, anziani e disabili). Lo sport può offrire
opportunità di occupazione e per questo vogliamo essere vicini
all’associazionismo sportivo per l’organizzazione di eventi, volano per la
crescita del così detto “turismo sportivo” con benefici per le attività
turistiche e commerciali.
Il turismo e i percorsi archeologici
Malgrado la grave crisi
economica mondiale verificatasi negli ultimi anni abbia provocato una
recessione del settore turistico internazionale, il porto di Civitavecchia ha
conosciuto recentemente un costante incremento degli arrivi delle navi da
crociera.
Nel 2012 sono previsti
circa 2.000.000 croceristi in arrivo a Civitavecchia, tra passeggeri in
transito e quelli che iniziano o terminano qui il loro viaggio
È stimato che almeno il 25%
dei passeggeri delle navi da crociera che attraccano al porto rimangono nella
nostra città. Mediamente circa 500.000 croceristi all’anno trascorrono una
giornata nella nostra città e sono sempre più numerosi i passeggeri dei
traghetti che sostano a Civitavecchia. Tutti questi passeggeri, a cui si
aggiungono altri turisti occasionali, spesso non hanno la possibilità di
visitare Civitavecchia in maniera adeguata: sono quasi costretti a trascorrere
qualche ora in città senza avere l’opportunità di apprezzarne le attrazioni e
la storia millenaria.
Un flusso turistico di tali
proporzioni rappresenta potenzialmente un’enorme risorsa economica per
Civitavecchia, una risorsa sicuramente alternativa e preferibile a molte altre.
Per sopperire alle carenze
che attualmente interessano il settore turistico a Civitavecchia sono necessari
alcuni provvedimenti che non comporterebbero spese eccessive.
Innanzitutto bisogna
attuare una precisa politica di accoglienza e assistenza al turista.
L’accoglienza è infatti il
biglietto da visita che Civitavecchia offre ai turisti, che spesso hanno
proprio qui il primo impatto con la nostra nazione.
È necessario quindi
allestire i Punti d’Informazione Turistica (PIT), come previsto dalla vigente
normativa Regionale sul Turismo, possibilmente nei pressi dei luoghi di
maggiore flusso di turisti , cioè la Stazione Ferroviaria, Piazza Vittorio
Emanuele e Viale Garibaldi, unico punto dove attualmente è presente un box
informativo. Questi punti di Informazione naturalmente devono essere dotati di
materiale informativo multilingue sulla città e sul suo territorio e devono
essere condotti da personale altamente qualificato, in modo da poter soddisfare
tutte le esigenze dei turisti.
Bisogna poi installare dei
cartelli almeno in italiano ed inglese che indicano la strada per i punti più
importanti ed interessanti della città, come l’entrata/uscita del porto, il
centro città, l’ufficio informazioni, la stazione ferroviaria, la posta, i
monumenti, il mercato, il lungomare, il Museo Nazionale e le chiese del centro
storico.
È opportuno anche collocare
nei pressi dei monumenti cittadini e degli edifici storici dei pannelli, sempre
in italiano ed inglese, che ne illustrano la storia e le caratteristiche.
In base a questi cartelli e
pannelli si dovrebbero organizzare dei circuiti turistici per agevolare i
turisti nella visita della città.
Devono essere valorizzati i
più importanti monumenti cittadini. In particolare si deve approntare una linea
di trasporto urbano che colleghi il centro con le Terme Taurine, che
rappresenta il principale sito di interesse storico-archeologico di
Civitavecchia.
In intesa con associazioni
ed enti si dovrebbero rendere fruibili alcuni siti di eccezionale interesse
storico, come la Rocca, la Necropoli Etrusca della Scaglia, gli ambienti ipogei
sotto la Chiesa della Stella e i resti della città romana ubicati nei
sotterranei dei palazzi di Corso Marconi e favorire l’organizzazione di visite
guidate della città.
In queste iniziative
andrebbero anche coinvolti gli esercenti e i negozianti di Civitavecchia, in
modo da abbinare lo shopping alla visita alla città. In tal senso si deve
incoraggiare l’apertura dei negozi anche nelle prime ore pomeridiane.
Al fine di promuovere il
territorio occorre sostenere l’organizzazione (diretta o indiretta) di
manifestazioni turistiche eno-gastronomiche, di eventi di carattere culturale
(dibattiti, conferenze, convegni, ecc.) e potenziare le celebrazioni classiche
di Civitavecchia.
Va dato inoltre maggiore
impulso al settore del turismo termale (con l’avvio definitivo degli impianti
della Ficoncella-Terme di Traiano) e a quello del turismo balneare.
Per migliorare la
promozione turistica è necessario anche rafforzare la presenza nostra città
nelle principali fiere e borse turistiche, come la Borsa Internazionale del
Turismo di Milano e la Fiera del Turismo Archeologico di Paestum.
Altri provvedimenti da
adottare per migliorare la ospitalità nei confronti dei turisti, ma che
porterebbero giovamento anche a tutti i cittadini, sono l’abbattimento delle
molte barriere architettoniche presenti in città (considerato che molti turisti
che giungono in città con le navi da crociera hanno difficoltà motorie) e il
potenziamento del trasporto pubblico urbano.
Per favorire un’economia
turistica del territorio è opportuno organizzare un coordinamento tra i vari
soggetti che si occupano a vario titolo di turismo ricettivo: Comune, Autorità
Portuale, Soprintendenza Archeologica, Associazioni Turistiche, strutture
alberghiere, negozianti, agenzie, associazioni, ristoranti, ecc. Sarebbe
opportuno in questo senso creare un organismo di coordinamento tra questi
soggetti per la gestione della promozione di un prodotto turistico locale e di
appositi pacchetti da presentare alle principali fiere e borse del settore. Ciò
permetterebbe di proporre un’offerta turistica organica consona alle
potenzialità della città.
Rapporti
con i grandi insediamenti industriali e produttivi
Uno degli effetti più
subdoli della riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord è
stato quello di drogare il bilancio del Comune: circa 90 milioni di euro sono
stati riversati dall’Enel, a titolo di “compensazione”, nelle casse comunali
dal 2003 a
oggi senza lasciare traccia sulla città. Quei soldi sono stati utilizzati,
soprattutto dall’amministrazione Moscherini, per finanziare la spesa corrente e
una volta finiti hanno lasciato una voragine e l’ansia di riempirla nuovamente.
Si è creato un meccanismo
di dipendenza che, nella pigrizia di quasi tutte le forze politiche, prevede
l’affannosa ricerca del rinnovo delle convenzioni economiche, anche se questo
dovesse comportare l’aumento di un carico inquinante che ormai da anni è insostenibile
o, comunque, continuare ad impedire al Comune un’obiettiva valutazione
dell’impatto delle emissioni sulla salute dei cittadini.
Crediamo che sia necessario
liberarsi di questa dipendenza, rifiutando le politiche di monetizzazione della
salute con cui si compera il consenso degli enti locali e restituendo al Comune
il ruolo di garante della salute e della qualità dell’ambiente e del lavoro.
La questione energetica
continua ad essere centrale per il nostro territorio, ma oggi la nuova economia
che si fa strada utilizza l'energia del sole, del vento e del calore della
terra. I combustibili fossili, dannosi per il clima e per la salute, dovranno
essere abbandonati, sostituiti progressivamente ed inevitabilmente da fonti di
energia rinnovabili, non inquinanti e che non provocano modificazioni
climatiche.
Ciò comporta l’abbandono
del sistema basato sui grandi impianti di produzione d’energia da fonti fossili
e una conversione ecologica costituita da reti energetiche decentrate
alimentate da fonti rinnovabili prodotte il più vicino possibile al luogo di
utilizzo dell’energia. In tal senso, non può che essere considerata un’idiozia,
in termini ambientali ed economici, la produzione di energia da biomasse
vegetali importate dall’Australia, dall’Indonesia o, comunque, da migliaia di
chilometri di distanza, con il relativo contributo in termini di inquinamento
legato al trasporto, oltre che, naturalmente, alla combustione. Grandi impianti
di combustione di questo tipo, per evidenti motivi legati al costo della materia
prima, non sono altro che inceneritori mascherati, perché ben presto il legname
può essere sostituito dai più “economici” rifiuti. Dovrà, pertanto, essere
confermato lo smantellamento, già stabilito dal Ministero dell’Ambiente nel
2011, del IV gruppo della centrale Tirreno Power di Torrevaldaliga Sud ed
evitata qualsiasi forma di riconversione.
D’altra parte offrire alla
città un diverso scenario di attività produttive e di nuova occupazione renderà
più forte e autonoma l’amministrazione comunale nel rapporto con i grandi
insediamenti industriali esistenti, ponendo condizioni che invertano i ruoli
fin qui adottati.
La stessa posizione di
indipendenza deve essere mantenuta nei confronti del porto e dei depositi
costieri di prodotti petroliferi. Nel caso del porto, un ritorno economico
diretto per il Comune dai traffici portuali deve essere considerato come un
giusto risarcimento per essere stati sostanzialmente espropriati di una parte
così importante della città, piuttosto che una compensazione per continuare a
subire in silenzio le emissioni inquinanti delle navi. Al contrario è
necessario pretendere il rispetto delle prescrizioni imposte da più di dieci
anni dal Ministero dell’Ambiente all’Autorità Portuale e finora insabbiate,
come la realizzazione dei collegamenti elettrici per le navi in banchina e la
riqualificazione della Frasca.
La città dei diritti
Un’amministrazione comunale
degna di essere chiamata tale ha il dovere di farsi carico delle esigenze della
collettività, iniziando dai bisogni primari tramite interventi che non siano di
mera “assistenza”, quanto piuttosto di “promozione sociale” e di “tutela”.
Le Politiche sociali devono
concorrere a migliorare la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini,
dare risposte concrete al disagio e favorire la coesione e l’inclusione
sociale.
L’attuale crisi economica
ha determinato una modifica della platea del disagio; occorre, quindi, ampliare
e diversificare la gamma degli interventi, sulla base d i un puntuale ascolto
dei bisogni, avviando
un’attività programmatoria che consenta di ottenere una rete di servizi
stabili, di qualità, facilmente accessibili alla popolazione, conosciuti,
pubblicizzati e correttamente utilizzati.
Anche e soprattutto in
questo campo, come su tutte le altre tematiche, il confronto e la possibilità
di arrivare a scelte condivise rappresenti la base di partenza
metodologicamente indispensabile.
Diritto di cittadinanza
Per un reale diritto di
cittadinanza è indispensabile porre un’attenzione nuova alle fasce più deboli,
costruendo in modo sistematico politiche per gli svantaggiati, per i
diversamente abili, per gli anziani.
In tale ambito, ruolo
fondamentale ma complementare deve avere il volontariato ed il settore del
no-profit, ormai un vero e proprio settore economico (terzo settore).
I problemi della disabilità
rappresentano il terreno di massima integrazione tra i diversi settori
d'intervento sociale e tra le diverse problematiche ad esso legate in tutte le
dimensioni di vita: la sfera degli affetti, la vita relazionale, la dimensione
lavorativa, le esigenze abitative, i bisogni di conoscenza ed istruzione, la
dimensione comunicativa e molto altro.
A ciascuno di questi
aspetti corrispondono altrettanti diritti, riconosciuti e sanciti socialmente,
scientificamente e giuridicamente, al cui soddisfacimento deve tendere una
buona Amministrazione pubblica.
La partecipazione sociale
delle persone disabili costituisce la sfida più grande e più difficile da
affrontare perché in essa si sommano problematiche derivanti non solo dalla
condizione di disabilità, ma, soprattutto e principalmente, dal contesto
ambientale e culturale.
Le persone con disabilità
sono caratterizzate da due aspetti: l'essere persona e l'essere disabile dove
l'essere disabile non deve costituire un problema personale, ma essere assunto
come problematica sociale all’interno di un sistema non alla portata di tutti.
Ed è su questo sistema
sociale "per pochi" che una buona Amministrazione raccoglie la sfida
rendendo fruibile l'accesso al proprio sistema di servizi, impiegando risorse
economiche sufficienti alla creazione degli stessi, oltre che all'abbattimento
delle barriere architettoniche e cercando di fare emergere le situazioni
sommerse che difficilmente verrebbero alla luce in assenza di interventi
mirati, puntuali e costanti: interventi che tendano ad un'integrazione
paritaria senza alcuna forma di esclusione, accogliendo e non respingendo.
È necessario invertire
l'attuale metodo del “tagliare” a chi già poco possiede attraverso una politica
che, al contrario rafforzi ed investa, occorre un'Amministrazione che dia
sostegno alle famiglie per non determinare situazioni di svantaggio e attenuare
l'incertezza che si crea all'interno delle stesse, anche in previsione di un
"dopo di noi", problema che rende difficile e, a volte, perfino
penalizzante il dialogo tra famiglie e servizi.
Verrà attivato, in
collaborazione con le associazioni di volontariato, uno Sportello per i
cittadini stranieri, al fine di fornire informazioni, consulenza, orientamento
alle persone immigrate nel territorio cittadino e per sostenerle nel percorso
di integrazione sociale.
Verrà inoltre istituita una
Consulta dei Cittadini Stranieri al fine di affrontare insieme le problematiche
derivanti dal fenomeno migratorio e valorizzarne la risorsa e fare delle tante
diversità un’opportunità di crescita per la comunità locale.
Civitavecchia è una città
con presenze religiose molteplici e articolate. Dai cattolici agli ortodossi,
dagli evangelici ai testimoni di Geova, dai buddisti, agli islamici. Queste
minoranze, ormai anche numericamente, sono significative e in crescita
(soprattutto per via dell’immigrazione). Facilitare l’incontro di queste
diversità significa investire per la sicurezza e per scongiurare tensioni
etniche o religiose. Ma anche fare della differenza una forza di sviluppo
civile e sociale.
Diritto all’abitare
La casa è un diritto di
ogni cittadino, di ogni uomo e di ogni donna.
Di fonte all’aggravarsi
della crisi sociale e abitativa non sono più sufficienti le solite promesse a
lungo termine, né tantomeno le indecenti quanto dispendiose soluzioni
temporanee quali le tristi sistemazioni emergenziali in stanze d’albergo o in
casette di legno e le inadeguate e mai sufficienti erogazioni a sostegno degli
affitti, che, peraltro, concorrono a far lievitare in città il livello dei
canoni alimentando il circolo vizioso dell’emergenza abitativa.
Riteniamo che vada invece
messa urgentemente sul tappeto una politica abitativa degna di questo nome e
all'altezza della situazione corrente che abbia i suo pilastri fondanti in:
v
Avvio di un
percorso di trasparenza relativamente al bando di assegnazione di case popolari
con regole certe e facilmente fruibili, anche per il tramite di uno sportello
telematico dedicato;
v
Monitoraggio
degli appartamenti del patrimonio pubblico (Ater/Comune) sfitti e
velocizzazione dell’iter di assegnazione con definizione di tempi certi;
v
Realizzazione
degli ormai più volte annunciati nuovi alloggi popolari, fino ad oggi bloccati
da polemiche ed inefficienze, nonostante vi siano i fondi stanziati da anni;
v
Avvio di un
tavolo di concertazione con gli organismi di categoria per stipulare, se
possibile, accordi che mettano a disposizione alloggi a canone concordato, a
fronte di precise garanzie, secondo gli accordi territoriali previsti dalla
legge 431/98, per assegnarli a tutti quegli inquilini che versano in uno stato
di necessità;
v
la pratica
dell'autorecupero a fini abitativi degli edifici dimessi, che la Regione Lazio
ha fatto propria con la legge regionale 55/1998 e che lo stesso Comune ha
inserito tra le strade praticabili con l’approvazione in Consiglio Comunale
della delibera 6 del 17 gennaio 2008 alla quale, però, non si è mai dato seguito
concreto. Una pratica che ha il pregio di prevedere la riqualificazione di
spazi inutilizzati sottraendoli al degrado ed evitando di ricorrere a nuove
costruzioni e, quindi, ad un ulteriore consumo e cementificazione del già
devastato territorio cittadino.
Il percorso delineato
sarebbe facilmente perseguibile e, oltre a dare una risposta al grave disagio
abitativo del territorio con costi esigui, colmerebbe l’insopportabile
contraddizione in termini di “gente senza casa e case senza gente”.
Diritto alla salute
L'insieme delle manovre messe a
punto dal Governo Berlusconi e confermate dal Governo Monti incide sulla sanità
pubblica per circa otto miliardi di euro da qui al 2014, che vanno ad
aggiungersi ai tagli già effettuati negli anni precedenti.
La sanità deve essere
considerata un bene comune e come tale non può e non deve essere considerata
solo un costo; peraltro, qualora volessimo utilizzare gli stessi indicatori che
orientano tradizionalmente i sostenitori dei tagli orizzontali, se da un lato
la spesa sanitaria pubblica incide attorno al 7% del prodotto interno lordo,
contemporaneamente la sanità, con tutto il suo insieme di variegate attività,
fornisce quasi il 13% del PIL stesso, con un saldo decisamente in attivo.
Il comune deve
riappropriarsi del proprio ruolo di capofila della conferenza dei sindaci ed
agire attivamente per migliorare le condizioni sanitarie nella nostra città e
nell’indotto dei comuni limitrofi; un azione che dovrà ovviamente, basandosi
sulle analisi dei fabbisogni assistenziali, partire, innanzitutto, dalla
razionalizzazione dell’Ospedale e dei servizi offerti dalle strutture
accreditate, dei servizi socio-sanitari, dell’assistenza territoriale delle ASL
e della gestione dei malati cronici riacutizzati a domicilio, riordinando e
potenziando le attività del CAD in collaborazione stretta con i medici di
famiglia.
Per migliorare le
condizioni sanitarie nella nostra città e nell’indotto dei comuni limitrofi
obiettivo primario è ottimizzare:
v
Riorganizzazione
dell’Ospedale San Paolo, per esempio, non più per patologie ma per aree
mediche, definite in base alle necessità assistenziali del territorio e per
esempio:
Area rossa: ad alta complessità e intensità
con posti letto ( 22% ) tutti attrezzati in telemetria e con il monitoraggio
delle funzioni vitali. Ovviamente l’area rossa gestirà anche il Pronto
Soccorso, tanto bisognoso di rimedi, oggi, nel nostro Ospedale.
Area blu: raccoglie la gran parte dei
pazienti acuti, chirurgici e medici e posti di ostetricia (65%)
Area verde: a bassa intensità clinica, con
posti letto ( 33% ) rivolti alle polipatologie non in fase critica o ai
ricoveri legati anche ad esigenze sociali e ambientali, in attesa di
organizzare il loro ritorno a casa in assistenza territoriale.
v
Riqualificazione
e valorizzazione della professione infermieristica, che ancora viene usata come
30 anni fa, mortificando e sprecando una risorsa utile.
v
Incremento ed
ottimizzazione del servizio del 118 al fine di colmare i frequenti disservizi
nel sistema dell’emergenza, pretendendo, inoltre, l’istituzione della macchina
medica.
v
Valorizzazione e
riappropriazione del ruolo pubblico del Consultorio (secondo le leggi dello
stato) e rilancio del suo ruolo di prevenzione soprattutto tra le giovani
generazioni, ripensandone, se necessario, la collocazione al fine di
migliorarne la fruibilità consentendo anonimato e privacy delle/degli utenti,
soprattutto giovani e predisposizione dei servizi consultoriali per le più
ampie esigenze delle donne immigrate.
v
Osservatorio su
trasparenza dell’organizzazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali
soprattutto ospedaliere, volte a garantire una cospicua presenza di ore
dedicate ai servizi in regime di convenzione, dando respiro al CUP.
v
Promozione
dell’organizzazione dei medici base in associazioni per il miglioramento dei
servizi sanitari territoriali, la riduzione degli accessi al pronto soccorso e
la gestione dei malati cronici riacutizzati.
v
Promozione nella
formazione di una rete informatica socio-sanitaria dove le figure centrali sono
tre: l’Ospedale/ASL, il Comune ed il Medico di Famiglia con un sistema
informatico che vada a creare una banca dati di tipo socio-sanitario per lo
sviluppo di interventi assistenziali in ogni campo:
Sociale:
avere il polso sulle condizioni ed i bisogni della popolazione meno protetta:
anziani, disabili, malati mentali, malati cronici.
Sanitario: una banca dati sia
assistenziale che epidemiologica
Ambientale:
un registro delle patologie da danno ambientale, soprattutto in campo
oncologico.
Psichiatrico:
un registro degli assistiti psichiatrici cronici coi loro bisogni primari
assistenziali, sia sanitari che sociali, al fine di realizzare un percorso di
sostegno ed integrazione sociale.
v
Organizzazione
di case-famiglia per pazienti psichiatrici, secondo la Legge 180/78 (cosiddetta
legge Basaglia).
v
Organizzazione
di case – famiglia per il “dopo di noi”.
v
Promozione di
progetti di salute e prevenzione rivolti all’intera popolazione, mirata alle
malattie da inquinamento ambientale.
v
Dare seguito al
progetto Hospice oncologico, inquadrandolo in un’ottica di servizio pubblico
essenziale.
v
Promozione e riqualificazione
dei servizi socio-sanitari rivolti alla terza età.
I diritti delle donne
È un dato di fatto che a
tutt’oggi la rappresentanza femminile non è proporzionata all’effettivo impegno
delle donne, questo vale in campo politico, sociale come in quello economico e
lavorativo.
L’amministrazione comunale
si pone l’obiettivo di ribaltare la situazione di subordinazione e di minorità
in cui le donne storicamente vivono ed iniziare una rivoluzione culturale che
veda le donne protagoniste per favorire una effettiva parità di diritti e
migliorare la vivibilità collettiva.
E ciò non potrà non partire
dall’attivazione e dall’incremento di servizi di sostegno alla funzione sociale
di assistenza e cura quali:
v
L’incremento ed
adeguamento degli asili nido e delle scuole materne con orari flessibili a
sostegno delle esigenze delle madri lavoratrici e di quelle in cerca di
occupazione. L’obiettivo è quello di adeguare l’offerta del servizio alla
domanda:non più liste d’attesa e graduatorie.
v
Potenziamento
dei trasporti pubblici, con ampliamento degli orari, anche essi flessibili.
v
Incentivazione
degli orari flessibili per gli esercizi commerciali e per gli uffici che
riguardano la vita quotidiana.
v
Creazione di una
consulta delle donne che sostenga e valorizzi le attività di associazioni già
esistenti sul territorio (es: il Telefono Rosa) e di altre che potranno nascere
a difesa e protezione dei diritti delle donne.
v
Adeguamento
della vivibilità della città alle esigenze delle donne e dei bambini,
incentivando nei locali, sia pubblici che privati (ad esempio biblioteca,
cinema etc), la realizzazione di strutture adatte ai bambini e creando nuovi
luoghi che favoriscano l’aggregazione ed il gioco. Il nostro sogno è una città
a misura di bambino.
v
Potenziamento
dei servizi sociali e garanzia di aiuto ed assistenza domiciliare alle famiglie
che hanno in casa persone malate o disabili per alleviare la fatica delle donne
che si vedono costrette, spesso in solitudine, ad occuparsi delle cure dei
propri cari.
v
Sostegno
economico alle madri sole
v
Predisposizione,
in collaborazione con la ASL RMF, di un piano gratuito di diagnostica per la
prevenzione dei tumori femminili e per le loro cure ampliando l’età e la
tipologia delle patologie già attualmente sotto osservazione.
v
Presenza paritaria
dei generi nelle consulte partecipative.
Diritto alla Sicurezza
La città ha bisogno di
contrasto e prevenzione della micro-criminalità.
Saranno necessarie forme di
prevenzione nelle aree a rischio, potenziando le forme di vigilanza
istituzionali, incrementando l’illuminazione nelle zone periferiche ma,
soprattutto incentivandone la vitalità con iniziative culturali e ludiche.
Diritto alla mobilità
Va garantita una mobilità
sostenibile per i lavoratori pendolari.
Il Comune deve far valere
il proprio ruolo nei confronti di Trenitalia e della Regione Lazio al fine di
ottenere il miglioramento ed il potenziamento del trasporto pendolare,
diversificandolo da quello crocieristico, pretendendo l’elevazione degli
standard di qualità dei treni a servizi.
Va avviata una trattativa
con Trenitalia per una ristrutturazione della Stazione che preveda
l’abbattimento delle barriere architettoniche e la copertura delle banchine di
attesa dei treni.
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